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Il Castello de’ Monti di Corigliano d’Otranto imbruttito dall’installazione di due serbatoi d’acqua nel fossato, sotto al ponte d’accesso.
Talvolta si stenta a comprendere come mai vengano partorite certe idee, idee come quella di sistemare due serbatoi d’acqua nel sottopasso del fossato del Castello di Corigliano d’Otranto, in corrispondenza dell’ingresso principale, sotto al ponte d’accesso.
Il Castello de’ Monti, costruito in epoca medievale, è uno dei più pregiati a livello storico architettonico che si possano rinvenire in Puglia. Fu definito da Gennaro Bacile di Castiglione, come il “più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto”.
Ora la sua bellezza e la vista è stata deturpata dall’installazione di due serbatoi, con relativo impianto idraulico, che ne disturba la vista. Un pugno nell’occhio.
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Perché?
Secondo un servizio de LaFonte TV, che ha sollevato la questione con filmati e fotografie, tutto avrebbe origine dalla decisione dell’Amministrazione comunale di Corigliano di installare all’interno del Castello un museo di arti elettroniche. Quanto si armonizzi questo tipo di allestimento museale con le caratteristiche del Castello è anche questo oggetto di disputa. Ma il punto è un altro.
L’allestimento di un muso richiede l’ottemperanza a diverse normative di sicurezza, tra cui quelle antincendio, che richiedono l’installazione di un impianto idraulico con dei contenitori d’acqua a cui il sistema di sicurezza dovrebbe attingere nell’eventualità di un incendio.
Quei grossi bidoni d’acqua che si vedono nel fossato, e che tanto disturbano la vista, altro non sarebbero che i serbatoi d’acqua dell’impianto antincendio.
Possibile che non ci fosse una soluzione diversa, con un impatto visivo e architettonico minimo rispetto a quella adottata?
Sono molti i cittadini, non solo di Corigliano, ad inveire contro la scelta dell’Amministrazione comunale di allestire un museo di questa natura proprio all’interno del Castello, ma soprattutto contro gli interventi deturpativi della bellezza e del pregio di questa struttura.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress