Su 6 Ministeri interpellati, nessuno è stato in grado di fornire risposte circa costi, benefici, penali legati alla realizzazione o alla non realizzazione del gasdotto TAP. Il Ministero delle Infrastrutture dichiara di non avere competenza a fornire tale risposta.
Il gasdotto TAP è strategico, ma nessuno sa perché. E’ un dogma, una questione di fede. E’ arrivata anche la risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’istanza di accesso civico generalizzato presentato da un gruppo di cittadini, supportati dal professor Michele Carducci, finalizzato a conoscere l’esistenza di documentazione o dati relativi a costi e benefici del gasdotto TAP. Ma anche in questa occasione la risposta è stata inconcludente:
‘… si comunica che questa Direzione Generale non ha alcuna competenza in relazione a quanto richiesto con la nota a riferimento e pertanto non si hanno informazione ed elementi da fornire a riguardo.’
Dunque nessuno tra i Ministeri dell’Interno, per il Sud, dell’Ambiente, degli Esteri, dello Sviluppo economico e, ora, anche Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è al corrente di informazioni circa i benefici che porterebbe il gasdotto TAP al nostro Paese, nonché riguardanti i costi che comporterebbe sia in caso di realizzazione che in caso di rinuncia all’opera.
La risposta della Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture, tra l’altro, smentisce anche quanto dichiarato dal Ministro Toninelli, il quale parlava nei giorni scorsi di una analisi costi – benefici in fase avanzata. Non solo non è c’è nessuna analisi in corso, ma il suo Ministero afferma di non avere alcuna competenza in merito.
Quando un’opera viene definita strategica non è detto che lo sia davvero. Nella realtà può essere anche completamente inutile, ma è sufficiente una decisione politica perché un’opera venga definita a “carattere strategico e di preminente interesse nazionale”. Il TAP è stato dichiarato tale con il famigerato Sblocca-Italia, per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico.
La conseguenza di una tale decisione è l’applicazione di una serie di normative che permettono di accelerare e semplificare i procedimenti per ottenere le autorizzazioni, nonostante si tratti di opere potenzialmente più impattanti, e di passare sopra le decisioni contrarie di altri soggetti pubblici coinvolti nell’iter di approvazione.
Si scopre che i benefici promessi (minori costi in bolletta, riduzione dell’inquinamento, decarbonizzazione, ricadute economiche e occupazionali positive, ecc…) non sono supportate da alcuna analisi, ma sono solo slogan pronunciati da chi si è fatto sponsor del gasdotto.