Massa e Bellanova sbeffeggiano il Ministro Lezzi, che su TAP ricorda che c’è un accordo internazionale. Tuttavia manca una convenzione (Accordo HGA) tra TAP e Governo, allora quali sarebbero le penali che scatterebbero contro l’Italia in caso di blocco del progetto? Il Movimento No TAP chiede chiarimenti.
Le parole del Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, riguardanti la vicenda TAP, sta facendo molto discutere, anche perché in qualche modo ha legittimato le posizioni espresse in questi anni da esponenti del PD, come Federico “Fritz” Massa e Teresa Bellanova, grandi sostenitori dell’opera.
Massa, in particolare, in un post pubblico su facebook ha commentato così le dichiarazioni della Lezzi:
‘LA MINISTRA LEZZI SCOPRE CHE C’È UN TRATTATO INTERNAZIONALE PER #TAP.
I proverbi non sbagliano: meglio tardi che mai.Ora nessuno dimentichi, dal Presidente Michele Emiliano ai Sindaci del territorio, che è indispensabile una fortissima iniziativa politica, sociale e istituzionale per i diritti del territorio: investimenti, tutela ambientale, lavoro; tutti insieme per contrastare il rischio che l’opera si faccia e poi…buona notte ai suonatori.
Chiunque continuerà a vaneggiare di un possibile spostamento dell’approdo si definisce da solo: demagogo e imbroglione.
BASATA CHIACCHIERE, I DIRITTI DEL TERRITORIO SONO INVIOLABILI!’
Teresa Bellanova, invece, ha dichiarato:
‘Assisto con vero disincanto alla mutazione antropologica di alcuni tra i più veementi esponenti del Movimento 5 Stelle. A proposito della Tap la neo ministra Lezzi scopre solo adesso l’esistenza di un accordo in sede europea tra Italia, Grecia, Albania, ratificato dal Parlamento nel 2013, di cui bisogna ovviamente tenere conto. Delle due l’una: o non seguiva all’epoca i lavori del Senato o ha preso in giro e gabbato per cinque anni sostenitori del Movimento ed elettori. Compresi quegli amministratori con cui a pochi giorni dalle elezioni sottoscriveva accordi per fermare la realizzazione dell’opera’.
La Lezzi ha in sostanza detto che il gasdotto TAP è inutile, ma siccome c’è un trattato ratificato da 5 anni, l’opera si dovrà fare per non incorrere in penali.
Tuttavia non è chiaro quali siano queste penali e da quale accordo scaturirebbero. Infatti è stata sempre negata, anche dal Ministero dello Sviluppo economico, la presenza di un accordo HGA (Host Government Agreement) tra TAP e il Governo.
L’HGA è una convenzione che dovrebbe regolare diversi aspetti legati all’opera, al servizio, alla sicurezza, alla politica energetica, eventuali penali o accollo di costi in caso di mancata realizzazione dell’opera o di mancata entrata in esercizio.
Questo tipo di accordi sono stati stipulati tra TAP e i rispettivi governi albanese e greco, ma non con l’Italia.
TAP nel 2017: ‘Nessun accordo HGA con l’Italia, né penali’
Ad aprile 2017 fu chiesto all’ufficio stampa TAP se esistesse tale accordo con il Governo italiano e, in caso affermativo, una risposta alle seguenti domande:
- è previsto un arbitrato per eventuali controversie tra la società e lo Stato?
- in caso di mancata realizzazione dell’opera è prevista una penale da 20 miliardi a carico dello Stato?
- sono previste indennità a carico dello Stato in caso di mancanza di remuneratività dell’opera?
La risposta dell’ufficio stampa fu perentoria e negativa:
‘Tra TAP e Italia non è stato sottoscritto alcun accordo HGA. Ne consegue che anche la risposta alle tre domande particolari è NO.
Ciò dipende dal fatto che la stabilità e complessità del sistema normativo e regolatorio italiano copre e tutela tutti gli aspetti della relazione tra un investitore straniero e il Paese. L’HGA con Grecia e Albania copre il gap tra questi paesi e l’Italia e contiene infatti sia elementi a tutela dei paesi ospiti sia dell’investitore.’
Dunque né TAP né il Governo avrebbero ritenuto necessario procedere alla stipula di questo accordo, perché ci sarebbe già una normativa esaustiva e completa.
Eppure il progetto di gasdotto IGI Poseidon, con approdo previsto a Otranto, progetto che poi non è passato alla sua fase realizzativa, prevedeva la stipula di questa convenzione.
La conferma dell’inesistenza dell’HGA tra TAP e Governo arriva anche dal Direttore generale del Ministero dello Sviluppo economico, Gilberto Dialuce, che, in risposta ad una richiesta di accesso agli atti presentata dalla Senatrice Daniela Donno, aveva negato l’esistenza dell’Accordo HGA, specificando che nell’accordo stipulato tra Italia, Grecia e Albania del 2013 l’HGA era previsto solo con i Governi dei due Paesi balcanici, ma non con quello italiano.
Il Movimento No TAP due giorni fa aveva chiesto pubblicamente, in un post, delle spiegazioni a Barbara Lezzi, su ‘cosa significa rivedere i trattati. Le nostre lecite richieste di chiarimento, necessarie – scrivono in una nota gli attivisti – nel momento in cui escono certe dichiarazioni, sono domande che i cittadini si sono fatti su una esternazione probabilmente equivocabile.’
Il Movimento, dopo aver bollato come ‘chiacchiere’ quelle ‘dei difensori massimi degli interessi di Tap e del PD, il signor Federico “Fritz” Massa e la signora Teresa Bellanova, che non hanno mai mancato nell’accusare il movimento di ignoranza, ma che dimostrano concretamente di non saper leggere il nostro comunicato’, rivolge a loro e al PD una domanda:
‘Signor Federico Massa e signora Teresa Bellanova, considerato che negli ultimi giorni si parla tanto di un famigerato contratto internazionale che obbligherebbe lo Stato Italiano alla realizzazione del gasdotto TAP, chiediamo al Partito Democratico e a tutto l’ex governo PD di pubblicarne i contenuti.
Crediamo sia un atto doveroso nei confronti dei cittadini far sapere chi lo ha firmato e capire quale fregatura sia stata riservata alla Repubblica Italiana. Se non sarà fatto, prenderemo atto che il contratto non esiste o peggio ancora che non si vuole rendere pubblica la grande truffa di TAP.’
Cosa accadrebbe se il Governo decidesse, per volontà politica, di fermare l’opera e rinunciare al gasdotto? Il Ministro Lezzi, coloro che ricoprono ruoli chiave in questo Esecutivo e che richiamano la necessità di onorare gli accordi presi sarebbero in dovere di chiarire la consistenza degli impegni assunti e fornire le risposte che legittimamente i cittadini del Salento aspettano di ricevere.