Dal 5 ottobre al 31 dicembre 2018 divieto di attività in mare a San Foca e nelle marine circostanti. Cade il limite dei 200 metri dalla nave. Malcontento e preoccupazione per i possibili impatti delle operazioni di TAP sul mare e sul territorio.
A distanza di pochi giorni dall’emanazione dell’ordinanza dell’Ufficio circondariale marittimo di Otranto, che dispone dei divieti di attività in mare vigenti fino al 30 dicembre 2019, ieri è stata emanata una nuova ordinanza da parte dello stesso organo, che dispone nuovi e più specifici divieti per consentire l’avvio delle operazioni in mare da parte di TAP.
I divieti previsti dalla nuova ordinanza saranno in vigore da oggi 5 ottobre fino al 31 dicembre 2018 e le attività vietate sono le stesse indicate nella precedente ordinanza: saranno interdette la balneazione, la pesca, la navigazione, l’immersione, l’ancoraggio e la sosta.
Mentre la prima ordinanza (la numero 70/2018) ha una portata generale e stabilisce che i divieti sono operativi durante le operazioni in corso e circoscritti entro i 200 metri dalle navi impegnate, quella emanata ieri (numero 73/2018) è più specifica.
E’ stabilito che fino al 31 dicembre di quest’anno (salvo proroghe) non sarà possibile effettuare attività in mare nella zona antistante il litorale a Nord del Porto di San Foca (LE), dove TAP effettuerà, in corrispondenza dell’uscita del microtunnel, l’installazione di un palancolato subacqueo a circa 25 metri di profondità, seguita da preparativi e lavori di installazione e di stabilizzazione del carico geostatico nella zona individuata.
La zona si estende da Torre dell’Orso (la marina più a sud del territorio di Melendugno) fino a nord di Torre Specchia Ruggeri, nel territorio di Vernole e l’area di interdizione non è limitata alla distanza di 200 metri dalla nave.
I lavori
Il lavori che dovranno essere realizzati a mare per la realizzazione del gasdotto TAP, che hanno portato all’emanazione di questa ordinanza, consistono nella realizzazione di un palancolato, ossia di un sistema di barriere intorno all’exit point del microtunnel, propedeutici all’attività di perforazione, a circa 1,5 chilometri dalla costa.
Le operazioni saranno svolte dalla società Jan De Nul Luxembourg SA, subappaltatrice della società statale Saipem SPA, azionista TAP.
Le preoccupazioni
I cittadini sono preoccupati, sia per la creazione di una nuova “zona rossa”, questa volta in mare, che limiterebbe il loro diritto di godersi il mare e di pescare, sia per l’impatto che potrebbe avere questa attività e quelle successive, sulla salubrità dell’acqua, sulla fauna e sulle fanerogame marine.
Una delle questioni più calde e imbarazzanti riguardo alla questione TAP è legata alla presenza di praterie di posidonia oceanica e cymodocea nodosa che si estendono anche nell’area dell’exit point del microtunnel. In realtà sulla carta questa vegetazione marina manca, perché non era stata censita a livello regionale.
La scoperta di queste praterie è avvenuta nel 2017 ed è stata documentata da ARPA Puglia e dall’organizzazione non governativa Sea Shepherd, per cui durante la procedura di valutazione d’impatto ambientale questi nuovi dati non sono stati acquisiti, in quanto non ancora disponibili.
Dunque il decreto di compatibilità ambientale sarebbe stato rilasciato sulla base di una documentazione che non rappresentava fedelmente le effettive caratteristiche dei fondali di San Foca. Ed in più l’approdo di San Basilio sarebbe stato preferito a tutte le altre ipotesi proprio sul presupposto dell’assenza di fanerogame marine protette.
TAP minimizza e continua a parlare di presenza sporadica, non di praterie, di fanerogame marine. Ma la documentazione fotografica di Arpa Puglia e Sea Shepherd sembrano raccontare un’altra storia.
La posidonia oceania e la cymodocea nodosa sono un indice di salubrità dal mare e sono fondamentali per per l’ecosistema marino, per la qualità delle acque e per la protezione delle coste dalle erosione. Costituiscono un habitat per altre importanti specie vegetali e per pesci e altri organismi animali, che trovano protezione e nutrimento proprio in queste praterie.