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L’associazione FareAmbiente lancia raccolta fondi per ricercare le cause dell’alta incidenza di tumori nel Salento. Se non lo fanno le istituzioni ci pensano i cittadini.
I tumori non cadono dal cielo, non sono un castigo divino o il frutto della casualità. Hanno delle cause. Sicuramente ognuno di noi è più o meno predisposto ad ammalarsi di una determinata malattia, ma non si può attribuire le cause dell’alta e anomala incidenza di malattie tumorali nel Salento ad una predisposizione genetica.
Ci sono cause ben precise e bisogna trovarle e porvi rimedio il prima possibile, prima che il cancro continui a dilagare.
Ci sono alcuni territori che sono più colpiti di altri e questo non è un caso. I numeri che da anni vengono riportati parlano chiaro e dovrebbero spingere le istituzioni a intervenire subito e con mezzi efficaci. E invece gli interventi sembrano essere piuttosto blandi, come se il problema non fosse poi così importante.
Se per la xylella, un patogeno che minaccerebbe l’agricoltura salentina, si è proceduto alla dichiarazione dello stato d’emergenza durato oltre 2 anni, con interventi drastici, da legge marziale, cospicui stanziamenti di risorse, prime pagine dei giornali dedicate quotidianamente al fenomeno dal 2013 ad oggi, per quanto riguarda i tumori non sembra essere dedicata la stessa attenzione.
Anzi, con i vari piani di contrasto al patogeno si è deciso di inondare i campi di insetticidi, nonostante le preoccupazioni espresse dalla LILT Lecce.
Si dovrebbe pensare che l’olivicoltura sia più importante della salute dei cittadini?
Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), il tasso di incidenza di tumori più elevato è stato registrato a Sogliano Cavour, ma i più colpiti sembrano in generale i Comuni più vicini a Galatina, come Soleto, Zollino, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Soleto, Sternatia, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano. Si tratta di un cluster ben definito. Nella zona preoccupa anche il numero di aborti spontanei.
In tutta la provincia di Lecce ben 67 Comuni su 97 totali presentano un rischio superiore alla media nazionale.
Da anni diversi cittadini hanno puntato il dito contro la zona industriale di Galatina, dove sorgono cementifici, bitumifici, piccole industrie siderurgiche e per i trattamenti dei metalli.
Sono stati anche presentati degli esposti ed è stato sollecitato l’intervento delle istituzioni. Qualcosa si è mosso, ma la macchina istituzionale sembra essere molto più lenta di alcune malattie legate presumibilmente legate all’inquinamento.
Da ultimo un’associazione di Soleto, FareAmbiente, ha lanciato un’iniziativa per fare analizzare l’acqua, latte di pecora ed anche il latte materno.
In un primo momento l’associazione vorrebbe far analizzare l’acqua per accertare eventuale presenza di diossina e di metalli pesanti. Per ogni campione d’acqua il costo complessivo sarebbe di 300 euro e per questo FareAmbiente ha chiesto aiuto alla comunità salentina.
A poche ore dal lancio di questa iniziativa è stata raggiunta la somma necessaria a far analizzare un campione e mezzo.
L’associazione fa sapere che se la raccolta di denaro supererà quella necessaria a far analizzare tutti i campioni d’acqua, si procederà anche alle analisi del latte di pecora.
Il laboratorio a cui sarà assegnato il compito di effettuare le analisi verrà scelto fuori dalla Puglia e non verrà reso noto prima che i risultati vengano consegnati.
L’idea sarebbe anche quella di riuscire ad analizzare anche il latte materno delle gestanti che vivono nei territori più compromessi.
Quando scoppiò il caso Copersalento fu analizzato il latte bovino ed ovino prodotto dagli animali che pascolavano nell’area più prossima allo stabilimento. Sarebbe molto utile fare le medesime analisi sul resto del territorio salentino, con particolare riguardo nelle aree più critiche.
In nessun caso però è stato analizzato il latte materno, eppure potrebbe fornire delle risposte interessanti per indagare sulle cause di tumori e altre malattie di cui ci si ammala oltre la media nazionale.
Ancora a proposito di xylella e disseccamento degli ulivi
Nell’ambito del progetto Agr.Oliv., condotto congiuntamente dall’Università del Salento, dall’Università di Bari) e dall’Università del Molise, sono stati analizzati i terreni di diversi uliveti del Salento, nei quali è stata riscontrata un’eccessiva presenza di metalli pesanti, il che provoca un forte indebolimento delle piante, quindi di una scarsa resistenza all’attacco dei patogeni.
In un ambiente contaminato, gli animali, le piante, gli uomini si ammalano. I prodotti della terra, se sono contaminati da sostanze pericolose, queste finiranno nei nostri piatti, nel nostro olio, nel nostro vino, nell’acqua con cui ci laviamo, con cui laviamo il cibo, cuciniamo e laviamo le stoviglie. Quindi entreranno nel nostro organismo, nel latte materno con cui verranno nutriti i neonati.
Ma la ricerca si è orientata più verso il batterio e l’insetto vettore, trascurando gli aspetti ambientali, legati soprattutto alle sostanze contenute nei terreni.
In attesa delle istituzioni politiche, ci pensano cittadini e organizzazioni a fare delle indagini, per capire la causa di questa emergenza sanitaria, che potrebbe derivare sia dall’aria che respiriamo, che dalla nostra terra e dalle nostre falde acquifere.
Da qualche anno stanno venendo fuori discariche abusive di rifiuti speciali, tombati nella totale incoscienza del potenziale danno che avrebbero provocato, come l’avvelenamento dei terreni e delle falde.
L’associazione FareAmbiente chiede ai cittadini “di essere partecipi e coinvolti tutti in questa azione sinergica: Popolazione, istituzioni, organizzatori, tutti uniti per cercare di capire come stanno realmente le cose con l’ambiente”.
“Chiediamo di mettersi in contatto con noi affinché si possa raggiungere la modica cifra di 1200 euro per fare i 4 campionamenti. Tutto il Salento è invitato a partecipare perché, mentre noi della zona di Soleto siamo interessati a bere l’acqua di Corigliano, altri della parte nord del Salento potrebbero contribuire per un campionamento della loro acqua che proviene dal Pertusillo. Quindi, ben vengano donazioni alla parte alta della provincia di Lecce con la loro acqua e con il loro latte”.
Articolo pubblicato in origine su TagPress