Cadmio, arsenico, cromo, nichel, vanadio oltre i valori di tollerabilità a San Basilio. Dati fuori norma già da diversi mesi. Sindaco ordina immediata sospensione attività di TAP e divieto di emungimento dalle acque sotterranee.
Quello che tanti cittadini temevano è accaduto: la falda sottostante all’area di cantiere TAP risulta fortemente inquinata, tanto da imporre il divieto di utilizzo delle acque sotterranee e la sospensione immediata delle attività di realizzazione del gasdotto.
La causa sembra doversi attribuire all’attività di cantiere di TAP. E’ quanto si evincerebbe dall’ordinanza d’urgenza emanata dal Sindaco di Melendugno, Marco Potì, e dai documenti richiamati nel provvedimento, dai quali risulterebbe che la multinazionale non avrebbe ottemperato alle prescrizioni imposte riguardanti le misure da adottare per proteggere suolo, sottosuolo, falde acquifere dall’inquinamento, impermealizzando il terreno in modo da non disperdere sostanze chimiche pericolose nell’ambiente.
Per l’ARPA due prescrizioni non sarebbero state ottemperate
In particolare, da sopralluogo effettuato dall’ARPA Puglia il 9 gennaio 2018 (note tecniche del 15 e 31 gennaio), risultava che a San Basilio, nell’area di cantiere TAP, non erano state ancora completate le aree impermeabilizzate per il deposito temporaneo proveniente dallo scavo del pozzo di spinta e dalla perforazione del microtunnel, dall’installazione del casing-pipe e della trincea per l’installazione dell’argano per il varo della condotta dal mare a terra.
Di conseguenza la prescrizione A.36 non era stata considerata come ottemperata nei punti a) e b), ‘in quanto non risultavano predisposte tutte le misure idonee alla protezione del suolo e sottosuolo per le aree di cantiere e di deposito e che le acque derivanti dalle superfici delle aree di cantiere e di deposito, sia di lavaggio che di prima pioggia, non risultavano convogliate e raccolte in apposite vasche e serbatoi per poi essere avviate ad idoneo impianto di trattamento secondo la normativa vigente’.
Nemmeno la prescrizione A.55 sarebbe stata ottemperata, in quanto, in mancanza di impermeabilizzazione dell’area di cantiere, ‘non risultava impedito ogni possibile inquinamento del suolo e delle falde acquifere’.
Le conclusioni a cui è giunta l’ARPA nel mese di gennaio sono state poi riconfermate anche a seguito dei sopralluoghi effettuati il 21 febbraio e il 26 aprile, nonostante la Commissione tecnica di VIA e VAS (presso il Ministero dell’Ambiente) avesse fornito a TAP un’interpretazione restrittiva della prescrizione A.36 che di fatto ne riduceva la portata e gli oneri a carico della multinazionale, circoscrivendo l’aree interessate dagli obblighi facendole coincidere – recita l’ordinanza del Sindaco – ‘con le sole “aree di deposito materiali e attrezzature”‘.
Dunque, secondo l’ARPA ‘la prescrizione non risulta ottemperata in quanto non risultano impermeabilizzate tutte le aree di cantiere’ e ‘in quanto non risultano convogliate ed avviate ad idoneo impianto di trattamento le acque derivanti dalle aree di cantiere, mentre risultano raccolte e avviate a smaltimento le acque derivanti dalle aree di deposito’.
Campionamenti TAP rivelano valori fuori controllo di concentrazione sostanze pericolose
Stando così le cose, le situazione descritta da ARPA non poteva essere priva di conseguenze. Ed infatti, dai campionamenti effettuati dalla stessa TAP, diversi mesi fa (il primo con esito positivo è di novembre 2017), sono risultati fuori norma i valori (CSC, concentrazione soglia di contaminazione) per i parametri nichel, manganese, arsenico e cadmio.
I dati relativi al monitoraggio ambientale delle acque sotterranee di San Basilio sono stati anticipati in una riunione in Regione – alla quale non era stato convocato il Comune – l’11 giugno scorso, sebbene i dati fuori norma risalissero a diversi mesi prima.
Ricevuta comunicazione 3 giorni dopo, il Comune – allarmato dalla notizia – ha quindi chiesto l’intervento di Arpa, Asl e Provincia di Lecce, per eseguire i controlli necessari per avere una situazione aggiornata e così il Dirigente del Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce ha convocato un tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti per pianificare le conseguenti attività di indagine.
In base agli ultimi dati comunicati da TAP, relativi ai campioni del 19 giugno, è stato riscontrato il superamento in più punti di rilevazione delle CSC per i parametri di Nichel, Nitriti (Azoto Nitroso), Cromo VI, Solfatie Arsenico. Dunque dai primi rilevamenti di fine 2017 ai più recenti sarebbe stato riscontrato un ulteriore aumento della contaminazione.
Immediata sospensione delle attività di TAP e divieto di emungimento dai pozzi fino a 500 metri dal tracciato
A questo punto occorrerà effettuare un’analisi del rischio sito specifica. Al momento non si conoscono i potenziali effetti che queste contaminazioni potranno avere sulla salute, sull’incolumità pubblica e sull’ambiente.
Intanto il Sindaco con ordinanza urgente ha disposto, in via cautelativa, il divieto di emungimento delle acque dai pozzi che si trovano entro 500 metri dalla linea di tracciato della condotta e del microtunnel.
Con lo stesso provvedimento il Sindaco ha anche disposto l’immediata sospensione di qualsiasi attività di TAP nell’area di cantiere per 30 giorni, anche se fino al 30 settembre già è vigente il fermo estivo, in base al quale la multinazionale non potrebbe svolgere alcuna attività per non interferire con le attività turistiche. La motivazione risiede nel ‘concreto rischio che le ulteriori attività di cantiere previste ed effettuate alla data odierna e nel più immediato futuro, possano compromettere irrimediabilmente il suolo, il sottosuolo e la falda o comunque danneggiare il delicato ecosistema dell’ area interessata’.
I due divieti resteranno in vigore almeno fino ad emanazione di nuovi provvedimenti da parte delle autorità competenti.