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Per ufficio stampa TAP sono in corso i lavori di realizzazione del pozzo di spinta, per i tecnici i lavori partiranno a metà dicembre. In gioco “l’esenzione diritto accesso terzi”.
Nella giornata di ieri il giornalista e conduttore de La Gabbia, Gianluigi Paragone, insieme ad una delegazione del Movimento Cinque Stelle, composta dai Senatori Maurizio Buccarella e Daniela Donno, dall’europarlamentare Rosa D’Amato, al Sindaco Marco Potì, ad alcuni Consiglieri comunali salentini e ad altrettanti attivisti No TAP, hanno svolto una “visita guidata” nel nascente cantiere TAP a San Basilio, accompagnati da personale tecnico della multinazionale svizzera.
I visitatori hanno avuto modo di filmare l’area e chiedere chiarimenti. In particolare è stato fatto un sopralluogo nel sito in cui sorgerà il pozzo di spinta. Dove prima sorgevano uliveti, ora si vede terra bianca e mezzi pesanti.
L’inizio lavori: nodo cruciale per lo sfruttamento del gasdotto in regime di monopolio
Secondo quanto comunicato ieri dall’ufficio stampa TAP, in quel luogo “sono in corso i lavori della cosiddetta Fase 1a per lo scavo del pozzo di spinta del microtunnel che consentirà l’approdo del gasdotto proveniente dall’Albania senza interferire con la spiaggia, la duna costiera e la macchia mediterranea retrostante.”
Tuttavia, i tecnici TAP avrebbero riferito alla delegazione che intorno alla metà di dicembre dovrebbero partire i lavori della fase 1a, contraddicendo il comunicato stampa diramato nel pomeriggio di ieri dalla società, che parlava di lavori già in corso.
La questione dell’inizio lavori è di rilevante interesse, in quanto l’“esenzione da obbligo accesso terzi” (TPA) per 25 anni concessa dalla Commissione Europea, ma condizione che TAP rispetti precisi termini. In pratica infrastrutture come i gasdotti possono essere utilizzate, oltre che dai proprietari, anche da altri operatori, a meno che a particolari condizioni non venga concessa l’esenzione. Per 25 anni TAP dovrebbe sfruttare il gasdotto in una posizione di monopolio. Ma le condizioni sono soddisfatte?
A tal proposito, lo scorso 30 novembre l’eurodeputato di Mdp Massimo Paolucci , dopo aver visitato il cantiere, ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione Europea per chiedere di confermare se TAP stia rispettando il cronoprogramma.
“La società TAP AG non avrebbe rispettato il termine ultimo del 16 maggio 2016 – afferma Paolucci – stabilito dalla Commissione europea per l’inizio dei lavori del gasdotto a Melendugno, in base a quanto ho potuto constatare durante la visita di sabato scorso al cantiere del pozzo di spinta del microtunnel il cui avvio non è ancora avvenuto. Né l’espianto degli ulivi effettuato nel marzo-aprile 2017, propedeutico alla realizzazione della strada di cantiere, né i rilievi volti all’individuazione di residui bellici e quelli geognostici possono essere considerati come effettivo inizio dei lavori. Di fatto – aggiunge – sembrerebbe che la società TAP AG non abbia rispettato il termine ultimo previsto dalla Decisione della Commissione Europea C(2013)2949 del 16.5.2013.”
In effetti fino ad ora TAP ha solo svolto attività di preparazione del cantiere, ma non lavori veri e propri. E la conferma è arrivata in più occasioni dalla dichiarazioni di Calenda, di Galletti e dalla stessa CTVIA del Ministero dell’Ambiente. TAP è ancora alla fase 0 e non potrebbe essere altrimenti, visto che in questi giorni sta provvedendo alla realizzazione della strada di accesso al cantiere, prevista appunto nella fase 0.
Fino a 40 metri di profondità c’è sabbia e acqua
Una delle questioni sollevate dalla delegazione, riguarda l’idoneità del sito ad ospitare questo tipo di infrastruttura.
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