La tappa tarantina dei Soungarden fu inserita nella loro prima tournée europea. Si esibirono nel giugno 1989 al Teatro Ariston.
Molti di noi erano troppo giovani per ricordare, altri non erano nemmeno nati. Io ancora non suonavo a non conoscevo quel genere che si sarebbe poi affermato negli anni ’90, ossia il Grunge, reso celebre principalmente da Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden e altri ancora.
Siamo nel 1989 e un allora sconosciuto gruppo di Seattle, i Soundgarden, con Chris Cornell alla voce, nella sua prima tournée europea fa tappa proprio nel Salento, a Taranto.
L’organizzatore della tappa tarantina dei Soungarden fu Franco Battafarano, che riuscì a far inserire un concerto del gruppo di Seattle al Teatro Ariston, nel giugno del 1989.
La testata Tarantobuonasera ricorda come quello fosse un periodo sicuramente più favorevole per Taranto, quando “al Tursport suonavano Simple Minds, New Order, Ultravox, mentre lo stilista Trussardi faceva sfilare la sua collezione ispirata e dedicata ai celebri Ori di Taranto.”
Va anche riconosciuto, oggi, alla comunità di Taranto una voglia di riscatto, da parte soprattutto dei più giovani, sia dal punto di vista artistico-culturale, sia da quello ambientale. Ci si riferisce principalmente alle diverse edizioni del concertone del 1 maggio che si sono tenute nel capoluogo ionico, ma soprattutto alle iniziative di Big Sur, Officina Visioni e di altre piccole realtà con cui si sta cecando di far uscire Taranto da un dramma sociale, ambientale e sanitario che sembrava in questi anni aver spazzato via ogni visione ottimistica di rinascita.
La strada sarà pure lunga e dura, ma il percorso è iniziato.
Tornando a quel concerto dei Soungarden a Taranto nel giugno dell’89, possiamo dire che ben pochi avrebbero scommesso che quella formazione si sarebbe affermata a livello mondiale solo qualche anno dopo.
Onore al merito, quindi, di chi ha saputo interpretare in anticipo questo cambiamento epocale nel mondo della musica, ma anche socio-culturale.
Il Grunge rappresenta il ritorno ai suoni più grezzi, secchi e duri del vecchio rock, e ai testi socialmente impegnati. E’ come un risveglio dal sonno a cui gli anni ’80, rassicuranti e intrisi di cieco ottimismo, ci avevano portati.
Quei suoni sono metafora della cruda realtà e della rabbia che aveva pervaso gli artisti e la generazione Grunge, che, già presenti nel tessuto sociale, sono venute fuori in maniera dirompente negli anni ’90 attraverso una nuova forma di rock.