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Il personale del 118 effettua un elettrocardiogramma su un paziente, ma nel territorio la connessione Internet è scarsa e i dati non possono essere inviati alla centrale. Il caso denunciato da un cittadino di Ortelle
A casa, sul posto di lavoro, in giro con amici, perfino in palestra o durante un po’ di jogging. Oggigiorno quasi ogni aspetto della nostra vita quotidiana è scandito anche dall’uso massiccio della tecnologia, e Internet ne rappresenta sicuramente l’emblema. A volte elogiata per le sue immense potenzialità, altre volte bistrattata per le sue conseguenze di carattere sociale (soprattutto per le giovani generazioni), è innegabile che, se usata bene, la rete può fornirci delle opportunità straordinarie.
Internet, però, è legata a sistemi, strutture e apparecchiature tecnologiche che in quanto tali non sono esenti da guasti e disservizi. E quando si verificano queste situazioni le conseguenze possono rivelarsi importanti, soprattutto se è coinvolta la salute delle persone. Questo è ciò che si è verificato tempo fa a Ortelle, quando è stato necessario l’intervento del 118 per soccorrere un anziano colpito da un improvviso malore.
A raccontare l’episodio è stato un parente dell’uomo, che per primo aveva allertato il servizio di emergenza: “Avvertii il 118 quando mio zio si sentì male. Il personale medico arrivò tempestivamente e quando entrarono in casa mi accorsi che portavano con sé degli strumenti tecnologici, tra cui smartphone e tablet, che sarebbero serviti per sottoporlo alle analisi del caso“.
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L’uso di queste apparecchiature è diventato centrale nelle attività del 118, perché consentono di registrare i valori emersi nelle operazioni di soccorso e inviarli alla sede centrale di Bari, dalla quale giunge poi il responso sul quadro clinico del paziente. E una dell’analisi maggiormente effettuate in questi casi è l’elettrocardiogramma, proprio quella alla quale venne sottoposto l’anziano cittadino di Ortelle. Qui però sorsero i problemi: “L’intervento necessitava del collegamento a Internet attraverso il quale inviare i dati emersi, ma in quel momento purtroppo non c’era campo. Il personale medico decise allora di portare mio zio all’interno dell’ambulanza e spostarsi in un luogo all’aperto, precisamente nei pressi di Largo San Vito; anche lì, però, gli strumenti a loro disposizione non riuscirono a collegarsi alla rete. Fortunatamente, la dottoressa presente intuì che mio zio era stato colto da una tachicardia ventricolare, e così dispose il trasferimento presso l’ospedale di Tricase, dove venne adeguatamente curato“.
Con questo episodio, il cittadino ortellese ha voluto porre l’accento sulle conseguenze che possono derivare da una criticità avvertita a Ortelle come anche in molti altri comuni della zona: la scarsa velocità di connessione garantita da Telecom Italia (oggi diventata Tim). In queste zone, infatti, il servizio ADSL viene garantito con i Mini-DSLAM, apparati installati negli armadi stradali che consentono un’installazione meno onerosa, ma a spese della connessione, che non supera i 640 kbit/s. La soluzione potrebbe essere rappresentata dalla fibra ottica, che però al momento non copre tutto il territorio provinciale.
Nessuna contestazione all’operato del 118, ma la voglia di far emergere un disagio che oggigiorno può rivelarsi particolarmente dannoso in alcuni contesti: “Voglio ringraziare il personale medico intervenuto ed elogiare la loro competenza, professionalità ed efficienza, in particolare la dottoressa presente sull’ambulanza, il cui intuito è stato provvidenziale. E’ però emersa una criticità piuttosto diffusa a Ortelle e nei territori limitrofi ed uno strumento dalle innumerevoli potenzialità come Internet poteva paradossalmente rivelarsi dannoso“.
Articolo pubblicato in origine su TagPress