Cittadini con il supporto del prof. Carducci presentano richiesta d’accesso civico generalizzato a Questura, Prefettura e RAI per avere chiarezza sulla decisione di far rimuovere con la forza la bandiera No TAP alla Notte della Taranta, violando una libertà costituzionale.
Si svolge un concerto, di libero accesso, quello della Notte della Taranta; dei ragazzi sventolano la bandiera No TAP che entra più volte nell’inquadratura delle telecamere RAI. Così qualcuno decide che quella libertà di manifestare un libero pensiero non può essere accettato, non in una diretta nazionale. Il dissenso al gasdotto non deve essere visibile.
Ma chi e con quale autorità può decidere di comprimere una libertà costituzionale?
Per rendere i cittadini consapevoli di quelli che sono i loro diritti fondamentali e per rendere edotti le autorità, gli addetti alla sicurezza e alle comunicazioni, che a loro non compete alcun potere assoluto che permetta di assumere decisione in contrasto con la legge e la Costituzione, vale la pena ricordare quanto stabilito dall’articolo 21 della Costituzione, che garantisce la libertà d’espressione del pensiero, in ogni sua forma:
‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.’
Anche se un’opinione non piace, anche se la contestazione non viene condivisa, nessuno può permettersi di impedire a chicchessìa la libertà di esprimersi.
La censura alla bandiera No TAP è avvenuta il 25 agosto, in occasione del concertone finale della Notte della Taranta tenutosi a Melpignano. La notizia si è presto diffusa e sono immediatamente seguite delle polemiche, che hanno spinto il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, a intervenire. Dopo essersi complimentato con gli organizzatori per la buona riuscita del concerto, il Sindaco ha condannato l’episodio, affermando che ‘una bandiera che sventola non ha nulla di violento o sovversivo. […] Nessuno, dico nessuno, deve permettersi di offuscare, di censurare, di nascondere, quella che è un’espressione di un’opinione, condivisibile o meno, di una buona parte della popolazione di questa terra.’
‘Non so da chi è partito quell’ordine profondamente errato. Se da Roma, Milano o dalla Svizzera. Si dice per motivi televisivi. Non può un regista – prosegue Potì – di una televisione, peraltro di Stato, mancare di rispetto verso questa parte di Italia. Non può e non deve, anche per motivi di pubblica sicurezza perché poteva scatenare reazioni incontrollabili in quella piazza gremitissima.’
Quella sera la regia della diretta televisiva RAI del concertone era stata affidata a Piero Lelli, il quale sentendosi chiamato in causa da Potì, ha voluto replicare e chiarire la sua posizione, scaricando le responsabilità sulla dirigenza RAI.
‘Sono un libero professionista e non un dipendente RAI. Le responsabilità di quanto accaduto, che lei (riferito a Potì, ndr) attribuisce al sottoscritto, le deve andare a ricercare altrove, in particolare – scrive Lelli – alla dirigenza di RAI5 e al suo direttore, presente in regia a Melpignano, che ha voluto far togliere la bandiera in questione dalle forze dell’ordine. Io ero ben intento a svolgere il mio lavoro, e le posso assicurare che avevo altri problemi a cui pensare durante la diretta! Quindi la invito a rettificare quanto detto sulle responsabilità di questo episodio. Tanto dovuto!’
Dunque sarebbe stata la direzione di RAI5 a decidere a tavolino che quella bandiera No TAP doveva essere rimossa, non certo per un’esigenza di ordine pubblico, visto che non è compito della dirigenza RAI.
Ma si è tratto di una decisione autonoma o la dirigenza rispondeva a qualche volontà esterna?
Le polemiche non si placano e i cittadini pretendono chiarezza e per questo hanno presentato, con il supporto del professor Michele Carducci – docente di Diritto costituzionale comparato presso l’Università del Salento – una istanza di accesso civico generalizzato “FOIA”, indirizzata alla Questura e alla Prefettura di Lecce, oltre che alla direzione di RAI5, inviata per conoscenza anche al Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza della RAI, al fine di ‘conoscere sulla base di quali disposizioni sia stato ammesso, da parte di autorità istituzionali di pubblica sicurezza, di prendere istruzioni “personali” da un Dirigente RAI, per limitare libertà costituzionali. Lo Stato costituzionale di diritto – afferma il prof. Carducci – si misura dalla decenza quotidiana nell’uso dei poteri.’