TAP e M5S, il diavolo e l’acqua santa, almeno fino a poco tempo fa. Ma oggi è ancora così? Donno: “Per noi non è cambiato nulla, quest’infrastruttura resta un’opera inutile e dannosa e continueremo ad opporci alla sua realizzazione.”
Il Movimento di Fico e Di Maio nei 5 anni di opposizione della precedente legislatura si è scagliato senza mezze misure contro il gasdotto transadriatico, a colpi di comunicati, adesioni a manifestazioni, interrogazioni parlamentari, esposti e diverse forme di denuncia, ma lo schema di accordo di governo dei pentastellati sta facendo sorgere qualche dubbio a proposito della posizione su TAP del M5S. La senatrice leccese Daniela Donno, al termine del sopralluogo presso il cantiere TAP rassicura sostenendo che nulla è cambiato.
Andiamo con ordine. Martedì 24 aprile una delegazione di parlamentari del M5S, composta dalla stessa senatrice e dai deputati Diego De Lorenzis e Leonardo Donno, è stata in visita al cantiere insieme ad alcuni rappresentati delle istituzioni locali, accompagnati dal country manager Michele Mario Elia e da alcuni tecnici di TAP.
In particolare il sopralluogo ha riguardato i lavori di recinzione (con jersey e filo spinato) di un segmento del tracciato a terra del gasdotto, il cosiddetto “cluster 5”, e la preparazione della fase di espianto dal sito di 448 ulivi.
Proprio su questo punto i parlamentari pentastellati hanno fatto delle osservazioni critiche, nutrendo dubbi sulla possibilità che questi ulivi possano essere effettivamente reimpiantati entro il termine previsto, ossia luglio 2018.
“Siamo certi che il periodo del reimpianto sia quello giusto? Siamo certi che il continuo ed incessante passaggio dei mezzi da lavoro e di sicurezza nel tratto interessato, non passi inosservato ad eventuali turisti e vacanzieri locali?”, si chiede Daniela Donno.
Almeno sulla carta, infatti, TAP dovrebbe sospendere le operazioni per non interferire con le attività turistiche e non creare disagio a turisti ed operatori. Prima del sopralluogo al cantiere i tre parlamentari erano stati ricevuti dal Prefetto di Lecce, Claudio Palomba, per presentare la richiesta di sospensiva dei lavori, anche se le probabilità di accoglimento restano quelle di un 6 al Superenalotto.
TAP e M5S: lo schema di accordo di governo che fa discutere
Ma veniamo al punto più interessante, che ha sollevato dei dubbi circa un possibile cambio di posizione sulla politica energetica da parte del Movimento 5 Stelle.
In queste ore il Movimento è alle prese con le trattative per la formazione di un governo insieme al PD e sta cercando dei punti di convergenza, che da formalizzare in un “contratto di governo”, sulla falsariga del modello tedesco. Questo compito è stato affidato dal M5S al professor Giacinto della Cannanea, Ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Tor Vergata, il quale ha istituito un comitato scientifico composto da ‘esperti indipendenti e di elevata professionalità: i professori Elena Granaglia (Università di Roma Tre), Fabio Giulio Grandis (Università di Roma Tre), Leonardo Morlino (Università LUISS), Gustavo Piga (Università di Tor Vergata), Andrea Riggio (Università di Cassino), ai quali è stata affidata l’analisi di divergenze e convergenze tra M5S, PD e Lega e la preparazione di uno “Schema di accordo tra le forze politiche”‘.
In questo schema di accordo al punto 8, titolato “Un Paese da ricostruire: investire nelle infrastrutture”, spicca un passaggio dedicato alle infrastrutture energetiche del gas:
‘Ulteriori interventi condivisi riguarderanno […] le infrastrutture relative al gas, relativamente al quale è essenziale la sicurezza degli approvvigionamenti; la produzione dell’energia, per la quale le parti convengono che è giunto il tempo di privilegiare il risparmio energetico e la produzione dalle fonti attualmente collocate al massimo grado di sostenibilità.’
Si parla di ‘essenzialità della sicurezza degli approvvigionamenti energetici“, che è l’argomento più battuto dai sostenitori di TAP e degli altri progetti di gasdotto proposti in Italia, e di privilegio alla “produzione da fonti attualmente collocate al massimo grado di sostenibilità‘. Quali sono queste fonti?
Al successivo punto 9 (Proteggere dai rischi, salvaguardare l’ambiente) si parla di green economy e si propone l’adozione di ‘politiche pubbliche innovative, orientate verso l’economia circolare, il progresso della transizione energetica su tutto il territorio nazionale per contrastare i cambiamenti climatici (efficienza, risparmio energetico e incremento della produzione locale di energia con le FER) e l’avvio di un processo di decarbonizzazione che si avvale di obiettivi programmatici 2030 molto chiari.’
Il riferimento alla “transizione energetica” in vista della decarbonizzazione fa venire alla mente posizioni già espresse da Legambiente e PD, dove l’energia di transizione designata è proprio quella del gas naturale.
C’è chi teme un mutamento della posizione sulla politica energetica e su TAP del M5S in modo da favorire un accordo con di governo con il PD. La senatrice Donno nega categoricamente questo cambiamento e su TAP afferma:
‘Per noi non è cambiato nulla, quest’infrastruttura resta un’opera inutile e dannosa e continueremo ad opporci alla sua realizzazione. Non molliamo di un millimetro’.
Anche prendendo per buone le rassicurazioni della senatrice leccese, resta da capire quale interpretazione dare ai punti 8 e 9 dello schema di accordo. In un’ipotesi di accordo di governo PD-M5S, appare estremamente improbabile che il PD sia disposto a rinegozinare la propria posizione sul gasdotto TAP.
Ad ogni modo, se l’attuale Parlamento volesse bloccare il gasdotto già oggi avrebbe i numeri per farlo. Ricordiamo che, oltre al M5S, anche Lega, Forza Italia e LeU chi si erano dichiarati contrari al gasdotto TAP. Ora hanno la possibilità di dimostrare che non baravano.