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I commercianti di Melendugno e dintorni rimarranno chiusi il 6 dicembre per dire No a TAP. Centinaia di adesioni: “Chiudiamo oggi per difendere il futuro delle nostre attività”.
“Chiusi per dignità. I commercianti di Melendugno, e non solo, hanno deciso di indire uno sciopero per il giorno 6 di dicembre per dire no ad un’ opera imposta, dannosa ed inutile, un’ opera che segnerà un cambiamento radicale nelle scelte di sviluppo economico che questo territorio da sempre ha adottato. Agricoltura, pesca e turismo sono il volano per la nostra economia, è il nostro modo di vivere dignitosamente, cercando di avere una visione quanto più etica e sostenibile possibile, rispettando il territorio e le sue peculiarità.”
Apre così un comunicato congiunto dei commercianti di Melendugno, a cui stanno aderendo altre attività dei Comuni limitrofi.
Se TAP ha promesso vantaggi e prosperità per l’economia salentina, per il turismo, la pesca, la ristorazione, sono proprio queste categorie a sentire maggiormente addosso le ripercussioni di quest’opera, peraltro ancora ferma all’attività preliminare all’inizio lavori.
L’ordinanza del Prefetto che consegna nella mani delle forze dell’ordine la disponibilità dei terreni interessati o adiacenti all’area di pertinenza del gasdotto TAP, commercianti e ristoratori lamentano delle gravi ripercussioni sulla propria attività.
Ma le motivazioni, secondo quanto spiegato nel comunicato, vanno oltre le ragioni economiche.
“Crediamo – scrivono – che ciò, che vogliono imporci, sia quanto di più vecchio si possa concepire, un’ opera che non ha nulla di strategico se non gli interessi di lobby. Mentre il mondo abbandona le fonti fossili, questo progetto va controcorrente e ci terrà legati ancora per anni a un sistema che crea guerre, povertà e diseguaglianze.”
“Non crediamo più alle favole che vedono quest’opera essere la panacea di ogni male. Non crediamo a quanti, politici compresi, ci raccontano – proseguono – che le grandi opere e le grandi industrie portano benefici sotto il punto di vista occupazionale. Lo abbiamo visto a Brindisi, Taranto, Gela ed ovunque sono state imposte grandi centri industriali. A un primo periodo di finto benessere, è subentrato sempre un malessere diffuso, disoccupazione e sottrazione di bene pubblico, tristezza e ambiente devastato, per non parlare delle forti ricadute sulla salute.”
A dispetto delle “aperture” al dialogo con il territorio lanciate da TAP e dai suoi sponsor, quando ormai era stato tutto deciso, i commercianti credono che nei processi decisionali sia mancato proprio il coinvolgimento di coloro che dovranno sopportare gli impatti di quest’opera.
“Crediamo, altresì, che sia venuta a mancare – aggiungono – la democrazia nelle scelte strategiche, nessuna consultazione popolare, e nessun confronto con la popolazione è stato intrapreso. Ci sentiamo esclusi e considerati cittadini di serie b in un territorio militarizzato, come fosse zona di guerra, in un territorio che sta subendo la distruzione e viene negato il diritto a manifestare il dissenso.
Il sei sarà un giorno di riscatto, un altro giorno di lotta, un altro giorno di festa che farà male alla società tap e a chi l’asseconda.”
Sono oltre 70 le adesioni alla serrata pervenute fino ad ora dall’intero territorio di Melendugno, ma anche da altri Comuni, come Vernole Castrì, Calimera, Lizzanello, Cutrofiano, come ristoranti, bar, pizzerie, agriturismo, supermercati, piccoli negozi, pescherie, enoteche, lavanderie, liberi professionisti, artigiani, palestre, agenzie di onoranze funebri, un cantiere nautico, profumerie, pescherie, negozi di abbigliamento, aziende agricole, cartolibrerie, officine meccaniche, erboristerie, parafarmacie, sartorie, tabaccherie, studi di foto e grafica, distributori di carburanti, ecc…
Altre adesioni stanno continuando ad arrivare in queste ore. Sulle vetrine di molti esercizi compaiono dei volantini con su scritto:
“La nostra dignità non si vende a una multinazionale straniera che sta devastando il territorio e la nostra economia. La nostra dignità non ha bisogno di un territorio militarizzato al servizio di Tap.
La nostra dignità va oltre ogni forma di violenza che tutti, indistintamente, stiamo subendo.Chiudiamo oggi per difendere il futuro delle nostre attività: Tap ha garantito che non ci saranno ripercussioni sull’economia di questa terra, ma già adesso, con i lavori non ancora iniziati, stiamo vedendo lo scempio che porterà quest’opera: zone rosse, posti di blocco, militarizzazione di un territorio, tutti eventi che stanno distruggendo la nostra economia.
NON VENDIAMO LA NOSTRA DIGNITA’!
NON VENDIAMO LA NOSTRA TERRA!”
In solidarietà ai commercianti che aderiscono allo sciopero, molti cittadini hanno deciso di non fare acquisti in quella data presso attività che resteranno aperte, anche fuori da territorio di Melendugno, mentre alcuni genitori hanno deciso di non mandare i bambini a scuola per il 6 dicembre.
Per quel giorno è prevista una manifestazione, con ritrovo alle ore 7 presso il campo sportivo di Melendugno, per poi proseguire in corteo per le vie del paese, fino a Piazza Risorgimento, dove interverranno il Sindaco Marco Potì e il portavoce del Comitato No TAP Gianluca Maggiore.
Alle ore 11 i manifestanti si sposteranno a Lecce, per un sit-in davanti alla Prefettura, mentre alle ore 15 partirà una fiaccolata sul lungomare Matteotti a San Foca.
Elenco provvisorio degli esercizi che aderiranno alla serrata No TAP