Gli inviati de Le Iene incontrano Marilù Mastrogiovanni, costretta ad abbandonare la sua casa dopo le rappresaglie della malavita, tra cui la barbara uccisione a bastonate del suo cane. Un magistrato di Lecce aveva ordinato il sequestro della pagina web dove era pubblicata la sua inchiesta.
Marilù Mastrogiovanni è una giornalista d’inchiesta di Casarano, direttrice de Il Tacco d’Italia, che già da diversi anni, per i suoi reportage, ha scatenato delle ritorsioni da parte del malaffare, ma anche da parte del mondo politico, anche se spesso questi due mondi sono fortemente collegati.
Il fenomeno mafioso nel Salento è sottovalutato e poco considerato, eppure c’è. Fa affari, fa pressioni su politici e amministratori locali per condizionare le decisioni, corrompe, riscuote il pizzo, gestisce attività illecite, reinveste i proventi in attività lecite. E se non ottiene ciò che vuole fa esplodere ordigni, incendia mezzi, capannoni e abitazioni, spara alle saracinesche e alle vetrate, sevizia e uccide animali e quando “necessario” non esita a puntare la canna della pistola o del fucile contro chi costituisce una minaccia ai propri affari e rifiuta di piegarsi.
Il 26 ottobre 2016 fu ucciso a colpi di Kalashnikov nel parcheggio di un centro commerciale il 42enne Augustino Potenza, di Casarano, all’epoca in regime di libertà vigilata.
Un mese dopo, sempre a Casarano, rimase gravemente ferito, in un attentato, Luigi Spennato un 41enne pregiudicato, considerato molto vicino a Potenza.
In seguito alle indagini, riguardanti anche la riorganizzazione della struttura mafiosa nell’area di Casarano e dintorni, conseguente alla scissione tra coloro che erano considerati i capi dell’organizzazione, Tommaso Montedoro e Augustino Potenza, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce emise 14 decreti di fermo d’indiziato di delitto, poi eseguiti a maggio del 2017 dai carabinieri del Comando Provinciale di Lecce.
Tra i reati ipotizzati vengono vanno annoverati associazione mafiosa, tentato omicidio aggravato, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione di armi, furto aggravato, ricettazione.
Marilù Mastrogiovanni e le sue inchieste sulla mafia nel Salento
Marilù Mastrogiovanni nel corso della sua carriera ha indagato a fondo sul fenomeno mafioso salentino (Sacra Corona Unita), sugli affari e sui legami con la politica e questo ha fatto arrabbiare molte persone.
Occupandosi di questi due recenti fatti di sangue ha pubblicato una serie di articoli che parlano di una “tela invisibile eppure d’acciaio” tessuta dalla Sacra Corona Unita “che ha intrappolato e intrappola Casarano e il basso Salento” in cui sarebbero coinvolti anche imprenditori, associazioni, politici locali e uomini del Comune, e di rischio “rischio infiltrazione mafiosa”.
Di risposta, l’Amministrazione comunale, fece affiggere dei manifesti contro la giornalista con i quali esortava i cittadini a reagire “con forza contro chi non esita a gettare sinistre ombre sull’amministrazione e su un intero tessuto sociale marchiandolo come mafioso e connivente.”
Successivamente qualcuno fece anche affiggere dei manifesti 6×3 con delle vignette, in cui la giornalista viene ritratta sottoterra, con la sola testa fuori dal terreno.
Il Consigliere di maggioranza Loris Luigi Stefàno (detto Gigi) si scagliò su facebook contro Mariù Mastrogiovanni, con pesanti insulti e minacce.
Ma le ritorsioni sono andate ben oltre, tanto da costringerla a trasferirsi con la sua famiglia in altra località, costantemente sorvegliata dalle forze dell’ordine.
La sua storia è stata oggetto di un servizio de Le Iene andato in onda ieri sera. Marilù Mastrogiovanni racconta che qualcuno se l’è presa con uno dei suoi cani, brutalmente bastonato, lasciato agonizzante con il cranio spaccato e un “occhio pendulo”, poi morto dal veterinario. Successivamente, una notte, ignoti diedero fuoco alla legnaia della sua casa in campagna.
Nel servizio de Le Iene viene ripercorsa brevemente la storia de Il Tacco d’Italia, una rivista d’inchiesta che le ha permesso di ricevere numerosi riconoscimenti, ma che occupandosi di mafia avrebbe perso l’interesse commerciale delle aziende per questa testata. La risposta tipica – dichiara il marito Mario Maffei – è “il prodotto interessante però rompete i co….ni”.
E anche la Regione Puglia avrebbe mostrato disinteresse, rispondendo (anche per iscritto), che il prodotto non era “in target” perché l’immagine che veniva data della Puglia non era “smart”.
Marilù Mastrogiovanni racconta i rapporti tra IGECO, il boss e il Consigliere
Nel servizio, in particolare, si parla del ruolo del Consigliere di maggioranza Gigi Stefàno e dei suoi rapporti con il boss Potenza e un dirigente della azienda di raccolta rifiuti IGECO SpA e delle conversazioni intercettate dai carabinieri, dove si parla anche di un incontro tra Stefàno e il dirigente presso la stazione di servizio gestita dalla moglie del boss e di pressioni che il Consigliere avrebbe dovuto fare su un funzionario dell’Ufficio tecnico comunale perché c’era “da mangiare un po’ per tutti”.
Sugli insulti e le minacce (vengo a trovarti sotto casa, t…a!)”, Stefàno dichiara: “ho sbagliato, però su un insulto che mi ha fatto lei, che mi ha chiamato mafioso”. Nega di aver mai conosciuto e incontrato il dirigente IGECO, così come la sua amicizia con Potenza, e sostiene che non è vero che i carabinieri non abbiano scritto quelle cose.
Sulle ritorsioni denunciate da Marilù Mastrogiovanni, afferma: “tutto da sola si è fatto”.
Quei manifesti contro la giornalista voluti dal Sindaco Gianni Stefàno
Sull’invito del Sindaco Gianni Stefano “a reagire contro chi infanga il buon nome della città”, la giornalista afferma:
“Paradossalmente un manifesto dell’amministrazione comunale che invita i cittadini a reagire contro la giornalista fa più paura di un cane ammazzato a bastonate , perché quell’azione è stata fatta dalla manovalanza dalla mafia. Il manifesto da chi è stato fatto? Chi c’è davvero dietro. Non so più chi c’è, non so più chi è il mio nemico.”
Davanti alle telecamere de Le Iene, il Sindaco appare poco propenso a rispondere, sostenendo che “è una questione troppo importante per essere trattata da una trasmissione come Le Iene”, aggiungendo che con quel manifesto si sia voluto evidenziare “le inesattezze e le falsità dette dalla giornalista”, mentre si esime da responsabilità sulle minacce e gli insulti di Gigi Stefàno alla giornalista, sebbene collegato alla sua lista, sostenendo che ognuno è responsabile per quello che fa.
E nulla dichiara, a proposito dei post in difesa del boss Augustino Potenza comparsi sulla pagina facebook del Sindaco, in particolare su una frase: “Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani.” Si è limitato a dire di non avere responsabilità su ciò che scrivono sulla sua pagina
Il magistrato che fa oscurare la pagina web con l’inchiesta di Marilù Mastrogiovanni
Il fatto più singolare in tutta questa vicenda è quello del sequestro, disposto dal GIP del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, della pagina web in cui è pubblicata l’inchiesta della Mastrogiovanni.
Un’inchiesta che due giorni dopo il sequestro, paradossalmente, le ha fatto ottenere dal Senato il “Premio Franco Giustolisi – Giustizia e Verità”.
Ma soprattutto questa decisione sembra non tener conto dell’articolo 21 della nostra Costituzione, laddove afferma che “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” e di una sentenza della Casszione a Sezioni Unite che stabilisce che una testata online non può essere oggetto di sequestro preventivo.
Il sequestro è stato poi revocato dal Tribunale del riesame e la pagina ora è di nuovo visibile.
Se da un lato Marilù Mastrogiovanni riceve premi e riconoscimenti per le sue inchieste, dall’altro ci sono tanti detrattori che cercano di ostacolarla con le buone e con le cattive. Per lei e la sua famiglia sono scattate le misure di protezione.
Racconta che uno dei motivi che ha spinto la sua famigliare a lasciare Casarano è che vedeva il Consigliere che l’aveva minacciata tutti i giorni fuori dalla scuola perché la figlia di lui andava in classe con il figlio della giornalista. “Questo significa vivere un piccolo centro, te li trovi sotto casa, di fianco”, ha dichiarato.
Qui il servizio de Le Iene: https://www.iene.mediaset.it/video/la-giornalista-scrive-e-loro-minacciano_13243.shtml