Accelerare sugli abbattimenti degli ulivi: è quanto richiesto da De Castro e associazioni di categoria. Di Gioia ed Emiliano invocano contro xylella una legge speciale dello Stato. De Castro insiste nell’accrescere il senso di drammaticità di questo ‘problema epocale’. Ma gli ulivi infetti sono l’1%.
In Puglia si continua a parlare di emergenza legata alla diffusione del batterio, anche cercando di far leva sui sentimenti di agricoltori e semplici cittadini, alimentando l’allarmismo che fin dal 2013 accompagna il dibattito, e si invocano misure estreme che possano scavalcare le normative a tutela del paesaggio, delle aree boschive e relative alla protezione idrogeologica e i legittimi ricorsi dei proprietari contro gli ordini di abbattimento, l’adozione, per contenere la presunta avanzata della xylella con una legge speciale.
Eppure dai monitoraggi effettuati dall’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia risulta che appena l’1% degli ulivi risulta positivo al batterio xylella fastidiosa, un numero che sarebbe insignificante per la scienza. Vorrebbe dire che il 99% degli alberi analizzati non è affetto da questo patogeno. Non è chiaro poi quanti di questi alberi presenterebbero dei sintomi da disseccamento.
Secondo il presidente del consorzio DOP Terra d’Otranto, Giovanni Melcarne intervistato il 30 aprile a “La Radio ne parla” la situazione peggiora di anno in anno e la xylella continuerebbe ad infettare gli ulivi e sarebbe ormai alle porte di Bari, mettendo in ginocchio le aziende olivicole e minacciando l’economia e l’identità della Puglia.
Secondo Melcarne in provincia di Lecce il 40% degli ulivi sarebbe già andato distrutto e non sarebbe stato fatto nulla per contrastare il fenomeno. La sua preoccupazione sembra essere – secondo quanto dichiarato, che venga salvaguardata l’identità della Puglia e le aziende.
Per il Vicepresidente Commissione Agricoltura presso il Parlamento Europeo, Paolo De Castro, anch’egli intervenuto alla stessa trasmissione, non c’è altra soluzione se non quella di eliminare le fonti di inoculo, ossia gli alberi di ulivo e le altre piante ospiti del batterio. Secondo l’europarlamentare la parola su questo tema va data solo agli scienziati e a suo parere non ci sarebbero più dubbi di natura scientifica. Insiste quindi sulla necessità di ‘accrescere questo senso di drammaticità’, sostenendo che siamo in presenza di un problema mondiale, di un dramma epocale di cui non abbiamo ancora coscienza.
Tutto questo con l’1% delle piante positive al batterio.
Di Gioia: ‘Contro xylella legge speciale dello Stato per velocizzare i tagli’
L’Assessore regionale all’agricoltura, Leonardo Di Gioia, ha affermato che non esisterebbero rimedi contro il disseccamento, ma solo dei palliativi (le buone pratiche agronomiche), mentre nessun centro di ricerca nazionale ed internazionale sarebbe stato in grado di indicare delle soluzioni.
Nessuno dei tre fa un solo riferimento alla cosiddetta “Cura Scortichini“, che dopo tre anni di sperimentazione ha ricevuto la validazione scientifica e grazie alla quale è stato provato che oggi è possibile salvare gli ulivi, riportarli alla vigoria e alla produttività.
Di Gioia individua il problema nell’inefficienza dei tagli, causata da ostacoli dipendenti dallo stratificarsi di norme nazionali riguardanti la tutela pesaggistica, delle aree boschive, i vincoli idrogeolgici, che prevedono autorizzazioni speciali, alle quali si aggiungono i ricorsi dei proprietari di uliveti raggiunti da ordine di abbattimento.
L’Assessore auspica quindi contro xylella una legge speciale nazionale che deroghi a queste normative e permetta i tagli immediati, scavalcando ricorsi e tutele. Una deroga drastica che si fonderebbe sul presupposto di un’emergenza di portata epocale, per usare le parole di De Castro.
Ma si può parlare di avanzata del batterio, di emergenza xylella con l’1% di alberi positivi? Questi numeri posso giustificare una deroga di tale importanza?
Di Gioia chiama, Emiliano risponde
Il Presidente della Regione ha subito accolto le indicazioni del suo Assessore, evidentemente incalzato. Così Michele Emiliano, colui che fino a qualche anno fa avrebbe “scatenato l’inferno” pur di salvare gli ulivi dagli abbattimenti, ha chiesto al premier Paolo Gentiloni, il quale ricopre ad interim anche l’incarico di Ministro delle Politiche agricole, di emanare un decreto-legge immediato ‘che ci consenta di rispettare le direttive europee e il decreto Martina, per accelerare le procedure di abbattimento degli alberi infetti. Perché con le norme attualmente in vigore abbiamo ancora molte decine di alberi che non riusciamo ad abbattere per vari impicci di natura giuridica’.
Per Emiliano, ex magistrato, le norme di tutela del territorio sarebbero solo degli ‘impicci’. Sono finiti i tempi in cui l’azione dei magistrati che avevano bloccato i tagli costituivano una “liberazione”. Il Governatore dopo aver fatto cessare lo stato d’emergenza, all’indomani dell’intervento della magistratura a dicembre del 2015, torna a invocare strumenti d’emergenza, come una legge speciale per la Puglia.
La paura è ora quella di possibili sanzioni da parte della Commissione europea, in vista della visita ormai prossima dei Commissari UE in Puglia, ed è per questo che Emiliano spinge sul Governo. A tal proposito Emiliano ricorda che sotto la sua Giunta sono stati abbattuti ‘molti più alberi di quanti ne siano mai stati abbattuti in precedenza da commissari governativi presso la presidenza del Consiglio dei ministri.’ ‘Questo, ovviamente – precisa – non significa che per noi l’abbattimento degli alberi è l’unica soluzione possibile, ce ne sono anche altre. Ma l’adempimento alle leggi viene prima di tutto’. Quali leggi?