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È firmata semplicemente “I genitori” la lettera ricevuta dai proprietari del palazzo nel quale da due anni i giovani ortellesi allestivano il presepe vivente e che chiede di non concedere la struttura a causa di non precisate minacce. I ragazzi però non ci stanno: “Non sono stati i nostri genitori, ma persone meschine”
Come da due anni a questa parte, i giovani cittadini di Ortelle si erano attivati per l’organizzazione del Presepe Vivente. Riuniti nell’associazione “Ortelle in Movimento“, i ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, avevano già abbozzato una locandina e organizzato un incontro informativo con i genitori dei bambini che avrebbero partecipato come figuranti. Anche per l’edizione 2017, la terza, la tradizionale rappresentazione natalizia avrebbe avuto il suo fulcro in alcuni dei locali del Palazzo Rizzelli, antico edificio della cittadina ortellese che si affaccia su piazza San Giorgio.
Lo straordinario successo, oltre anche le aspettative, delle prime due edizioni aveva invogliato i giovani ortellesi a proseguire sul percorso tracciato nel 2015, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, si è intromesso con l’obiettivo di mandare all’aria i loro piani. La terza edizione del Presepe Vivente dell’associazione “Ortelle in Movimento” non si terrà, e sono stati gli stessi ragazzi a informarne i concittadini con un manifesto, affisso tra le vie del paese e pubblicato sulla loro pagina Facebook, nel quale spiegano le ragioni di questa decisione.
Il motivo è da individuarsi in una lettera recapitata ad uno dei proprietari dell’immobile e nella quale si chiede di non concedere l’utilizzo del palazzo a causa di alcune non precisate minacce che incombono sui ragazzi. L’aspetto particolare di questa lettera, e sicuramente il più importante, è la sua firma, “I genitori”. Pare, quindi, che a ostacolare l’attività dei giovani ortellesi siano stati proprio i loro genitori, come si evince chiaramente proprio dalla lettera: “Siamo venuti a conoscenza che ci sono persone che, per diversi motivi, vogliono mettere i bastoni tra le ruote ai nostri figli e stanno aspettando la manifestazione del presepe per fargli del male. Temiamo seriamente per loro, perché le minacce che ci sono state fatte sono pesanti e perché indirettamente faranno del male anche ai proprietari del palazzo e delle altre case perché non agibili. Per ovviare a qualsiasi tipo di problema, nostro e vostro, le chiediamo di non concedere ai ragazzi l’utilizzo del palazzo, senza far menzione di questa lettera”.
Basterebbe questo per descrivere una situazione misteriosa e, soprattutto, grave, non fosse che, a dispetto dell’ultima richiesta, la lettera è però giunta nelle mani dei ragazzi che, non solo si sono dissociati dal suo contenuto, ma hanno sollevato i loro genitori da qualsiasi responsabilità: “A scrivere la lettera non sono stati certamente i nostri genitori, i quali ci hanno supportato in ogni singolo evento, bensì una o più persone con lo scopo di ostacolare il nostro operato e impedire la crescita del paese. Spacciarsi per altre persone, senza avere il coraggio di firmarsi, è un atto meschino e di scarsa personalità. L’assenza del presepe è una sconfitta per tutti quanti gli ortellesi. Prendere questa decisione è stato molto difficile, perché noi crediamo fermamente nel nostro paese ed in tutto quello che facciamo per renderlo migliore”.
Il Presepe Vivente ha rappresentato in questi anni il fiore all’occhiello dei giovani dell’associazione “Ortelle in Movimento”, che nel corso dell’anno si rendono sempre protagonisti nella vita sociale del paese con diverse manifestazioni che coinvolgono grandi e bambini. Qualcuno, quindi, ha voluto fermare la manifestazione di un gruppo di ragazzi molto attesa da tutta la comunità. Il contenuto della lettera non può non far sorgere diversi dubbi: quali sono le “pesanti minacce” ricevute dai presunti genitori? Le iniziative di un gruppo di giovani di un piccolo paese possono mettere a repentaglio gli interessi personali di qualcuno? Chi sono i veri autori della lettera? E se davvero fossero stati i genitori a scriverla, perché non parlarne direttamente con i propri figli, tutti maggiorenni e impegnati in esperienze di studio e di lavoro? Di queste minacce sono state informate le forze dell’ordine?
I giovani ortellesi hanno ricevuto la solidarietà di gran parte della comunità, che li ha invitati a non mollare e ad andare avanti per la loro strada come hanno sempre fatto finora. E i ragazzi da parte loro hanno promesso: “Noi non ci fermeremo“.
Articolo pubblicato in origine su TagPress