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La IV Commissione agricoltura al Consiglio regionale della Puglia ha approvato il ddl sulla lotta alla xylella fastidiosa. Astenuti M5S, CoR e Forza Italia.
E’ stato approvato stamattina il disegno di legge regionale sulla xylella fastidiosa da parte della IV commissione Agricoltura al Consiglio regionale della Puglia. Ora il testo, prima di diventare legge, dovrà passare per la votazione del Consiglio in composizione plenaria.
Nell’aula era presente anche il Governatore Michele Emiliano, il quale è intervenuto durante i lavori.
“Con la legge che stiamo varando oggi, arriviamo – ha dichiarato Emiliano – al definitivo abbandono, dal punto di vista normativo ma anche politico, delle politiche dell’emergenza per la Xylella. Questa fitopatia era stata considerata, per la prima volta nella storia dell’ordinamento giuridico italiano, come una emergenza tale da far scattare la normativa della protezione civile e quindi oggetto di più ordinanze si dichiarazione di stato di emergenza della presidenza del consiglio dei ministri”.
“Poi una volta scaduto definitivamente lo stato di emergenza – ha aggiunto – la Regione Puglia ha comunicato sia all’Unione europea che al Governo che la Xylella non era più da considerarsi una emergenza, quanto piuttosto una situazione ormai definitiva, perché la malattia è insediata in gran parte della Regione e come stiamo vedendo sta praticamente andando anche fuori dai confini italiani visto che gli insetti vettori si attaccano ai mezzi automobilistici che entrano ed escono dalla zona infetta portando il contagio ovunque in Italia ed all’Estero.”
“È una malattia dunque che è va gestita con mezzi ordinari”, secondo Emiliano. I mezzi saranno pure ordinari, ma nella sostanza non è che il discorso sia cambiato di molto da quando è caduta questa emergenza. Infatti le misure sono sostanzialmente simili a quelle già previste nei famigerati Piani Silletti.
Emiliano ammette l’impossibilità di eradicazione del batterio e quindi la necessità “di imparare a conviverci, contenerlo, a curare le piante malate”. Tuttavia nel testo di legge è proprio quest’ultimo aspetto ad essere poco sviluppato.
“Dobbiamo provare a contenere l’infezione – prosegue – per non farla estendere al resto d’Italia e del continente europeo. Serve dunque avere un luogo di ricerca stabile per combattere questa malattia. Ci servono strategie che consentano alle piante di resistere alle infezioni, rimanendo in vita e in produzione”.
Pur adottando misure che prevedono nelle zone indenni l’estirpazione degli ulivi malati e delle piatte ospiti presenti nel raggio di 100 metri, Emiliano afferma che si stia tentando di spiegare che all’UE che questa strategia “ad altissimo costo e senza risultati sufficienti e che è preferibile la nostra strategia mirata a sorvegliare e ad assistere le piante che sono vicine a quelle malate piuttosto che tagliarle”. Ma intanto, sotto l’ombrello dell’Europa i motori delle motoseghe si scaldano e si prospetta una nuova mattanza di ulivi nel nord Salento e nella Valle d’Itria.
Le misure del ddl
Il testo normativo approvato oggi contiene misure riguardanti attività di monitoraggio, pratiche agricole per il controllo dell’insetto vettore e per il rafforzamento delle piante, misure riguardanti l’estirpazione delle piante che risulteranno positive alla xylella al di fuori della zona infetta.
Infine il ddl contiene delle misure per favorire una “riscossa agricola”, tra cui la ricerca di cultivar “resistenti”. Non sorprende che gli esiti siano questi. Fin dagli albori della vicenda xylella (o forse ancor prima) le associazioni di categoria, così come i ricercatori dell’Università di Bari, hanno spinto in questa direzione, gettando la spugna sulla possibilità di salvare gli ulivi malati, che siano o meno infetti.
Si parla anche di riuso di fanghi e acque reflue in un’ottica di rilancio generale dell’agricoltura salentina, con il ripascimento delle falde. Per Emiliano la xylella va accettata e contenuta “come una delle tante fitopatie che colpiscono le nostre colture”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress