Il Ministro dell’Ambiente si è limitato a ribadire che TAP è stato autorizzato, che la Commissione Tecnica di VIA ha dato parere favorevole e che il Consiglio di Stato aveva già ritenuto legittimo l’iter.
Le procedure su TAP sono formalmente legittime, secondo il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. E’ questa la conclusione a cui è pervenuto nella valutazione dell’iter procedurale che ha inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Da quanto si legge in una nota, a suggerire tale assunto sarebbe stata la valutazione positiva già effettuata dalla Commissione Tecnica di VIA (valutazione di impatto ambientale) e la pronuncia del Consiglio di Stato, di marzo 2017, con cui venivano rigettato il ricorso contro l’autorizzazione unica. In poche parole, siccome il gasdotto TAP è stato già autorizzato e il Consiglio di Stato si è espresso sul piano formale, allora è tutto legittimo.
Nella dota si legge:
‘In data odierna ho trasmesso al premier Giuseppe Conte le valutazioni di legittimità svolte dal Ministero dell’Ambiente sulla Valutazione di impatto ambientale rilasciata dallo scorso governo sul progetto TAP. Anche nei punti contestati non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via – unico soggetto titolato a pronunciarsi – ha ritenuto ottemperate le prescrizioni.
Il lavoro è durato ininterrottamente per più giorni, durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c’è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura.
È bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017 confermandone definitivamente la legittimità. Tuttavia, come è stato detto, abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno. Abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge’.
Ma che il gasdotto fosse autorizzato, che la Commissione Tecnica di VIA avesse dato parere favorevole e che il Consiglio di Stato si era pronunciato a favore di TAP, già si sapeva e non occorreva una nuova istruttoria ministeriale per ribadire dal punto di vista formale l’iter è da considerarsi legittimo.
Le richieste rivolte al Governo, da parte di Comune, associazioni e cittadini, per una nuova valutazione di tutto il progetto, non solo dal punto di vista formale, erano state formulate anche alla luce di nuovi elementi emersi, tra cui la rilevata presenza di praterie di Posidonia oceania e cymodocea nodosa, da parte dell’ARPA nell’estate del 2017. Si tratta di un fattore decisivo, perché la scelta dell’approdo di San Foca è stato scelto sulla base di una cartografia regionale errata, non aggiornata, che riportava la presenza solo sporadica di queste fanerogame marine. Inoltre, questa vegetazione marina costituisce habitat protetto e per queste richiederebbe una nuova valutazione della parte riguardanti il microtunnel.
Con la presentazione di nuovi documenti prodotti dal fronte No TAP, è stato posto l’accento sull’accento sul mancata osservanza di norme comunitarie e internazionali, che riguardano in particolare il diritto al clima e il diritto alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Non è stata svolta una analisi costi-benefici, come richiesto per opere climalteranti come il gasdotto TAP e non è stata garantita un’effettiva partecipazione ed informazione ai cittadini.