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La senatrice salentina chiede Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico di verificare gli adempimenti di TAP, anche quelli relativi a indennità per occupazioni ed espropri.
Mentre Carlo Calenda annuncia lo spostamento di 231 ulivi a Melendugno per consentire l’avvio dei lavori del progetto TAP, la realizzazione del controverso gasdotto continua a generare problemi.
Nel parere dello scorso dicembre 2015, il Ministero dell’ambiente rendeva nota la sintesi dello stato delle prescrizioni che andavano realizzate prima dell’inizio dei lavori. Successivamente, con decreto del MISE del marzo 2016, veniva disposta a favore di TAP la costituzione di servitù e l’occupazione temporanea dei terreni del Comune di Melendugno interessati dal tracciato del metanodotto.
Lo stesso decreto, inoltre, nell’articolo 8, prevedeva che gli importi relativi alle indennità provvisorie di servitù di metanodotto ed occupazione temporanea dovessero essere depositati presso la Ragioneria Territoriale in caso di rifiuto o silenzio da parte delle Ditte proprietarie, decorsi trenta giorni dalla data dell’immissione in possesso.
Al riguardo è intervenuta la senatrice salentina Daniela Donno, con un’interrogazione indirizzata ai Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico.
“Chiediamo ai ministri di verificare se ci sia stato effettivamente il deposito degli importi presso la Ragioneria Territoriale competente così come disposto dall’art. 8 del Decreto del Ministero dello sviluppo economico del marzo 2016 e se il mancato deposito possa inficiare l’iter espropriativo”, afferma la senatrice pentastellata.
“È necessario verificare, inoltre, che le prescrizioni ante operam siano state adempiute prima della data di inizio dei lavori indicata e, in caso negativo, valutare se il mancato adempimento di queste prescrizioni comporti decadenze di natura autorizzatoria”, prosegue la Donno.
“Bisogna, infine, fare chiarezza proprio sulla data effettiva dell’inizio dei lavori, specificando di quali opere in concreto sia iniziata l’esecuzione e se l’eventuale mancato inizio entro il termine del 16 maggio di quest’anno comporti egualmente decadenze autorizzatorie e/o concessorie. Sono tanti piccoli tasselli, questi, che delineano un’opera che è “strategica” solo per gli interessi di pochi e noi non staremo a guardare”, conclude la senatrice salentina.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress