Federconsumatori: ‘Decreto Martina potrebbe avere ricadute negative sull’occupazione’
L’associazione Federconsumatori di Lecce esprime ‘perplessità rispetto al contenuto del Decreto Martina del 13 febbraio 2018, con cui viene imposto l’obbligo di quattro trattamenti chimici all’anno su tutto il territorio agricolo compreso tra l’Adriatico e lo Ionio e da Martina Franca, Locorotondo e Fasano fino al Capo di Leuca, al fine dichiarato di eliminare l’insetto vettore di Xylella.’
‘Federconsumatori Lecce – spiega il presidente Antonio Moscaggiuri – auspica possa prevalere un approccio maggiormente sostenibile nella gestione di parassiti e infestanti, orientato alla riduzione dell’uso della chimica, alla promozione di buone pratiche che valorizzino le risorse naturali locali e i processi biologici per ripristinare e migliorare la fertilità del suolo, favorire un uso più efficiente dell’acqua, aumentare la biodiversità delle colture e del patrimonio zootecnico’.
‘Ciò, d’altra parte -prosegue -, potrebbe avere significative ricadute anche in ambito occupazionale, se unito ad un controllo capillare dello stato dei terreni incolti e/o abbandonati da tempo: a tal fine si sollecita la classe politica a valutare la possibilità di affidare la gestione dei suddetti terreni, sia di proprietà privata sia pubblica, a terzi, tenuto conto dell’elevato numero di aziende agricole presenti in Puglia e del ricambio generazionale cui si sta assistendo negli ultimi anni, con l’interessamento di imprenditori agricoli sempre più giovani’.
Legambiente: ‘Concreti rischi di contaminazione dell’aria e del suolo’
Francesco Tarantini invoca un approccio più sostenibile in quanto le misure del Decreto Martina ‘sembrano esporre la nostra Regione a concreti rischi di contaminazione dell’aria e del suolo, con pregiudizio per la salute dei cittadini e per la biodiversità del territorio pugliese. Un’ulteriore conseguenza dalla portata non prevedibile è la decimazione degli insetti impollinatori, che travolgerebbe la produzione di alberi da frutto, legumi e ortaggi allogami, e comporterebbe l’estinzione delle piante infestanti che sono alla base della nostra attuale alimentazione vegetale’.
Legambiente , è inoltre preoccupata per la mancazza di chiarezza sulle modalità con cui il Decreto Martina dovrebbe applicarsi alle aree naturali protette, ‘che invece richiederebbero una maggiore tutela, vista la biodiversità di cui sono custodi.’
Per l’associazione ‘quella della xylella è una storia fatta di contraddizioni, rinvii e polemiche. Oggi è necessario un lavoro sinergico per non compromettere il futuro dell’olivicoltura pugliese, tutelando così le centinaia di migliaia di aziende agricole che rappresentano un patrimonio per la nostra regione’.