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Emiliano: “Non sono gli ulivi a bloccare TAP”. Elia: “Allora si autorizzi lo spostamento”. E in questo teatrino si confondo problemi tecnici e posizioni politiche.
TAP è ferma al palo, non può avviare i lavori e sembra che al Ministero dello Sviluppo economico abbiano fermato orologio e calendario al 16 maggio 2016, termine perentorio entro cui i lavori avrebbero dovuto partire con la costruzione del microtunnel e del pozzo di spinta in località San Basilio (San Foca).
Al momento le uniche operazioni svolte da TAP sono riconducibili alla fase ante operam, cioè alla fase preliminare rispetto all’inizio dei lavori.
Perché TAP non riesce a partire? È colpa degli ulivi?
Durante la campagna referendaria diversi esponenti della maggioranza (tra cui il Ministro Calenda e Pierferdinando Casini) hanno accusato la Regione Puglia di bloccare TAP per “200 ulivi” e per questo hanno sostenuto il bisogno di votare sì al referendum costituzionale del 4 dicembre.
In realtà gli ulivi da spostare sono 231 solo nell’area del microtunnel, mentre complessivamente sarebbero in un numero compreso tra 1400 e 1900, a cui vanno aggiunti quelli dell’interconnessione SNAM, che dovrebbe collegare TAP alla rete nazionale gasdotti a Brindisi.
Il Presidente Michele Emiliano, in occasione del dibattito in Consiglio regionale sull’approvazione del bilancio 2017, durante il quale si è discusso anche di TAP, ha ribadito la sua posizione favorevole rispetto alla realizzazione del gasdotto in un’ottica di decarbonizzazione dell’Ilva e della centrale di Cerano, ma con lo spostamento dell’approdo da San Foca a Brindisi.
Emiliano, a margine dei lavori, ha definito “balla totale” quella di Calenda, secondo cui il Governatore avrebbe bloccato l’opera a causa di “200 ulivi”. “È un problema dell’azienda, che si è accorta di non avere i dati sufficienti da fornire alla Commissione Via”, ha dichiarato Emiliano.
Per TAP gli ulivi rappresentano solo uno dei tanti problemi. Infatti – e lo ricorda lo stesso Emiliano – è stata la Commissione Tecnica di VIA (organo del Ministero dell’Ambiente) a richiedere chiarimenti e integrazioni alla società sui sondaggi relativi al punto di approdo del gasdotto. La società aveva presentato quelli relativi ad un approdo diverso, più a nord rispetto a quello indicato in progetto, che presenta caratteristiche molto diverse rispetto a quello attuale.
TAP per rispondere alle richieste della Commissione ha chiesto una proroga di 210 giorni per poter effettuare i sondaggi, per effettuare operazioni, cioè, che dovrebbero essere preliminari rispetto all’avvio del cantiere, che rappresentano una condizione affinché si possano avviare i lavori.
In tutto ciò non è stata la Regione a bloccare alcunché.
Elia replica a Emiliano: “Se gli ulivi non sono un problema se ne autorizzi lo spostamento”
Alle parole di Emiliano sono seguite subito quello del country manager di TAP, Michele Elia, il quale ha colto la palla al balzo per lanciare una provocazione. “Mi fa molto piacere apprendere che è una balla che la Regione Puglia abbia bloccato i lavori di TAP a causa degli ulivi. Ci aspettiamo dunque che domattina sia rilasciata l’autorizzazione fitosanitaria allo spostamento delle piante da noi chiesta già il 28 novembre scorso dopo che per mesi abbiamo dovuto aspettare una verifica di ottemperanza ritardata per motivi alla fine rivelatesi inesistenti”, ha dichiarato.
“Quanto ai “carotaggi geologici”, presumibilmente i sondaggi non invasivi in corso a mare, sono finalizzati – ha aggiunto Elia – alla definizione del progetto esecutivo relativo a prescrizioni che nella migliore delle ipotesi dovranno essere ottemperate tra un anno e, appunto, non c’entrano niente con lo spostamento degli ulivi. Spostamento che è prassi comune nel Salento, come attestano i circa 100mila alberi movimentati negli ultimi anni, a detta degli uffici regionali, compresi quelli spostati per consentire la costruzione di 35 km di condotte dell’Acquedotto Pugliese tra Salice Salentino e Seclì”.
A onor del vero non è che i sondaggi intorno al punto d’approdo siano cosa ben distinta rispetto alla cantierizzazione del micro tunnel e, soprattutto, i sondaggi hanno anche una funzione sostanziale e i loro risultati potrebbero avere delle ripercussioni sul tracciato del gasdotto. Quindi non appare del tutto saggio iniziare a togliere gli ulivi, per poi attendere l’esito dei sondaggi.
Tuttavia il problema degli ulivi c’è, ma non è l’unico e probabilmente non è nemmeno il più rilevante. Infatti TAP non ha ottenuto ancora la verifica di ottemperanza della prescrizione A44, relativa a spostamento e ripristino degli ulivi. Ma in realtà nessuna prescrizione ad oggi risulterebbe ottemperata e non per scelte politiche della Giunta Emiliano, ma sulla base di valutazioni tecniche.
Ricordiamo che il mese scorso TAP ha ottenuto due severe bocciature da ARPA Puglia rispettivamente sull’uso dei fanghi di perforazione e sulla tutela degli habitat (prescrizioni A27 e A40), pertanto i nodi da sciogliere non sono pochi.
Si confonde con politico ciò che è tecnico
Sul discorso relativo a questa controversa opera continua a regnare confusione tra aspetti politici e aspetti tecnici. Le bocciature e le richieste di chiarimenti e integrazioni ricevute da TAP sono tutte di carattere tecnico, come quelle dell’ARPA e della Commissione Tecnica di VIA (organi tecnici rispettivamente regionale e statale). Non saranno le velleità di Emiliano su spostamento approdo e decarbonizzazione a fermare TAP, né le accuse di Calenda e Casini a sbloccare l’opera. E’ solo fumo negli occhi.
Sono i tecnici di Regione e Ministero a rilevare lacune e incongruenze nel progetto ed ogni tentativo di interferire con le valutazioni tecniche rappresenta, quantomeno, un’invasione di campo.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress