Anche Blasi getta la spugna sulla lotta a TAP e invita a discutere di costi del gas e decarbonizzazione. Ma le argomentazioni non hanno un solido fondamento e si sgretolano con poco. Trevisi ‘Non ci sarà nessuna riduzione della bolletta del gas”.
L’argomento più in voga del momento per convincere gli italiani della convenienza del gasdotto TAP è quello della riduzione dei costi del gas, come conseguenza dell’entrata in esercizio di questa infrastruttura energetica. Il portafoglio resta sempre il tema privilegiato per ottenere l’attenzione dei cittadini, anche quando si tratta di una presa per i fondelli.
Salvini ha promesso che con TAP gli italiani pagherebbero il 10% in meno in bolletta, ma è stato il suo stesso Ministero a sbugiardarlo, affermando per iscritto di non avere informazioni e documenti che permettano di suffragare questa affermazione e che pertanto rientra nell’ambito della comunicazione politica.
Tuttavia nella retorica politica ancora si continua a battere chiodo su questa presunta riduzione dei costi del gas. Ad insistere su questa strada è il Consigliere regionale del PD Sergio Blasi, il quale indica come obiettivo prioritario la decarbonizzazione della Puglia attraverso il gas di TAP e invita le forze politiche ad abbandonare l’opposizione a TAP e a lavorare insieme per la riduzione dei costi del gas.
Blasi sembra aver gettato ormai definitamente la spugna anche sull’ipotesi di spostamento di approdo a Brindisi o Cerano, un’ipotesi a cui probabilmente non credevano nemmeno i suoi promotori.
I costi del gas potrebbero lievitare anziché ridursi
Ma seppure sia condivisibile l’obiettivo di decarbonizzare la Puglia, ci sono alcuni vizi di fondo nel ragionamento di Blasi. Il primo riguarda i costi del gas, che non dipenderanno da una trattativa tra la politica e le società consorziate, né potranno essere stabiliti per legge. L’opera complessivamente costa 45 miliardi e gli investitori dovranno comunque rientrare dalle spese. E presumibilmente i costi in bolletta lieviteranno proprio perché quest’opera è stata dichiarata strategica.
Basta andare a vedere altrove cosa accade. Ad esempio, i cittadini livornesi sulla propria bolletta si vedono addebitare una voce in più, un contributo per i costi del rigassificatore OLT. Il rincaro delle bollette è stato definito da Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia e il gas, come un sacrificio necessario:
‘Le infrastrutture strategiche rispondono a un interesse generale: è giusto perciò che il loro costo sia in parte sostenuto anche nelle tariffe’. (2014 – Forum Gdf Suez di Milano sull’innovazione)
Bortoni afferma un principio che mal si concilia con le vane promesse del risparmio in bolletta.
La conversione a gas di Cerano e Ilva sarebbero già possibili senza il gas di TAP
Il secondo vizio è legato alla decarbonizzazione attraverso il gas. Ci siamo mai chiesti come Ilva e Cerano non siano state convertite per essere alimentate a gas?
L’impedimento non è la mancanza del gas, ma semplicemente la mancanza di interesse, per via dei costi fin troppo elevati del metano rispetto al carbone. Il fabbisogno attuale di gas, in Italia, è pari a meno della metà della disponibilità effettiva, per cui il gas già c’è. E di certo non sono 10 milioni di gas in più che TAP potrebbe portare all’anno, rispetto a 160 totali, a fare la differenza.
Il metano ha un effetto serra 70 volte superiore all’anidride carbonica
Ma pur ammettendo che fosse possibile la decarbonizzazione, saremmo l’unico Paese dei partecipanti alla Conferenza sul clima di Parigi (COP 21) ad abbandonare dal carbone vincolandosi per i prossimi decenni ad un’altra fonte fossile, al più potente dei gas serra, ossia il metano. Mentre gli altri Paesi stanno puntando in maniera decisa sulle energie rinnovabili.
Dall’estrazione, al trasporto, al trattamento, fino alla destinazione finale, il gas è soggetto ad inevitabili perdite. Come ha avvertito il professor William Becker, intervenuto a Bari all’evento “Cambiamenti climatici e strategia della decarbonizzazione”, ‘se le perdite superassero il 3% potrebbe essere disastroso’. Ma secondo la”US Environmental Protection Agency” le perdite di metano ammontano a circa il 3,2% della produzione globale. Come ricorda il professor Vincenzo Balzani, ‘poiché il metano ha un effetto serra 70 volte superiore a CO2 (misurato su venti anni; 25 volte su cento anni), non c’è alcun miglioramento sull’effetto serra se si sostituisce la benzina (o anche il carbone) col metano.’
TAP, Trevisi (M5S): ‘La realizzazione del gasdotto non comporterebbe nessuna riduzione in bolletta’
Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, è sempre più in difficoltà per l’incapacità di mantenere la promessa, reiterata per 5 anni, di fermare TAP, per assecondare un’alleanza di governo a trazione Lega, decisamente favorevole all’opera. E in Regione i pentastellati provano ad alzare la voce con Salvini, sulle sue affermazioni inerenti la fantomatica riduzione del 10% dei costi in bolletta del gas.
‘I numeri citati da Salvini non trovano nessun riscontro nel mondo reale – afferma Antonio Trevisi, Consigliere pentastellato ed Energy Manager – tanto che anche il Viminale ha confermato che non esiste alcuna documentazione che confermi una qualsiasi riduzione dei costi in bolletta. La materia prima gas, infatti, incide solo per il 40% sul costo definitivo, in quanto la restante parte sono canoni, oneri accessori per la rete, spese di trasporto, accise e IVA. La realtà è che la quantità di gas che TAP porterà in Europa non sarà sufficiente ad influenzare in modo significativo il prezzo di mercato. L’Italia nel 2017 ha consumato 75 miliardi di metri cubi di gas, di cui 5,5 milioni prodotti e il resto importati. I gasdotti già esistenti – continua Trevisi – hanno una capacità superiore al loro impiego: potrebbero infatti, a pieno regime, importare circa 110 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il Tap aggiungerà subito altri 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno di capacità, di cui massimo 8 saranno destinati all’Italia e la fornitura potrà in futuro raddoppiare arrivando a 20 miliardi di metri cubi di gas.
Pure ipotizzando che di questi 20 miliardi di metri cubi di gas, 16 restino in Italia (ipotesi estrema per verificare il massimo della copertura dei fabbisogni), potremmo coprire con il gas di TAP meno di un quarto dei nostri consumi. Pertanto per abbattere il costo delle materia prima del 25% e il costo finale delle bollette del 10%, TAP dovrebbe in pratica regalare il proprio gas all’Italia, una ipotesi che appare “altamente improbabile”. È molto più probabile il contrario, ossia che a causa di TAP il costo delle bollette aumenti per gli italiani, in quanto la realizzazione del gasdotto nel tratto italiano sarà completamente scaricato sulle bollette dei cittadini’.