Accolta la richiesta di 8 Sindaci che chiedevano di una valutazione di insieme degli impatti e della pericolosità dei progetti TAP e SNAM ai fini dell’applicazione della Seveso.
La Procura di Lecce ha riaperto le indagini relative all’esenzione dl progetto di gasdotto TAP dall’applicazione della normativa Seveso.
Il GIP presso il Tribunale di Lecce ha, infatti, accolto la richiesta dei PM Leonardo Leone de Castris (Procuratore Capo) e Valeria Farina Valaoria, loro volta sollecitati con un esposto presentato da otto Sindaci della provincia di Lecce (Melendugno, Vernole, Castrì, Lizzanello, Martano, Zollino, Calimera, Corigliano).
Nel febbraio 2017 lo stesso GIP, su richiesta dei PM Angela Rotondano e Cataldo Motta, avevano chiesto e ottenuto l’archiviazione delle indagini, non senza polemiche, non senza preoccupazioni messe nero su bianco anche nell’ordinanza di archiviazione.
Ora la magistratura leccese ha ritenuto sussistere fatti nuovi non considerati in precedenza e l’inchiesta è ripartita.
Cos’è la normativa Seveso?
La normativa Seveso è finalizzata a scongiurare il rischio di disastri ambientali e sanitari e prende il nome dalla città in cui avvenne quello che la rivista Time ha definito come l’ottavo tra i peggiori disastri ambientali della storia.
L’incidente avvenne in uno stabilimento di trasformazione chimica e si verificò la fuoriuscita di una nube tossica, carica di diossina, che colpì direttamente la popolazione dei Comuni circostanti, con gravissime conseguenze sull’ambiente e sulle persone.
TAP esentata dall’applicazione della normativa Seveso
Per il Ministero dello Sviluppo economico non c’era necessità di applicare la normativa Seveso anche al gasdotto TAP, pertanto con il rilascio dell’autorizzazione unica l’opera è stata esentata dal realizzare quelle speciali misure di sicurezza previste per il gli impianti a rischio incidenti rilevanti.
I magistrati leccesi avevano dato ragione a TAP e al Ministero, sulla base del fatto che, all’interno della centrale PRT del gasdotto, verrebbe stoccata un quantità gas pari a 48,6 tonnellate di gas, mentre la soglia per l’applicabilità della Seveso è di 50 tonnellate.
L’impianto quindi opererebbe appena al di sotto della soglia, ossia al 97,6%.
Tuttavia, i consulenti tecnici nominati dalla Procura hanno avvertito sui potenziali rischi di superamento di questa soglia. Le preoccupazioni sono state accolte dal GIP che, oltre ad archiviare le indagini, ha sollecitato chi di competenza a predisporre una sistema di monitoraggio, allarme e comunicazione per fronteggiare queste eventualità, notificando l’ordinanza a Prefettura, Ministero dell’Interno, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Ambiente, affinché ciascuno assuma le determinazioni di propria competenza.
In particolare nel provvedimento si legge:
“La prossimità del valore di 48,6 tonnellate, ‘quantità massima di gas potenzialmente presente nel PRTT’, alla soglia di 50 t, che ne determinerebbe l’assoggettabilità alla disciplina di cui all’art. 6 D.Lgs. 334/99, consiglia dunque il rispetto sostanziale e non solo formale di tale valore massimo, sicché il permanere dell’esclusione dell’opera dal campo di operatività della normativa Seveso va costantemente assicurato attraverso costante monitoraggio della permanenza nel tempo della condizione appena indicata”.
Le critiche in seguito all’archiviazione
Per mesi sono continuate le polemiche contro il provvedimento di archiviazione. In particolare è stato osservato che non si sarebbe tenuto conto della presenza all’interno del PRT anche di un’importante quantità di gasolio (circa di 18 tonnellate), che verrebbe utilizzato per alimentare i gruppi elettrogeni.
Inoltre non si sarebbe tenuto del fatto che accanto al PRT di TAP dovrebbe sorgere l’impianto di competenza di SNAM perché – come più volte ricordato – sarà una nuova opera SNAM a permettere il trasporto del gas da Melendugno fino al terminale della rete nazionale del gas a Mesagne.
Dunque, se si fosse tenuto conto anche della centrale SNAM, la soglia di 50 tonnellate di gas verrebbe superata e pertanto non sarebbe sufficiente valutare la pericolosità del singolo impianto, ma bisognerebbe considerarli entrambi in una valutazione d’insieme.
Proprio su questo aspetto sono incentrate le argomentazioni principali contenute nell’esposto presentato dagli otto Sindaci, ritenute sufficienti per far riaprire le indagini.
Rispetto all’anno scorso sono cambiati i magistrati inquirenti, mentre il GIP chiamato a decidere sulle richieste dei PM è, come un anno fa, la dottoressa Cinzia Vergine.
Ora potrebbe essere a rischio la procedura di valutazione di impatto ambientale, ma se si dovesse ritenere il progetto TAP assoggettabile alla normativa Seveso, potrebbe vacillare l’intero progetto. Siamo solo alla riapertura delle indagini, è troppo presto per prevedere ciò che potrebbe accadere.
Articolo pubblicato in origine su TagPress