E’ stata approvata la mozione presentata in Consiglio regionale da Cristian Casili che prevede l’inserimento del bosco Lupomonaco tra i SIC e all’interno della Rete Natura 2000. Casili: ‘Adesso il luogo sarà restituito ai cittadini di Veglie e saranno possibili gli interventi di tutela e valorizzazione.’
Il bosco Lupomonaco è un’area verde di circa 25 ettari, insistenti sul territorio di Veglie, un sito di grande pregio naturalistico e paesaggistico, che vanta la presenza di alcune specie vegetali tutelate dalla Direttiva Habitat.
Purtroppo però, nonostante le segnalazioni di cittadini sensibili e ambientalisti, quest’area è stata molto spesso trascurata da chi aveva il dovere di occuparsene ed è stato oggetto di numerosi incendi e discariche abusive di rifiuti, anche speciali, una sorta di zona franca per i crimini contro l’ambiente.
Nel 2011 uno studio condotto dall’Orto Botanico dell’Università del Salento ha evidenziato la presenza, all’interno del sito, di specie vegetali di grande importanza, meritevoli di tutela ai sensi della Direttiva Habitat. In particolare sono state censite alcune specie, che caratterizzano l’habitat 6220, tipiche di vegetazioni di macchia/gariga e pseudo steppa. Nell’area, inoltre, sono presenti varie specie di orchidee come la specie Serapias politisii, tutelata dalla Convenzione di Washington.
Il bosco Lupomonaco, dunque, rappresenta una grande ricchezza per il Salento, ma fino ad oggi non ha avuto l’attenzione e la valorizzazione che meritava. Qualcosa potrebbe cambiare dopo l’approvazione in Consiglio regionale della mozione presentata da Cristian Casili (M5S), finalizzata a far diventare questa macchia in un sito di interesse comunitario (SIC).
Possono ottenere questo riconoscimento quei luoghi che contribuiscono in modo significativo a mantenere o ripristinare determinati habitat, a mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente determinate specie, oppure a mantenere la biodiversità. In particolare, in virtù di questa mozione, il bosco Lupomonaco verrebbe inserito nella rete ecologica europea “Natura 2000”, nata per preservare specie e habitat di particolare valore.
Questo significa che qualsiasi piano o progetto di qualsiasi natura che non riguardino la gestione di del sito dovranno essere assoggettati a procedura di valutazione di incidenza ambientale (VINCA o VI), da non confondere con la valutazione di impatto ambientale (VIA), nata con lo scopo di verificare se determinati interventi avere un’incidenza significativa sui Siti di Importanza Comunitari (SIC), sulle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS).
‘C’era la necessità di intervenire urgentemente – spiega Casili, autore della mozione – per limitare l’accesso ai cinque varchi dell’area e per dotare l’intera superficie di una recinzione in muretti a secco, ripristinando quelli danneggiati o crollati, anche ricorrendo alle prossime misure di finanziamento del Psr regionale. La zona ricade, tra l’altro, in aree identificate dal Pptr come “Boschi”, nelle quali è necessario limitare e ridurre gli interventi di trasformazione. Adesso, con l’approvazione della mozione, il luogo sarà restituito ai cittadini di Veglie e saranno possibili gli interventi di tutela e valorizzazione. Un’area – conclude Casili – che finalmente garantirà una serie di attività di ricerca, didattiche, sportive e turistiche, disciplinate da una corretta gestione nel pieno rispetto delle emergenze ambientali, con un ritorno di immagine che gioverà all’intero territorio’.