‘Da anni anche l’Avvocatura leccese denuncia la situazione molto preoccupante, nella quale versa il Tribunale del capoluogo, la cui costruzione in cemento armato pare essere coeva a quella del ponte’. Gli avvocati non vogliono più palliativi e chiedono un intervento urgente del Ministero.
Il crollo del ponte Morandi a Genova sembra aver acceso una luce nelle coscienze degli italiani e da nord a sud, nello Stivale, ed ora ci si interroga sullo stato delle infrastrutture e degli edifici pubblici (tra i quali rientra il Tribunale di Lecce), talvolta spinti più dall’emotività che da reali situazioni critiche, altre volte con fondatezza.
Eppure il campanello d’allarme avrebbe dovuto essere ascoltato già da anni. Edifici che crollano come castelli di sabbia a causa di un sisma, laddove gli eventi sismici sono tutt’altro che straordinari. Ricordiamo la Casa dello studente a L’Aquila e la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, unico edificio crollato a causa delle scosse.
Il ponte di Genova non è stato il primo a crollare e generare vittime. Prima del ponte Morandi, l’11 luglio scorso era collassato il ponte sulla Ravanusa – Licata. Il 9 marzo 2017 si è verificato il crollo del cavalcavia sulla A14 fra Loreto e Ancona, che ha provocato due morti e due feriti.
Il 18 aprile dello stesso anno sono venuti giù un viadotto della tangenziale di Fossano, in provincia di Cuneo, ed un ponte in Calabria, il Fiumara Allaro.
Ad ottobre del 2016 è crollato un cavalcavia ad Annone Brianza (Lecco), provocando la morte di un automobilista. Il 10 aprile 2015, a causa di una frana, ha ceduto uno dei piloni del viadotto Himera sull’Autostrada A19 Palermo-Catania. Il 7 luglio 2014 ad andare giù era stato il viadotto Petrulla sulla strada tra Licata e Ravanusa, provocando 4 feriti.
A dicembre 2014 è crollato il viadotto Scorciavacche sulla Palermo – Agrigento, pochi giorni dopo la sua inaugurazione, avvenuta il 23 dicembre del 2014. Fortunatamente non ci furono vittime né feriti, ma il fatto che a crollare sia un ponte appena realizzato avrebbe dovuto aprire gli occhi un po’ a tutti. L’anno precedente era venuto giù il viadotto Verdura sulla Agrigento – Sciacca.
Durante l’alluvione che ha colpì la Liguria ad ottobre 2013 è era crollato il Ponte di Carasco, provocando 2 morti, e nello stesso anno in seguito ad un alluvione in Sardegna crollò un ponte sulla strada provinciale Oliena – Dorgali, in seguito al quale perse la vita il 40enne poliziotto Luca Tanzi, impegnato in attività di soccorso insieme a 3 colleghi rimasti feriti.
Nel 2004 cedette il ponte Chiavalir a Tramonti di Sopra (Friuli Venezia Giulia) durante il collaudo. A questi casi andrebbero aggiunti i numerosi casi, non privi anche di conseguenze drammatiche, di strade urbane ed extraurbane che sprofondano o nelle quali si creano delle voragini improvvisamente.
Il drammatico evento di Genova ha messo in allarme anche gli avvocati del Foro di Lecce, che denunciano problemi strutturali al Tribunale di Lecce di viale De Pietro. Tra l’altro il Tribunale di Bari è stato dichiarato inagibile lo scorso maggio ed ha costretto giudici e avvocati a tenere le udienze sotto una tendopoli. Un’immagine emblematica dei tempo che corrono e i giuristi di Lecce vorrebbero evitare che si arrivi a tanto anche nel Salento.
‘L’Ordine degli Avvocati di Lecce – recita un comunicato – esprime grande solidarietà e sentita vicinanza alle famiglie delle troppe vittime della immane tragedia di Genova.
I fatti verificatisi, probabilmente evitabili, attuando le preventive e doverose attività di messa in sicurezza del vetusto ponte, devono accendere un faro generale sulle condizioni di innumerevoli infrastrutture presenti sul territorio nazionale e fungere da forte monito per il prossimo futuro, al di là di ogni insulsa quanto intempestiva polemica, poiché troppo spesso si assiste con sconcerto a disgrazie di proporzioni enormi, frutto di incuria e sottovalutazione di rischi concreti, talora evitati solo grazie a circostanze fortunate, come accaduto di recente con il Palazzo di Giustizia di Bari, ove si è sfiorato un ulteriore disastro.’
‘Eppure, per ragioni economico-finanziarie, sin troppo evidenti, si continua a trascurare il grido di allarme proveniente da più parti d’Italia, in relazione alle condizioni di degrado di molte delle strutture pubbliche, che in un paese civile come il nostro, dovrebbero essere costantemente monitorate, poiché in esse si svolgono molteplici attività destinate ai cittadini. Si preferisce differire ogni problema, ma talvolta – prosegue il comunicato – è troppo tardi e puntualmente si assiste allo scarico di responsabilità e ad astratte dichiarazioni di principio, che non si traducono in soluzioni effettive. Vi è invece la immediata necessità di costanti verifiche sulle strutture esistenti e l’impegno ad attuare investimenti importanti ed indifferibili, per metterle in sicurezza, senza sprechi ed interferenze malavitose, ma sotto il diretto controllo dello Stato, con utilizzo di energie e di risorse, poiché le conseguenze tragiche di scelte sciagurate ricadono sulla Comunità intera.’
La situazione è nota da tempo e già in precedenza i gli avvocati avevano segnalato la queste criticità.
‘Da anni anche l’Avvocatura leccese denuncia la situazione molto preoccupante, nella quale versa il Tribunale del capoluogo, la cui costruzione in cemento armato – sottolineano – pare essere coeva a quella del ponte genovese e le cui vistose carenze strutturali ed il cedimento della facciata sono stati oggetto di rilievi da parte degli esperti e motivo di numerosi quanto recenti interventi, anche della locale magistratura. Non è più rinviabile un serio investimento di risorse da parte dello Stato, che non può limitarsi a palliativi attuati in modo sporadico o alla concessione di briciole di denaro pubblico, destinate solo alla rimozione dei pezzi di cemento, che quotidianamente si distaccano dai muri esterni dell’immobile. Si deve forse attendere il verificarsi di fatti ben più gravi, prima di poter risolvere una situazione di oggettivo pericolo? Uno Stato civile, come ha ribadito in questa occasione il Capo dello Stato, non può consentire tutto questo. In quel Tribunale – incalzano gli avvocati – lavorano centinaia di persone: impiegati, magistrati e avvocati e ogni giorno vi è un imponente accesso di pubblico, non trascurando altresì che lo stesso è simbolo di giustizia e di legalità.’
A questo punto l’Ordine degli avvocati ‘invoca dunque un urgente intervento del Ministero competente, da anni sollecitato dal Foro leccese, anche attraverso una lunga e dolorosa astensione attuata dagli Avvocati che con sacrificio e dignità hanno denunciato la mancanza di sicurezza di quegli immobili, perché le disgrazie non accadono solo altrove e le manifestazioni di cordoglio e di solidarietà non devono restare un fatto di costume a posteriori, ma devono tradursi in gesti concreti ed attuali. Oggi tutti scrivono e dichiarano pubblicamente che gli eventi di Genova si potevano evitare. E allora ci si domanda perché sia accaduto un fatto così sconvolgente e devastante. La tragedia si è consumata, purtroppo, ma è doveroso evitarne altre. Tutti devono mettersi al servizio della Comunità e chi è chiamato a qualsiasi responsabilità ha l’onere civile e morale di attivarsi con ogni mezzo, mettendo da parte inutili polemiche e spendendosi concretamente per il bene e la sicurezza dei cittadini, attraverso un richiamo generale alla unità di intenti e alla cooperazione’.