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Per TAP lavori interrotti “per motivi di opportunità”. Attivisti: “Perché scappare se era tutto in regola?”. Dubbi su effettiva ottemperanza della A.3. Giovedì disordini nell’area di cantiere, agenti con lievi lesioni da morso.
Nella tarda mattinata di Mercoledì 24 gennaio, alcuni cittadini, tra cui attivisti No TAP, mentre percorrevano la litoranea di San Foca, hanno sorpreso degli operai di TAP all’opera sulla spiaggia e all’interno della vicina pineta di San Basilio.
Fin qui non sembra esserci nulla di strano, eppure qualcosa di anomalo sembrerebbe esserci stato. Alla vista delle persone che si avvicinavano, gli operai, secondo quanto testimoniato dagli attivisti, sarebbero letteralmente scappati, lasciando incustodita tutta l’attrezzatura di lavoro. Inoltre sembrerebbe che non indossassero la tenuta da lavoro, ma fossero “in borghese”, con indumenti ordinari, non certo da lavoro, senza caschi da cantiere, né giubbottini rifrangenti.
Gli attivisti hanno potuto così avvicinarsi in quest’area di lavoro e documentare con immagini e video, da cui emerge la presenza di cavi elettrici, bobine, elettrodi piantati nel terreno e nessun operaio nelle vicinanze.
Dopo diversi minuti sono intervenuti alcuni agenti della Digos, insieme a degli operai, che hanno provveduto a recuperare l’attrezzatura.
Il tutto si è svolto senza alcuna tensione, nell’incredulità dei presenti.
Successivamente, l’ufficio stampa di TAP ha diramato un comunicato in cui si affermava che le indagini geoelettriche in corso “sulla spiaggia di San Basilio lungo l’asse del microtunnel sono state interrotte, quando le attività si erano pressoché concluse, nella tarda mattinata di oggi per motivi di opportunità e in accordo con le Forze dell’Ordine.”
Non vengono, però, spiegate in cosa siano consistite queste ragioni di opportunità, né viene fornita una risposta all’accusa rivolta dai No TAP, secondo la quale gli opera lavoravano“senza nessun dispositivo di sicurezza e senza seguire le basilari norme di sicurezza sul lavoro”.
“Le indagini geoelettriche (“Prospezioni geofisiche mediante tomografia elettrica”), da realizzare su area di proprietà del demanio marittimo, sono volte – precisa la multinazionale – a misurare i differenti valori di resistività del sottosuolo attraverso il semplice posizionamento di un set di elettrodi. Le attività sono stati autorizzate il 2 gennaio scorso dalla Capitaneria di Porto competente; una analoga indagine era stata condotta nella stessa zona nello scorso mese di dicembre.”
Sulla vicenda anche il Movimento No TAP ha scritto una nota, sostenendo che quella “fuga” non fosse dovuta alla paura per gli attivisti e, “a dimostrazione di ciò – scrivono – è il fatto che sono tornati tranquillamente a prendere la strumentazione. Non sono scappati perché sprovvisti di scorta, in quanto diverse pattuglie della Digos sorvegliavano attentamente le operazioni. Allora perché?
La ragione starebbe, secondo i No TAP, nel fatto che gli operai lavoravano nell’osservanza delle regole di sicurezza sul luogo di lavoro, “o forse perché c’era qualcosa di strano”.
Il Movimento parla di accesso dialogo, quasi un litigio, tra loro e le forze dell’ordine. Oppure – ipotizzano ancora –“forse è perché sono andati ben oltre le attività consentite, devastando ancora una volta un piccolo angolo di paradiso come la pineta di San Basilio”.
Ovviamente, almeno per il momento, si tratta solo di ipotesi avanzate dagli attivisti. Restano tuttavia alcuni interrogativi.
A cosa servono le indagini geoelettriche
Quanto alla natura delle operazioni, i No TAP sostengono che queste si tratti di attività finalizzate alla misurazione delle “variazioni di resistività del sottosuolo e a valutare la presenza di variazioni sensibili (tipo grotte, resti archeologici o falde acquifere)”, che avrebbero dovuto essere svolte nell’ambito della procedura di VIA, non ora, a lavori iniziati.
Viene messa in dubbio, inoltre, l’effettiva ottemperanza alla prescrizione A.3, dichiarata ottemperata dal Ministero dell’Ambiente nel Settembre 2016.
La prescrizione A3 recita:
“In riferimento al progetto costruttivo relativo all’approdo ubicato tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, a) dovranno essere eseguiti ed approvati dalle autorità competenti, tutti i necessari rilievi ed approfondimenti geologico-geotecnici e idrogeologici atti a confermare la sostenibilità tecnica ed ambientale di realizzazione del microtunnel e delle opere connesse […]”.
“Dunque, su quali basi è stata approvata la A3? Se oggi TAP – osserva il Movimento – ha la necessità di effettuare nuove prospezioni, vuol dire che quanto dichiarato nella relazione di ottemperanza A3 non sarebbe sufficiente? Date le nuove indagini che sta svolgendo, avrebbe bisogno di una nuova convalida di ottemperanza?”
Disordini nell’area di cantiere giovedì 25 gennaio
La Questura ha riferito di disordini che… [continua…]
Dovreste essere contenti che le misure vengano ripetute dopo più di un anno. La misura della resistività del suolo è un ottimo indice di corrosività dello stesso, si sfruttano questo ed altri indici (che figuriamoci se vi interessano…..) per poi proteggere dalla corrosione tutto ciò che viene interrato. Articolo tremendamente di parte e non oggettivo.
-“E allora perché non erano in tenuta di lavoro e sono scappati a gambe levate?”
Certo, questo è un aspetto da chiarire!
-(da dicembre a gennaio…)
Certo, non cambia nulla, ma rifare delle misure non è un reato. Magari quando hanno fatto le prime misure la sabbia era piuttosto secca e questa volta era umida anche per via della pioggia (probabile) che scioglie i sali presenti modificandone la conducibilità
-e non invece a capire cosa c’è nel sottosuolo, visto che sotto è tutta sabbia e calcare e forse ci sono cavità carsiche?
In tutto il salento,ovunque, sono presenti fenomeni carsici. Quando si scava un pozzo per il prelievo di acqua dalla falda profonda capita molto spesso di incontrare cavità di diversi metri di altezza, ma non credo che nessuno abbia fatto mai delle opposizioni al loro scavo.