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Dopo la puntata di Report, il Sindaco Potì attacca tutto il “backstage” di TAP, la diplomazia del caviale e Luca Volontè, accusato di aver preso tangenti milionarie.
Non usa mezze parole il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, per esprimere tutto il suo disgusto e i suoi disappunti nell’intrecciata vicenda che tesse i fili della questione dei diritti umani in Azerbaijan, del Consiglio d’Europa, dei paradisi fiscali, dei deputati “comprati”, del gas e del gasdotto TAP che dovrebbe approdare in Puglia.
Il commento di Potì segue la visione della puntata di Report di ieri, 21 novembre, che ha fatto un po’ di luce su queste opache vicende, mandando in onda anche le interviste fatte allo stesso Sindaco e all’ingegnere Alessandro Manuelli, della Commissione tecnica comunale incaricata di studiare il progetto TAP.
Il primo personaggio preso di mira da Potì è Luca Volontè, ex parlamentare dell’UDC, ora deputato al Consiglio d’Europa (da non confondere con il Consiglio europeo e il Consiglio dell’UE, che sono organi distinti da esso).
Volontè è indagato dalla Procura di Milano per aver preso 2 milioni e 390 mila euro da un lobbista azero (Elkhan Suleymanov), denaro che secondo l’accusa sarebbe servito per convincere il politico a votare contro il rapporto del collega tedesco Christoph Strasser, secondo il quale in Azerbaijan c’è violazione dei diritti umani, diniego della libertà di stampa e di opinione e prigionieri politici. Se effettivamente servivano a questo quei soldi, le lobby azere hanno ottenuto l’obiettivo. L’Assemblea del Consiglio d’Europa ha votato contro.
Secondo gli accusatori, le lobby azere avrebbero usato metodi di persuasione molto efficaci, come finanziamenti, regali (caviale soprattutto) e i ricatti. I diretti interessati negano. Però i regali ci sono. La chiamano “caviar diplomacy” (diplomazia del caviale).
Secondo la Procura la società “Lgv” di proprietà di Volontè, ha ricevuto 390 mila euro, mentre la sua fondazione, la “Novae Terrae” di Saronno (che, ironia della sorte, si occupa di diritti umani), avrebbe ottenuto 2 milioni di euro tra il 2013 e il 2014.
Ma si parla anche di una somma di quasi un milione di euro all’anno per 10 anni che verrebbe versata dalla fondazione. Secondo la Procura di Milano potrebbe trattarsi di una tangente. E infatti è indagato per corruzione e riciclaggio. Magari per qualcun altro si tratta solo di generosità e le lobby azere non vorrebbero nulla in cambio.
Gli inviati di Report hanno raggiunto e intervistato Volontè, il quale si è mostrato in notevole imbarazzo, dovendo ammettere che quelle somme le ha ricevute. Per la quasi interezza dell’intervista si vede il politico versare e bere acqua in continuazione. Forse l’aria era troppo secca o era disidratato, ma il suo bere a mo’ di cammello non è passato inosservato nemmeno al Sindaco di Melendugno, che ha commentato:
“Sono disgustato dalla faccia di bronzo di quell’ex parlamentare dell’UdC, Luca Volontè […] che, bevendo nervosamente e in continuazione acqua, forse per asciugare la bava o per dissetare l’avidità, sua e dei suoi sodali, dichiara che 75.000 € al mese (x 10 anni!) gli servono per far sopravvivere la sua fondazione (sui diritti civili, sic!).
Intanto il suo capo, Casini (UdC), a 8e1/2 su La7, proprio oggi invita a votare SI al referendum del 4/12 per favorire opere come la Tap.
Poi sento che l’attuale presidente del consiglio italiano firma accordi commerciali, su petrolio e gas, con un altro presidente “democratico”, che per sistema arresta i giornalisti, fa sparire gli oppositori e nomina deputati e giudici amici. E che sposta le ingenti ricchezze ed i soldi del suo paese, dall’altra parte del mondo, a Panama, noto paradiso fiscale, portandoli in diverse società, tutte assolutamente di proprietà delle figlie”.
Report, infatti, ha parlato dell’intensa attività di politici, presidenti, dittatori, imprenditori a Panama, paradiso fiscale molto “discreto”. Tuttavia dal servizio è venuto fuori che anche Iliev, il presidente Azero, avrebbe il suo gran da fare a Panama.
Potì ha poi commentato anche a proposito della possibilità, tutt’altro che remota, che in Azerbaijan non ci sia sufficiente gas e che il Paese dovrebbe quindi acquistarlo dalla Russia, per poi rivenderlo, attraverso i gasdotti TANAP e TAP, all’Europa.
Scrive il Sindaco:
“Intanto si sospetta (con studi di importanti analisti internazionali) che l’Azebaijan non ha tanto gas e che per rifornire il TAP comprerà gas dalla Russia di Putin. E poi si scopre che il prezzo di questo gas sarà più alto di quello che oggi l’Italia paga, sia alla Russia sia ad altri fornitori.
Poi stai attento e scopri che se l’investimento della società privata Tap non sarà remunerativo, sarà garantito dagli utenti italiani. Proprio come sarà pagato dagli stessi utenti italiani il tratto di 55 km di gasdotto Snam da Melendugno (LE) a Mesagne (BR)”.
Ai cittadini è stato promesso che con il gas di TAP ci sarebbe stata una riduzione delle tariffe. Invece tutto farebbe presagire che il costo dell’opera verrà caricato proprio sulle bollette degli italiani.
Conclude Potì:
“Ed è solo una piccola parte di questa storia. Solo una piccola parte…
E noi qui, giù nel Salento, a lottare da 5 anni, per difendere il nostro mare, la nostra terra, la nostra salute, il nostro futuro.
E loro lì, a mangiar caviale e bere acqua per dissetare la loro avidità, per spegnere la loro vergogna!
Grazie Gabanelli
Grazie Report
W la democrazia
W la libertá
#notap #notriv #nodecretosalvailva
#iovotoNO”Articolo pubblicato originariamente su TagPress