Risultati positivi a xylella 3.058 ulivi in base agli ultimi monitoraggi. Coldiretti parla di emergenza fuori controllo, l’Osservatorio fitosanitario smorza i toni allarmistici: “Nessun boom di nuovi casi. Percentuale piante infette si è ridotta”.
Lo scorso 23 marzo l’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia ha pubblicato i dati relativi all’ultima campagna di monitoraggio degli uliveti della zona di contenimento per l’individuazione degli alberi positivi al batterio xylella fastidiosa.
Sono 3.058 i campioni risultati positivi al batterio, un numero che guardato così fa impressione, soprattutto se si considera che al 7 marzo erano 2251. Il numero, dunque, sarebbe cresciuto sensibilmente in pochi giorni.
Tuttavia il dato, per essere letto in maniera corretta, va rapportato al numero di campioni prelevati ed analizzati, che vanno da 160 a 180 mila nell’ultimo anno. Negli ultimi due anni i campioni analizzati sono stati 325mila e di questi solo l’1% è risultato infetto.
Diversi articoli giornalistici, in linea con il pensiero espresso da associazioni di categoria e politici, parlano di emergenza che si aggrava, di boom di ulivi infetti, di numero di ulivi colpiti quadruplicato, espansione fuori controllo della malattia, con titoli sensazionalistici e allarmistici.
Ma fermarsi al numero di ulivi infatti, senza considerare il numero di campioni prelevati, sarebbe come se in una frazione algebrica si leggesse solo il numeratore, senza considerare il denominatore.
A portare tutti con i piedi per terra ci pensano il Direttore del Dipartimento agricoltura Gianluca Nardone, e l’Assessore all’Assessore all’Agricoltura Leonardo Di Gioia, i quali chiariscono con un comunicato che non c’è alcun boom di nuovi casi xylella:
“Il servizio fitosanitario della Regione Puglia precisa che non esiste alcun boom di casi xylella, come dimostrano i dati.
A febbraio 2018 è ripreso il monitoraggio da parte dell’ARIF, per completare la zona di contenimento e la zona indenne non concluse a dicembre 2017.
L’ultimo aggiornamento disponibile è stato inviato al servizio nazionale e per suo tramite alla commissione europea, dà evidenza del monitoraggio al 23 marzo 2018.
Nel complesso, la campagna 2017-18 ha riguardato 1.626 chilometri quadrati di territorio nelle fasce di contenimento e cuscinetto con il prelievo e l’analisi di campioni da 169.124 piante di cui 3.058 trovate infette. La situazione si è quindi modificata, ma non di molto, rispetto ai dati provvisori disponibili al 31 dicembre del 2017 i quali davano conto di 125.345 campioni analizzati e 2.980 piante infette. Come è facile verificare con i nuovi dati il tasso di piante infette sul totale delle ispezionate si è ridotto dal 2,3% all’1,8%.”
Si può, quindi, parlare di emergenza xylella con percentuali comprese tra l’1% e il 2% di ulivi infetti?
L’Osservatorio ha già iniziato da febbraio la fase di completamento dei monitoraggi nella zona di contenimento e nella zona indenne. A Nord della zona cuscinetto non sono stati al momento riscontrati campioni positivi e i controlli hanno superato la provincia di Bari.
A breve partirà la nuova campagna annuale di monitoraggio, che interesserà una superficie di 1800 chilometri quadrati già monitorati due volte, per un costo complessivo che oscilla tra i 3 ed 3,5 milioni di euro.
Ma c’è chi parla di allarme…
Per Coldiretti e diversi esponenti politici i dati, però, sono allarmanti. Secondo il Consigliere regionale Renato Perrini (DIT-NCL), il “numero quadruplicato di ulivi colpiti rispetto ai 2 mesi precedenti nella fascia di contenimento, non fa che confermare le preoccupazioni che ho espresso la scorsa settimana presentando un’interrogazione. All’esito di un sopralluogo effettuato in Valle d’Itria, convocato da alcuni agricoltori, parla di “situazione decisamente allarmante” e di “infezione non è per nulla sotto controllo”.
Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali (LeU), parla di situazione “insostenibile” e si mette idealmente al fianco “di migliaia di agricoltori che si trovano a combattere la xylella, e vedono giorno dopo giorno peggiorare le cose.”
La soluzione secondo la Muroni deve, da un lato, “intervenire con strategie di contenimento per rallentare l’espansione verso nord”, mentre dall’altro bisogna “investire risorse per far ripartire l’olivicoltura pugliese e salentina, puntando allo stesso tempo su innovazione e ricerca scientifica. Invoca quindi un’urgente “’rigenerazione agricola’” e suggerisce l’adozione di “adeguate e tempestive misure di intervento, tra queste il reimpianto di ulivi e un pacchetto di sgravi fiscali sui mutui, sia per il risarcimento tempestivo alle aziende”.
Per Coldiretti “la malattia è sfuggita di mano” e parla di “aumento del 37,7% di ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa in solo 1 mese dal 7 marzo ad oggi nella zona di contenimento”.
Il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, in particolare afferma che “il fronte della malattia è molto ampio e la Xylella è tutt’altro che sotto controllo”.
Gli fa eco Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia, che aggiunge:
“La zona di contenimento si è allargata, spostandosi a nord e ciò impone che innanzitutto gli interessi privati non prevalgano in modo insensato sul bene comune, come è successo sinora, bloccando gli espianti, atteggiamenti che configurano l’ipotesi di una class action. Contemporaneamente non vanno dimenticati tutti gli olivicoltori delle province di Lecce, Brindisi e Taranto che hanno già subito il dramma della malattia, restando senza reddito, a cui vanno garantiti indennizzi per gli abbattimenti e risorse per la irreparabile perdita produttiva, in attesa che possano procedere con il reimpianto, con linea guida chiare e nell’ottica della semplificazione”.
Desta molto più clamore un dato sostanzialmente in linea con i risultati degli ultimi due anni di monitoraggio, che non la notizia della certificazione scientifica dell’efficacia della cosiddetta cura Scortichini contro il disseccamento degli ulivi.
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