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Manifestazione non autorizzata e cariche della Polizia. I fermati sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria. Versioni contrastanti nello svolgimento dei fatti.
Diverse persone del che protestavano contro il gasdotto TAP sono state fermate a portate in Questura nel pomeriggio e presso la sede dei carabinieri in via Lupiae, a Lecce.
Il fatto è accaduto nel primo pomeriggio di ieri, quando alcune decine di giovani attivisti NO TAP avevano improvvisato una manifestazione non autorizzata, partita dal Lungomare di San Foca e terminata a San Basilio, nei pressi della zona rossa.
Da qui sarebbero entrati nella zona interdetta, violando – secondo quanto comunicato dalla Questura – l’ordinanza prefettizia.
La ricostruzione dei fatti, con la motivazione dell’esecuzione dei fermi, è affidata ad una nota stampa della Polizia, nella quale si legge che:
“Gli attivisti, tra cui anarchici ed antagonisti, hanno eluso i controlli di polizia e tramite i campi hanno raggiunto le campagne in direzione del cantiere TAP.
I predetti, infatti, si sono avvicinati alla recinzione posta a protezione del cantiere, così violando l’ordinanza prefettizia sul divieto di transito, e hanno lanciato all’interno fumogeni, pietre e bombe carta.
I rinforzi delle Forze di Polizia intervenuti all’interno delle campagne, nonostante il lancio di fumogeni e pietre ad opera dei facinorosi, che ha reso difficoltosa l’azione di polizia, hanno interrotto l’azione aggressiva e bloccato tutti i 52 attivisti.
Tutti i facinorosi sono stati condotti presso la Questura ed il Comando dell’Arma dei Carabinieri per le attività di identificazione e fotosegnalamento.
Tre minorenni (due 16enni ed un 15 enne), presenti nel gruppo, dopo essere stati identificati sono stati subiti affidati ai propri genitori.”
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Durante le operazioni, in cui sono stati utilizzati auto, blindati e un elicottero, un agente avrebbe subito una lussazione alla una spalla, in seguito ad una caduta accidentale mentre inseguiva i manifestanti.
Inizialmente si parlava di circa 80 fermi, ma il numero delle persone effettivamente fermatesi è fermato a 52 persone, di cui tre minori (un 15enne e due 16enni).
La versione fornita dai manifestanti è un po’ diversa. Negano di essere entrati nella zona rossa, ma affermano di essere rimasti nelle campagne circostanti. E raccontano di un’improvvisa carica della Polizia e un accerchiamento degli stessi attivisti, che poi sarebbero stati divisi in gruppi, ammanettati e privati di effetti personali (zaini e borse e rispettivo contenuto) dei telefonini e quindi della possibilità di contattare i propri avvocati, sebbene alcuni legali siano stati contattati da altre persone. Smentiscono inoltre il lancio di oggetti verso i poliziotti, ma ammettono il lancio di alcuni fumogeni come diversivo per favorire la fuga, comunque non indirizzati verso gli agenti.
Sul sito web della Questura di Lecce sono state pubblicate delle immagini, in cui si vedono degli agenti mostrare un passamontagna, un coltellino multifunzione di tipo svizzero e quello che sembra un cavatappi da tasca, sottratti ad alcuni manifestanti.
Dopo le 17,30 circa a gruppi i fermati sono stati condotti alcuni in Questura, altri presso la stazione dei carabinieri di via Lupiae. La voce intanto si era sparsa, anche grazie ai social, e mentre ancora gli attivisti erano a San Basilio, alcuni parenti e avvocati avevano già raggiunto Lecce. Col passare delle ore anche amici ed esponenti del movimento No TAP si erano radunati fuori dalla Questura.
Le procedure identificative, con fotosegnalazione, sono durate delle ore, con i legali che fuori attendevano di poter conferire con i loro assistiti. Fuori dall’edificio si erano radunati diversi attivisti e parenti delle persone fermate, per avere delle notizie e per portare solidarietà.
Nelle stesse ore è giunta la notizia di due ragazze che hanno dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per contusioni e ferite, possibile conseguenza di colpi da manganello. Per una di loro si parla di frattura alla tibia.
La prime persone sono state rilasciate dopo le 20,30, e a seguire tutti gli altri fermati, man mano che si concludevano le singole identificazioni. Per tutti è scattata la denuncia all’autorità giudiziaria per per manifestazione non autorizzata. Ad alcuni di loro sono stati contestati a vario titolo altri reati di tipo contravvenzionale, quali manifestazione violazione di ordinanza prefettizia, lancio di materiale incendiario (fumogeni). Non sarebbero state addebitate condotte violente nei confronti di cose o persone (come ad esempio resistenza a pubblico ufficiale). Non ci sarebbero stati degli scontri, ma solo un’operazione di polizia volta a reprimere la manifestazione e l’accesso non autorizzati.
Insieme alle denunce sono scattati anche numerosi fogli di via, che vietano a queste persone l’accesso nei territori di Lecce e Melendugno per i prossimi 3 anni.
Dopo il rilancio alcuni di loro si sono recati al pronto soccorso, avendo riportato contusioni e ferite durante l’esecuzione dei fermi a San Basilio. Una ragazza sarebbe stata portata in spalla all’interno della Questura, in quanto, a causa di ferite o contusioni riportate, non sarebbe stata in grado di camminare. Successivamente al suo rilascio sarebbe stata portata al pronto soccorso.
Una volta liberi, gli attivisti hanno raccontato la loro esperienza, anche rendendola pubblica sui social. Una di loro scrive su facebook: “Sono stata 7 ore in Questura… non so se mi spiego”. Un’altra aggiunge: “Più di un’ora ammanettati contro il muro”. I racconti e le testimonianze sono tante e descrivono qualcosa di surreale che ricorda alcuni precedenti non particolarmente edificanti.
Pur ammettendo la possibilità che questi ragazzi abbiano commesso degli errori, sono stati tante le manifestazioni di solidarietà e la condanna dei metodi delle forze dell’ordine, da parte del mondo No TAP e non solo.
Ultimo aggiornamento ore 1:15 – 11 dicembre 2017
Di seguito le immagini pubblicate dalla Polizia:
http://www.poliziadistato.tv/c_OZ98sFwDiz
http://www.poliziadistato.tv/c_QsKRqG4Co6
Articolo pubblicato in origine su TagPress