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Presto un vertice in Regione per discutere sulla bonifica della discarica di Burgesi a Ugento, ma per Casili serve di più
Non c’è più tempo da perdere. Questo è il pensiero del consigliere regionale Cristian Casili (M5S) in merito agli interventi di bonifica a cui dovrà essere sottoposta la discarica Burgesi di Ugento. Dopo anni di denunce e mezze certezze, negli scorsi giorni, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone, i carabinieri del Noe e del Nucleo investigativo di Lecce hanno ritrovato ben 600 fusti contenenti policlorobifenili interrati proprio nella discarica ugentina; secondo gli inquirenti risalgono a circa dieci anni fa.
Il coro dei rappresentanti delle istituzioni locali è unanime: chi ha inquinato dovrà pagare. Non poteva certo essere diversamente, ma d’altronde è più facile a dirsi che a farsi, anche perché la priorità che è stata manifestata è quella di avviare immediatamente i lavori di bonifica della discarica. Le sostanze tossiche sono state rinvenute nel percolato, ma non nella falda, almeno per ora però; questo non deve però assolutamente abbassare la guardia, considerando soprattutto che la struttura si trova in un’area che registra una situazione epidemiologica preoccupante.
Il presidente regionale Michele Emiliano ha promesso che l’ente si assumerà le proprie responsabilità, venendo incontro alle difficoltà finanziarie dei comuni che si servono di Burgesi di ottemperare alla bonifica. Presto verrà convocato un vertice in Regione per decidere un piano di azione, ma Cristian Casili, Vicepresidente della V Commissione regionale, serve molto di più, soprattutto un potenziamento dell’Arpa:
I cittadini meritano una risposta sulle mancate bonifiche delle discariche che stanno avvelenando il Salento. O è mancata la volontà politica o sono mancati i mezzi di prevenzione e controllo. L’Arpa, l’agenzia regionale incaricata della protezione dell’ambiente, da anni versa in precarie condizioni strutturali, con scarsissimo personale a disposizione.
Potenziare l’agenzia per la prevenzione e l’ambiente deve andare però di pari passo con l’accelerazione dei tempi di bonifica, tenendo conto che la Puglia, ed il Salento in particolare, ospita due grandi poli industriali e che in provincia di Lecce hanno sede altre discariche dove si teme siano tombati rifiuti considerati pericolosi. Per Casili, quindi, Burgesi rappresenta purtroppo sola una parte del problema:
Potenziare l’Arpa, fornendo personale e fondi, è il primo passo per risolvere il problema alla base. Quello dei controlli. Se non abbiamo una macchina di prevenzione e controllo che funziona sarà impossibile avere un territorio ambientalmente sicuro. Anche perché Burgesi è solo la punta dell’iceberg, il territorio è costellato di discariche e non possiamo aspettare le dichiarazioni del pentito di turno per farci dire dove sono posizionate, dobbiamo piuttosto dotarci di mezzi di controllo propri ed efficaci. Nella situazione attuale in cui versa l’agenzia regionale per l’ambiente tutto questo è una chimera. Inoltre in questo modo toglieremo ogni alibi e dubbio sull’operato dell’agenzia e sulle sue presunte mancanze. Infine sulle bonifiche bisogna accelerare le procedure, i tempi della burocrazia non sono conciliabili con quelli dei tumori che avanzano inesorabilmente. Non sono ammessi balletti e rimpalli istituzionali, ed Emiliano in questo deve prendere un impegno preciso.
Articolo pubblicato in origine su TagPress