Confermato il sequestro del cantiere TAP in contrada Le Paesane, rigettata dal Tribunale del riesame la richiesta di dissequestro presentata dalla società.
Resta sotto sequestro il cantiere TAP messo su ad aprile, in corrispondenza del cosiddetto cluster 5. E’ quanto deciso dal Tribunale del riesame, al quale si era rivolta la società del gasdotto per ottenere il dissequestro del nuovo cantiere in località “Le Paesane”, aperto lo scorso aprile e finito sotto esame della magistratura a seguito di un esposto presentato da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Nella giornata di ieri l’organo di giustizia si è pronunciato ritenendo inammissibile il ricorso presentato, pertanto resta sotto sequestro il cantiere TAP, almeno fino a quando non saranno compiuti tutti gli accertamenti necessari a chiarire la situazione.
Questa nuova inchiesta riguarda due aspetti, ossia l’espianto, la movimentazione e la ripiantumazione di 448 alberi di ulivo, che starebbe avvenendo fuori dal periodo autorizzato (dicembre-febbraio), e l’esecuzione di lavori in area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza di apposita autorizzazione.
Quest’ultimo aspetto è legato ad una variante progettuale presentata da TAP, autorizzata dal Ministero per lo Sviluppo Economico sul presupposto dell’assenza di vincoli sui terreni interessati. Ma dall’esame documentale degli inquirenti l’area, invece, risulta vincolata e – osservano i magistrati – la presenza del vincolo sarebbe menzionata nella stessa documentazione della società TAP. Inoltre sono state ravvisate delle presunte anomalie procedurali nel rilascio delle autorizzazioni.
Al momento risulta indagata Clara Risso, rappresentante legale di TAP, difesa dagli avvocati Andrea Sambati e Massimiliano Foschini.
Le ipotesi di reato per le quali si indaga sono: ‘Esecuzione di Opere in assenza di autorizzazione o in difformità da essa’ (articolo 181 del Codice dei Beni culturali del paesaggio, D.Lgs 42/04), ‘Distruzione o deturpamento di bellezze naturali’ (art. 734 del codice penale), ‘Danneggiamento’ (art. 635 comma nn. 1 e 3 c.p.), ‘Interventi edilizi nelle zone sottoposte a vincolo storico, artistico, archeologico, paesistico, ambientale, in variazione essenziale, in totale difformità o in assenza del permesso’, (articolo 44 lettera c) Testo unico dell’edilizia, DPR 380/01).
TAP, dopo la notifica del provvedimento di sequestro, aveva espresso piena fiducia nell’operato della magistratura. Rimane ancora aperta l’altra inchiesta relativa all’iter procedurale di approvazione del progetto di gasdotto e l’esenzione dall’applicazione della normativa Seveso sul rischio incidenti rilevanti, rispetto alla quale si attende l’incidente probatorio.
Il sequestro del cantiere TAP del cluster 5 non ferma i lavori a San Basilio, ma rende al momento impossibile l’avvio di operazioni in questa nuova area, provocando ulteriore ritardo nel cronoprogramma, che imporrebbe la conclusione dei lavori entro l’anno prossimo.
TAP da qualche tempo ha smesso di comunicare la contabilità del numero di provvedimenti giudiziari favorevoli ottenuti. Il Movimento No TAP ha colto l’occasione per attaccare l’operato di Prefetto e Questura:
‘Oggi, il Riesame ha dichiarato inammissibile il ricorso di Tap con il quale la multinazionale chiedeva il dissequestro del cantiere ‘Le Paesane’, in cui ricordiamo, il Prefetto ha istituito una zona rossa per permettere alla società Tap di lavorare in tranquillità. Il Riesame ha dichiarato inammissibile il ricorso per motivi procedurali (hanno sbagliato un ricorso, figuriamoci un progetto!!). Sta venendo a galla tutto quello che comitati e Movimento affermano da anni, cioè che Tap naviga nell’illegittimità. Chissa’ cosa ne pensano in Questura, visto che hanno scortato i mezzi per poter realizzare il cantiere de ‘Le Paesane’ e permettere l’espianto di 447 alberi in tempi non consoni successivamente messo sotto sequestro.’
E’ probabile che contro la decisione del Tribunale del riesame TAP si rivolgerà alla Corte di Cassazione chiedendo il dissequestro del cantiere