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Proteste dei disabili su carrozzella: “Ogni volta è una mortificazione!”. I lettini per le visite negli ambulatori della ASL non sono regolabili in altezza.
L’articolo 3 della nostra Costituzione al secondo comma ci dice che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Peccato che anziché adeguarsi alla Costituzione, si preferisca modificarla.
Il nostro Paese è molto lacunoso da questo punto di vista e spesso poco sensibile e molto superficiale. L’ultima incresciosa questione arriva proprio da Lecce, dalle strutture sanitarie pubbliche, che non sarebbero adeguate ad accogliere e ad offrire un servizio dignitoso ai disabili.
Non parliamo di barriere architettoniche, in questo caso portato alla luce dall’associazione Salute Salento, su segnalazione del sig. Enzo Vitti, paraplegico su carrozzella, che racconta i disagi a cui sarebbero costretti i disabili che usufruiscono dei servizi medici nelle strutture pubbliche della Asl di Lecce.
“La cosa grave che noi diversamente abili su carrozzella abbiamo riscontrato – lamenta Vitti – è che andando nelle strutture della Asl si devono fare i conti con il problema del trasferimento dalla carrozzina al lettino sul quale dovremmo essere adagiati per essere sottoposti a indagini diagnostiche o a visite mediche. Una volta nell’ambulatorio – riferisce mortificato il disabile – se non sei munito di un forzuto accompagnatore che ti sollevi di peso, ti trovi sperduto e non sai come risolvere il problema. Anche perché, a volte lo stesso personale della Asl fa presente che non è loro compito rischiare la propria salute per compiere sforzi fisici. In effetti – ammette lo stesso Vitti – se non si è adeguatamente preparati per sollevare il corpo di una persona che non deambula, si rischia il colpo della strega o di far cadere il paziente”.
Il problema, a quanto è dato di capire, è generale. “L’unica struttura dotata di lettino regolabile – dice Vitti – è il Centro di fisioterapia Mannarini a Santa Rosa. Mi sento di ringraziare il titolare – aggiunge – perché con il lettino elettrico, che da subito mi ha messo a disposizione, ha reso la vita più facile a chi ha problemi motori”.
La conferma delle difficoltà arriva dallo stesso titolare del Centro fisioterapico, Claudio Mannarini. “Bisogna essere munti di un lettino elettrico regolabile in altezza – dice – altrimenti occorrono 2 persone per prendere il disabile di peso e adagiarlo sul lettino per il trattamento. Una presa sbagliata può causare dei danni. Io ho due di questi lettini che in un centro di fisioterapia sono indispensabili”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress