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TAP non ha l’autorizzazione all’espianto degli ulivi, necessaria per allestire il cantiere (che a pena di decadenza avrebbe dovuto partire il 16 maggio). Il Ministero preme, ma manca il progetto per lo stoccaggio degli ulivi.
La situazione di TAP, sul versante salentino, è sempre più grottesca. Lunedì mattina, nelle campagne di Melendugno, si sono presentati tre mezzi pesanti di una ditta incaricata da TAP, nell’area in cui, in base al progetto, dovrebbe essere realizzato il pozzo di spinta e il micro tunnel.
In realtà, secondo quanto stabilito dall’autorizzazione unica, TAP avrebbe dovuto far partire i lavori la realizzazione del micro tunnel e del pozzo di spinta, tassativamente entro il 16 maggio scorso, altrimenti il provvedimento avrebbe dovuto essere dichiarato decaduto. TAP, allo stato dell’arte, avrebbe quindi dovuto perdere l’autorizzazione.
Così dovrebbe essere per chiunque. Se un qualsiasi cittadino non fa partire i lavori di costruzione della casa entro il termine assegnato dal permesso di costruire, il cittadino perde il titolo edilizio.
Non basta fare qualche sbancamento di terreno, rimuovere degli alberi, effettuare delle bonifiche e apporre la cartellonistica di cantiere. Ci sono fiumi di sentenze che dicono che quelle operazioni non possono considerarsi avvio dei lavori. Quindi non sono sufficienti ad impedire la decadenza del permesso di costruire.
Questi principi valgono anche per TAP?
TAP ha chiesto e ottenuto alla Commissione Tecnica di VIA (organo presso il Ministero dell’Ambiente) di spezzettare il progetto in lotti e adempiere poco alla volta alle prescrizioni contenute nel decreto di compatibilità ambientale (che è stato assorbito dalla successiva autorizzazione unica).
La Commissione ha soddisfatto la richiesta assegnando dei precisi step: fase 0, preparazione cantiere e strada di accesso; fase 1, realizzazione micro tunnel e pozzo di spinta; fase 2, realizzazione terminale di ricezione; fase 3, posa delle tubazioni.
La fase 1 avrebbe dovuto essere avviata entro il 16 maggio 2016. Così non è stato.
Secondo quanto riportato dal Ministero dell’Ambiente, TAP è ancora nella fase 0, fase non ancora completata. Anzi…
Per il Ministero dello Sviluppo Economico è tutto a posto, i lavori sono partiti. I carabinieri del NOE, invece, in un’informativa inviata alla Procura di Lecce, hanno verbalizzato l’assenza di qualsivoglia cantiere. Ma la Procura ha disatteso l’informativa del NOE per aderire alla tesi di TAP e del MISE.
Cosa fare dei 231 ulivi dell’area del micro tunnel?
La fase 0 prevede l’espianto di 231 ulivi, da stoccare in altro luogo, per poi essere reimpiantati nella posizione di origine una volta ultimati i lavori. Il loro espianto rappresenta una condizione necessaria affinché possa essere allestito il cantiere.
Come si può parlare di inizio lavori se ancora non è stata possibile nemmeno la preparare il cantiere?
Non solo. TAP non avrebbe ancora un progetto esecutivo su queste operazioni.
La Regione non ha ancora autorizzato le operazioni di espianto, in quanto TAP non avrebbe soddisfatto la prescrizione A44, riguardante proprio gli ulivi. Il Ministero dell’Ambiente vorrebbe scavalcare la Regione e considerare la A44 come ottemperata, ma la Regione si è opposta motivando ampiamente le sue ragioni: TAP non avrebbe ancora fornito “modalità utili alla ricollocazione degli ulivi espiantati una volta terminati i lavori” e non sarebbe stato ancora determinato “l’esatto dimensionamento del cantiere del micro tunnel, rendendo indeterminato il quadro complessivo dell’opera”.
Non è ancora chiaro dove gli alberi dovrebbero essere stoccati, perché non ci sarebbe ancora il progetto sul sito di stoccaggio degli alberi (non solo dei 231 dell’area del micro tunnel, ma tutti quelli insistenti sugli 8 chilometri del tratto a terra). Il progetto dovrebbe poi essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale, che ovviamente non c’è stata.
Mezzi pesanti TAP nell’area del micro tunnel
Di fronte a questa situazione, lunedì 14 novembre nell’area del micro tunnel si sono presentati tre mezzi pesanti appartenenti ad una ditta incaricata da TAP, per svolgere delle operazioni di preparazione di espianto degli ulivi. Allertata dalla solita ronda No TAP, è intervenuta la Polizia locale di Melendugno con il personale dell’Ufficio tecnico, per svolgere i dovuti accertamenti, anche perché – lo ricordiamo – l’autorizzazione all’espianto non c’è. Il personale TAP avrebbe riferito che si tratta solo di deposito di materiale per il futuro cantiere.
Il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha annunciato nei giorni scorsi che sta per iniziare lo spostamento degli ulivi. Ma su quali basi? E dove verrebbero portati questi ulivi?
E’ come se qualcuno preparasse il trasloco verso una casa che non è stata ancora progettata.
TAP è come uno scolaro che non ha fatto i compiti, ma che lo si vuol promuovere ugualmente. Le carte della Regione dicono questo.
Il Comitato No TAP ha commentato l’episodio con ironia, ma anche con forti critiche:
“TAP non ha ottemperato alle prescrizioni e non ha i permessi, a dire il vero non ha presentato nemmeno il progetto dell’area di stoccaggio degli ulivi o le domande per avere i permessi a gli uffici competenti, quindi il 16 di maggio scorso quale cantiere è partito?l’Autorizzazione Unica del 20/05/2015 è palesemente scaduta ma ancora si fa sopravvivere l’idea del progetto nell’illegalità.
Quando qualcuno, oltre il comune di Melendugno,si prenderà la responsabilità di dichiarare scaduti i permessi ottenuti da TAP come da art.5 della stessa Autorizzazione Unica?
Per il momento l’ungo il tracciato solo sceneggiate tratte dal copione del film “siamo vivi e facciamo finta di fare qualcosa””.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress