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Piano traffico TAP non prevede lavori notturni, ma non sarebbe rispettato. TAR Lazio da ragione a un cittadino contro il Ministero che nega l’accesso agli atti.
Per il Ministero dell’Ambiente, nonostante la rilevanza pubblica delle procedure di autorizzazione e di verifica relative al progetto TAP, ci sono documenti che devono restare riservati, in barba al principio di trasparenza dell’attività delle pubbliche amministrazioni, previsto dalla nostra Costituzione.
Per questi motivi la Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali, organo del Ministero, diretto da Giuseppe Lo Presti, aveva negato ad un cittadino di Melendugno l’accesso alle serie storiche delle tabelle riepilogative dello stato di ottemperanza alle prescrizioni ante-operam del progetto di gasdotto TAP, in quanto “prodotte dalla Società ad uso interno con l’esclusivo scopo di consentire a questa Direzione e alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS, di avere un quadro d’insieme del lavoro svolto”.
Nel provvedimento di diniego, infine, è stato precisato che la legge n. 241/90 ritiene inammissibili richieste di accesso che hanno come obiettivo quello di esercitare un “controllo generalizzato delle pubbliche amministrazioni”, specificando che non verrà dato seguito alle future richieste di questo tipo.
Insomma, per il Ministero si tratta di comunicazioni che sono servite per valutare se le prescrizioni potevano considerarsi ottemperate da TAP, ma che però non hanno ragione di essere rese pubbliche o fatte conoscere ad un cittadino interessato.
Contro questo rifiuto un melendugnese, assistito dagli avvocati Adriano Tolomeo, Barbara Renna, ha proposto ricorso al TAR Lazio, che gli ha dato ragione, ordinando al Ministero di rilasciare la copia della documentazione richiesta entro 30 giorni.
I giudici hanno condiviso le argomentazioni del ricorrente, il quale ha affermato che si tratta di informazione ambientale e che, in quanto tale, dovrebbe essere resa pubblica.
In giudizio si è costituita anche la società TAP, che ha chiesto la pronuncia di inammissibilità del ricorso “per difetto di interesse concreto e attuale e la sua infondatezza, non trattandosi di informazioni ambientali”.
Ma per il TAR “il rispetto delle prescrizioni ante-operam rappresenta uno dei presupposti per la corretta realizzazione dell’infrastruttura” e “le serie storiche delle tabelle mensili riepilogative dello stato di ottemperanza alle prescrizioni ante-operam vanno in ogni caso intese come informazione ambientale, rientrando tra le fattispecie delineate nell’art.2 del D.Lgs. n.195 del 2005, in quanto rappresentative di misure e attività di impatto sull’ambiente”.
Infine i giudici amministrativi hanno sottolineato che non si tratta di comunicazioni interne all’Amministrazione, ma piuttosto di atti che devono essere resi pubblici.
Dunque il rifiuto di fornire copia di questi atti non trova giustificazioni, in base a questa sentenza. Il Ministero, potrà dare seguito alla decisione del TAR oppure potrà (e potrà farlo anche TAP) impugnarla davanti al Consiglio di Stato.
Ma perché rifiutare di rendere pubbliche delle note inviate da TAP al Ministero, riguardanti un progetto che interessa la collettività, sulla base delle quali sono state considerate ottemperate alcune prescrizioni imposte al progetto?
La tanto invocata trasparenza intorno a questo progetto richiederebbe, probabilmente, che non ci fossero carte segrete.
Lavori notturni non autorizzati?
In questi giorni cittadini e attivisti insistono sempre più su una presunta violazione da parte di TAP del piano di gestione traffico, in quanto gli operai delle ditte appaltatrici, impegnate nella fase di realizzazione del pozzo di spinta, starebbero lavorando sistematicamente anche in orari notturni.
Nella serata del 27 dicembre una pattuglia della Polizia locale di Melendugno, allertata da alcuni cittadini, si è recata sul posto per un controllo e in un primo tempo non sarebbe stato consentito loro l’accesso al cantiere, se non dopo circa un’ora d’attesa.
La questione ruota intono alla dispozione 9.10 del piano traffico, titolato “Guida notturna”, in cui c’è scritto che “non sono previste attività di guida e di costruzione durante le ore notturne”.
Eppure ricordiamo i diversi “blitz” notturni dei mezzi di TAP nell’ultimo anno, in particolare tra la primavera e l’estate, tra aspre polemiche.
Diversi cittadini che hanno tentato di opporsi al passaggio dei mezzi sono stati severamente multati, nonostante, stando a quanto previsto dal piano traffico, quei mezzi non potevano nemmeno circolare a quell’ora.
Di quel piano traffico sarebbe a conoscenza anche la Prefettura, la Questura e lo stesso Comune di Melendugno. Ciononostante sembrerebbe essere rimasta inapplicata la disposizione 9.10.
Ad essere sanzionati sono stati i cittadini, mentre i mezzi di TAP erano scortati dalle forze dell’ordine.
Alcuni cittadini hanno anche polemizzato con la Polizia locale di Melendugno, per non essere intervenuta in precedenza, già nei mesi scorsi, in tutte quelle occasioni in cui sono avvenuti i blitz notturni di TAP.
Articolo pubblicato in origine su TagPress