Evidente conflitto normativo tra i due provvedimenti, specchio di un conflitto sociale. Oltre all’ordinanza contro il Decreto Martina firmato dal Sindaco Pippi Mellone, verranno proposti tre ricorsi al TAR per tutelare salute, immagine territorio, agricoltura, turismo, ambiente, apicoltura. Manifestazione il 25 maggio.
Arriva la prima ordinanza sindacale contro il Decreto Martina emanato a febbraio 2018, che detta misure di contrasto al batterio xylella fastidiosa e a quello che è considerato come il suo insetto vettore, ossia la sputacchina.
Dopo diverse riunioni e denunce da parte di agricoltori, apicoltori, medici, ambientalisti, consumatori e Sindaci, la prima iniziativa da parte delle amministrazioni locali è partita dal Sindaco di Nardò Pippi Mellone, che nella giornata di ieri ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente con la quale vieta su tutto il territorio comunale, a scopo cautelativo e in via precauzionale, l’utilizzo in agricoltura di pesticidi e prodotti fitosanitari estranei alle normali prassi agricole, quindi nei modi e nelle forme previste dal decreto.
Quella dell’ordinanza contro il Decreto Martina, almeno contro la parte in cui si impone l’uso dei pesticidi, di cui alcuni considerati molto pericolosi, era un’ipotesi già vagliata nei giorni scorsi da diversi Sindaci, in alternativa o in aggiunta al ricorso al TAR.
E non è escluso che altri primi cittadini seguano la stessa linea e propongano ordinanze dello stesso tenore.
L’ordinanza del Sindaco Mellone, a tutela dell’ambiente, della salute pubblica e della biodiversità, contro possibili contaminazioni disuolo, l’acqua, i prodotti agricoli, prevede una sanzione amministrativa da 500 euro.
‘Non è una questione di disobbedienza – spiega Mellone – ma semplicemente un atto di difesa ragionevole del territorio. C’è molta agitazione tra gli agricoltori, soprattutto chi ha scelto di investire sul biologico, tra gli operatori del turismo, che temono un danno d’immagine, tra i cittadini, che hanno paura del cibo contaminato. Capisco perfettamente che in gioco c’è la sopravvivenza dei nostri ulivi e delle altre piante a rischio, ma non è pensabile che per questo si obblighi all’uso scriteriato dei pesticidi, con rischi altissimi per l’equilibrio ambientale’.
Ordinanza contro decreto Martina: non solo un conflitto giuridico
Sul piano giuridico la questione sarà molto complicata, in quanto c’è un evidente conflitto normativo tra il Decreto Martina, che impone queste misure, e l’ordinanza sindacale che le vieta. Al di là del modo in cui, dal punto di vista giuridico, possa essere risolto questo conflito, resta comunque una situazione drammatica che si esprime in un conflitto politico e sociale, che ormai dura da qualche anno, tra il territorio e le istituzioni centrali e regionali.
Ed è evidente che la prova di forza del Governo, supportata dalla Regione, non fa che acuire queste fratture ed esasperare gli animi.
Proprio la Regione probabilmente avrà un ruolo di mediazione nel decidere le modalità attuative del misure del Decreto Martina, ma difficilmente potranno essere limate le posizioni contrapposte tra chi è preoccupato per nocità di un uso intensivo imposto di queste sostanze e chi ritiene infondate queste preoccupazioni.
Pronti tre ricorsi contro il Decreto Martina
Intanto oltre 140 gli enti nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto pronte ad opporsi in sede giudiziaria. I vari soggetti hanno deciso di unire le forze e di coordinare la lotta.
E’ quanto emerso nell’incontro di ieri presso CSV Salento, a Lecce, a cui hanno partecipato anche i Sindaci. I primi cittadini hanno deciso di proporre un ricorso autonomamente con l’obiettivo di garantire la salute pubblica dei cittadini, i danni di immagine che potrebbe subire il territorio, le ricadute negative sul turismo, in quanto i turisti potrebbero essere preoccupati dall’idea di respirare pesticidi e mangiare cibo contaminato.
Preoccupazioni, infatti, sono state fatte presenti ai Sindaci anche da albergatori e gestori di strutture ricettive.
Il secondo ricorso sarà presentato dalle aziende BIO delle tre province salentine (Lecce, Brindisi e Taranto), preoccupate di perdere la certificazione biologica, a causa dell’ uso obbligatorio dei pesticidi e perdere questo mercato.
Il terzo ricorso verrà presentato dagli organismi a tutela della salute, tra cui LILT, l’Ordine dei Medici di Lecce e ISDE.
Il senatore leccese del M5S Maurizio Buccarella, anch’egli presente all’incontro, si è impegnato a fare pressioni sul nuovo governo affinché venga ritirato o modficiato il Decreto Martina.
Intanto altre associazioni fuori dall’area salentina si mobilitano contro il Decreto Martina e sarà prevista per il 25 maggio una manifestazione sotto al Palazzo della Regione, alla quale potrebbero aderire le varie realtà locali di tutta la regione interessate dal contestatissimo provvedimento.