Si attendeva la decisione finale del Governo Conte sul gasdotto TAP ed invece tutto è rinviato. Pentastellati pugliesi presentano nuova documentazione. Si torna a parlare di costi e penali. Maggiore: ‘Quello che è chiaro è che si sta giocando. I ministeri non hanno documenti, non sanno.’
Nessuna decisione finale sul gasdotto TAP, almeno per ora. Il Governo, all’esito dell’incontro istituzionale di ieri sera, decide di rinviare la presa di posizione ufficiale anche a seguito della presentazione di nuova documentazione da parte del Comune di Melendugno e dei rappresentati di Regione ed enti locali pugliesi del Movimento 5 Stelle. L’approfondimento dal punto di vista ambientale non è stato completato, mentre per Conte tutti gli altri aspetti della vicenda TAP sono regolari e l’operato dei vari Ministeri coinvolti sarebbe stato regolare.
Tuttavia sembra trasparire che si sia trattato di un proforma e che i lavori andranno comunque avanti. All’incontro erano presenti anche il Sindaco di Melendugno Marco Potì, accompagnato dal suo vice Simone Dima, il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Ministro per il Sud Barbara Lezzi, duramente contestata negli ultimi giorni, dopo aver dichiarato che i pentastellati non agiscono contro TAP perché la Lega lo vuole ed è un’alleata di Governo.
Hanno raggiunto Roma anche alcuni attivisti No TAP per seguire da vicino gli sviluppi, mentre a pomeriggio i No TAP delle province di Brindisi e Lecce hanno manifestato al porto di Brindisi, prendendo di mira soprattutto il Movimento 5 Stelle, per aver tradito tutte le promesse fatte in questi anni.
La posizione del Governo
In sostanza il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha riferito che a seguito del riesame di tutto l’iter procedurale seguito dai Ministeri coinvolti per l’autorizzazione del progetto, sarebbe risultato tutto legittimo. Manca da approfondire l’aspetto legato all’habitat marinoprotetto (posidonia oceanica e cymodocea nodosa), anche alla luce della nuova documentazione presentata. Ma se all’esito di queste ulteriori verifiche non dovessero risultare elementi di illegittimità, il Governo darà il suo “sì” definitivo al gasdotto TAP.
Non viene presa in considerazione nemmeno l’ipotesi della revoca o della decadenza. Secondo il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Andrea Cioffi (M5S), la rinuncia all’opera costerebbe all’Italia 20 miliardi di euro. Quindi, per il Governo sarebbe meglio far costruire il gasdotto piuttosto che pagare.
Cioffi prova a giustificare questo calcolo sulla base del costo dell’opera e del lucro cessante (mancati profitti per TAP), anche se i criteri di calcolo adottati non sono chiarissimi. D’altro canto nei giorni scorsi il MISE aveva affermato che il Governo non ha effettuato alcun computo dei costi di abbandono e che le cifre riportate dalle fonti di stampa sono attribuibili alle dichiarazioni di Socar, il principale azionista di TAP.
Inoltre bisogna considerare che eventuali danni cagionati nella realizzazione dei lavori da TAP e inottemperanze potrebbero dare luogo ad uno scenario ben diverso, che legittimerebbero lo Stato a dichiarare la decadenza dell’autorizzazione. Ma questa ipotesi non sembra essere stata valutata.
L’approfondimento finale
L’ultimo aspetto che il Governo dovrà analizzare sarà quello legato alla presenza nei fondali di San Foca di praterie di fanerogame marine protette, come posidonia oceanica e cymodocea nodosa, che costituiscono habitat protetto. In base alle prescrizioni imposte con l’autorizzazione a TAP, l’infrastruttura non dovrà interferire con questa vegetazione marina. In particolare l’exit point del microtunnel dovrà tenersi ad almeno 50 metri dalle praterie.
Ma c’è un problema. La valutazione di impatto ambientale si è basata su una cartografia della Regione non aggiornata, dalla quale risultava l’assenza di fanerogame. Ma in seguito ad una nuova rivelazione condotta dai tecnici ARPA nella scorsa estate, è stata riscontrata una massiccia presenza di praterie di posidonia oceanica. Il Ministero dell’Ambiente, però, non ha fatto proprio questo dato.
Il Comune di Melendugno ed il Movimento No TAP insistono affinché venga riaperta la procedura di VIA ed effettuare una nuova valutazione.
Su questo aspetto Gianluca Maggiore, del Movimento No TAP, ha commentato con sarcasmo:
‘Il ministero dell’Ambiente non è a conoscenza che a San Basilio c’è la posidonia oceanica. La pianta acquatica confermata da TAP e inserita in uno studio ARPA non esiste.
Al ministero dell’ambiente non sono mai arrivate le carte, eppure erano in copia a giugno 2017 e erano state inserite nelle osservazioni ufficiali per la A5 di comune e regione.
Niente, la posidonia a San Foca non esiste, le foto di ARPA sono fantasia, fotomontaggi, quasi come le penali e i costi d’abbandono per TAP’.
In generale, Maggiore commenta così quanto emerso dall’incontro istituzionale di ieri:
‘Quello che è chiaro è che si sta giocando. I ministeri non hanno documenti, non sanno.
Si è arrivati a parlare nuovamente di penali, ma non è stato mostrato nessun contratto con la firma di chi ha accettato queste penali. Ci sarebbe da chiedersi chi si vuole coprire negando al pubblico questi documenti.
La battaglia continua, e continua pure la richiesta di DIMISSIONI IN BLOCCO degli eletti nel Movimento 5 stelle in caso ricomincino i lavori.’
Già in mattinata inizierà l’esame dei nuovi dossier ed entro la fine della settimana dovrebbe arrivare la risposta definitiva. Che si preannuncia essere comunque un “sì” a TAP.
Movimento No TAP chiede dimissioni in massa
Il Movimento No TAP è sul piede di guerra e oggi, più che mai, prende di mira il Movimento 5 Stelle e Matteo Salvini.
Matteo Salvini, anche ieri, presente a Monza all’assemblea nazionale di Confimi Industria, ha ribadito la bufala dell’abbassamento delle bollette del gas 10% per famiglie e aziende, affermazione che non ha alcun fondamento, come risulta dalle risposte fornite dai Ministeri alle richieste di accesso civico generalizzato.
E’ Marco Potì, prima dell’incontro di ieri sera, a ricordare a Salvini che, in Salento, ‘non più tardi di un anno fa, dichiarò: ‘sono contrario al gasdotto ma è un pò tardi’. Oggi dice che è un’opera vantaggiosa per il paese. Voglio chiarire – aggiunge il Sindaco – che il 10% di sconto in bolletta non esiste da nessuna parte. Salvini dove lo ha appreso, in un birreria?”‘.
Ma ancora più di Salvini, sulla graticola sono finiti i parlamentari e i Ministri M5S, i quali hanno fatto incetta di voti a Melendugno proprio per la loro netta e determinata posizione di contrarietà a TAP, che poi è stata di fatto accantonata per poter mantenere l’accordo di governo con la Lega. Non basta dichiarare la propria contrarietà, se gli atti si sostanziano in un “sì” di fatto.
Per questo il Movimento No TAP chiede le dimissioni in massa di parlamentari e ministri pentastellati in caso di ripresa dei lavori TAP.