L’incendio si è esteso anche nell’entroterra, verso i lidi e verso le marine di Melendugno. Chiuse la San Foca – Otranto e la Vernole – San Cataldo. Obiettivo distruggere le Cesine secondo Sindaci e non solo.
E’ stata una brutta domenica quella di ieri per il territorio salentino, caratterizzata da diversi incendi, di cui il più importante e drammatico quello ha riguardato l’oasi naturalistica WWF delle Cesine, nel territorio di Vernole, situata qualche chilometro più a nord di San Foca (Melendugno).
Mentre sono ancora vivide le terribili immagini della distruzione della vegetazione del Monte Serra, a Pisa, anche il Salento deve fare i conti con le gravi conseguenze di un’azione malvagia ai danni del territorio perpetrata da qualche malintenzionato.
Infatti, molto probabilmente l’incendio è di natura dolosa e come spesso accade in questi casi vengono presi di mira i siti naturalistici, quelli su cui è vietato edificare o che costituiscono un ostacolo allo sfruttamento affaristico.
Per appiccare l’incendio, quando l’obiettivo è quello di devastare, si attende il vento favorevole. Se vi siano dietro speculazioni edilizie, ritorsioni o la stupidità pura semplice, non è noto.
Ieri sono stati distrutti ettari di macchia e di pineta intorno alle Cesine ed il fuoco si è esteso verso la litoranea, interessando anche i lidi, e verso l’entroterra, raggiungendo diverse strade, tra cui la provinciale San Cataldo – Vernole, rendendole impraticabili. A causa del vento di tramontana le fiamme hanno percorso diversi chilometri nella direzione delle marine di Melendugno, tanto da rendersi necessaria la chiusura del tratto di litoranea San Foca – Otranto.
L’incendio sarebbe stato appiccato in mattinata in località Strada Bianca. I Vigili del fuoco, con 12 squadre, e gli uomini dell’Arif sono stati impegnati per diverse ore per cercare di contenere di spegnere le fiamme, compito reso più arduo dal forte vento. Si è reso necessario anche l’impiego della flotta aerea, con i Canadair e i Firefox che hanno volato per ore.
Grazie al loro intervento è stato salvato dai roghi il Parco Manà e si sono evitati danni maggiori, che restano comunque ingenti, sebbene non ancora quantificabili. L’incendio era visibile anche dal satellite, le cui immagini evidenziavano una scia di fumo che arrivava fino al mare a sud di Leuca.
Secondo alcuni Sindaci dei Comuni interessati, l’obiettivo sarebbe quello di distruggere le Cesine, mentre la Regione avrebbe espresso l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuali giudizio contro i piromani. Per Cristian Casili, Consigliere regionale del M5S, occorre adottare un delle misure preventive efficaci e uscire dalla logica della gestione emergenziale degli incendi.
Lo scorso 11 settembre un altro mega-incendio era divampato a San Foca, precisamente in località San Basilio, poco distante dall’area di cantiere TAP. Fortunatamente i Vigili del fuoco riuscirono ad evitare che le fiamme raggiungessero la pineta.