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Il Governo impone lo spostamento degli ulivi per permettere a TAP di avviare i lavori. Per Trevisi (M5S) “i tanti nodi verranno al pettine”.
Mentre il Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, definisce imminente lo spostamento degli ulivi dall’area di cantiere di Melendugno, (al momento bloccata dalla parziale inottemperanza da parte di TAP della prescrizione A44, relativa proprio all’eradicazione degli alberi), la Commissione europea inizia a svelare i numerosi punti oscuri e le inadempienze del Governo italiano rispetto alla realizzazione del gasdotto da quanto si è potuto evincere nella risposta ad un’interrogazione parlamentare degli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Rosa D’Amato.
Su questo punto arriva il duro attacco al Governo del portavoce al Consiglio regionale del M5S Antonio Trevisi che dichiara: “Tap non ha ottemperato a un bel nulla ed è stata sempre favorita dal Ministero che avrebbe dovuto tutelare i propri cittadini e non gli interessi economici delle multinazionali. Lo dice a chiare lettere la Regione Puglia ente vigilante per la prescrizione A44, che per l’appunto riguarda il piano di spostamento degli ulivi. Questa posizione del ministro rappresenta non certo la verità o lo svolgimento di un normale iter che una struttura come tap deve perseguire. Inoltre, impatti ambientali e pericolo di incidenti rilevanti sono stati i due temi al centro della risposta che la Commissione europea ha fornito dopo l’interrogazione dei nostri europarlamentari.”
Dalla risposta della Commissione europea si evincerebbe, infatti, che l’Italia non avrebbe ancora presentato il proprio programma di misure sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD), come richiesto dalla direttiva quadro che prende in considerazione gli impatti cumulativi delle attività umane sull’ambiente marino e impone agli Stati membri di elaborare strategie, nonché misure, per attenuarli.
Ma sono diverse le criticità evidenziate: il tracciato del gasdotto passa infatti a pochi chilometri dai Siti d’interesse comunitario (Sic) come Le Cesine ed il progetto ha già ottenuto parere negativo nell’ambito della procedura di Valutazione d’impatto ambientale (VIA) dal Ministero dei Beni culturali e del turismo. Inoltre, oltre ad essere carente rispetto alle prospezioni geologiche nel tratto off-shore della condotta, il progetto non fornisce dati di studio in merito al rischio di venuta a contatto dell’acqua marina con la falda acquifera.
“TAP con arroganza e prepotenza – conclude Trevisi – vuole entrare nelle campagne di contadini addirittura circondando i proprietari portando i mezzi a ridosso dei fondi. Attendiamo il 30 gennaio quando in Consiglio di Stato si discuteranno i ricorsi di Comune di Melendugno, Regione Puglia e Comitato No Tap, ci auguriamo che si faccia finalmente luce sull’iter che ha permesso la VIA e l’Autorizzazione Unica. In quell’occasione siamo certi che tanti nodi verranno al pettine.”
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress