Pesanti insulti, ingiurie e attacchi diffamatori contro i No TAP da parte di attivisti M5S. Presi di mira Gianluca Maggiore, Alfredo Fasiello ed il Sindaco Marco Potì. No TAP: ‘E’ questa la soluzione palliativa per chiarire le nebbie e le incoerenze di questo governo sulla questione di questa grande opera inutile?’
Sui social gli haters a 5 stelle si sono scatenati nei confronti dei No TAP, per aver osato contestare le giravolte, le contraddizioni, le promesse tradite dal Movimento 5 Stelle sul gasdotto TAP, chiedendo le dimissioni dei parlamentari pugliesi e dei Ministri pentastellati. Ma la reazione della pancia del Movimento, sia come singoli che attraverso pagine non ufficiali.
In particolare, ad essere presi di mira sono stati soprattutto Gianluca Maggiore, del Movimento No TAP, Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No TAP Salento, il Sindaco di Melendugno, Marco Potì.
I commenti a cui si sono lasciati andare sono pesanti, tipici da leone da tastiera, di cui alcuni chiaramente ingiuriosi e diffamatori. Per aver attaccato parlamentari e ministri pentastellati, sono stati messi all’indice con tanto di foto e descrizione. Si è messa in moto la consueta macchina del fango, indirizzata non su chi ha responsabilità sulla facilitazione e l’approvazione del progetto di gasdotto TAP, ma sui cittadini che si battono contro l’opera. La logica è quella del fanatismo: “o sei con me o sei mio nemico”.
Gianluca Maggiore è stato descritto in un post come un ciarlatano che prende soldi dal PD spacciandosi per un sostenitore del Movimento 5 Stelle. I commenti rilasciato sotto al post rincarano la dose, con epiteti quali pidiota, idiota, pezzo di m…., imbecille, “becchino RIP” (con chiaro augurio di morte), stupido, ecc…
Insulti di tale tenore non possono in alcun modo giustificarsi, anche se davvero il portavoce del Movimento No TAP fosse stato del PD. Ma in realtà basterebbe aver seguito anche un minimo la vicenda TAP per sapere che Maggiore di certo non è un simpatizzante del PD, avendone attaccato duramente in tutti questi anni l’operato, nell’attività di governo sia a livello nazionale che a livello regionale, denunciando anche retroscena che coinvolgono singoli esponenti del partito.
Attacchi oltretutto ingenerosi per una persona che dal 2011 si occupa di questo progetto, con equidistanza rispetto alla politica, avendo avuto sempre cura di informarsi, di leggere tutte le carte, e di fare attività informativa, dimostrando anche di avere notevole duttilità nell’approcciarsi in materie ingegneristiche e giuridiche e una preparazione esemplare sulla questione TAP, dagli albori ai nostri giorni. Non ha tessere politiche e ha sempre preferito mantenere chiara questa distanza dai partiti, concentrandosi sull’obiettivo di fermare TAP.
Ma di certo gli haters non brillano in capacità di discernere e informarsi. I loro commenti nascono dalla pancia, non dalla testa, costituiscono sfoghi di rabbia, non il prodotto di un ragionamento razionale.
Gianluca Maggiore sta ricevendo numerosi attestati di solidarietà, non solo da parte di attivisti e di cittadini di Melendugno, ma anche da diversi giornalisti in questi anni hanno avuto modo di conoscerlo, avendo partecipato a numerose conferenze stampa e incontri informativi sul tema.
Un altro bersaglio dei leoni da tastiera è Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No TAP Salento, uno dei cittadini più attivi contro TAP, ritratto nella foto mentre brucia per protesta una bandiera del Movimento 5 Stelle, accusato di essere un dalemiano pur essendo stato, in realtà, molto vicino ai grillini.
Fasiello, tra l’altro, aderì alla marcia No TAP del 15 settembre 2014, organizzata dal Movimento, e salì sullo stesso palco in cui c’era Beppe Grillo e Barbara Lezzi.
In realtà Fasiello in questi anni ha dialogato molto con i pentastellati, fornendo loro comunicazioni e documenti, li ha guidati nei sopralluoghi, anche aiutandoli nella redazione di osservazioni.
Ha anche partecipato a dei meetup ed ha sostenuto le iniziative dei 5 Stelle contro il gasdotto TAP. E in più occasioni la Lezzi ha avuto modo di confrontarsi con lui, tanto che fu proprio lei ad invitarlo sul palco di Melendugno il 15 agosto 2014.
L’accusa di essere dalemiano deriva dalla superficiale e sommaria interpretazione di alcuni post precedenti alla campagna elettorale, in cui sosteneva che anche Massimo D’Alema si stesse impegnando quantomeno a far rivedere l’approdo di TAP.
In quell’occasione fu criticato da buona parte dei No TAP, non solo per il fatto che la posizione del Movimento No TAP non accetta come soluzione l’ipotesi dello spostamento dell’approdo, ma anche in quanto proprio il braccio economico di D’Alema, il martanese Roberto De Santis, è considerato come uno dei facilitatori del gasdotto TAP. Inoltre D’Alema faceva parte di quel partito che più di ogni altro ha voluto l’opera. Ma critiche a parte, non si può solo per questo essere considerato come un dalemiano. E non è iscritto al PD.
Nella foto all’Europarlamento, Alfredo Fasiello è il terzo a partire da sinistra, insieme a Di Maio, alle spalle di Marco Potì, Sindaco di Melendugno, il terzo bersaglio privilegiato dagli “haters” a 5 Stelle.
‘Mettere all’indice chi dissente, soprattutto da parte di chi riveste ruoli istituzionali di rilievo, può sollevare campagne vessatorie inaudite e incontrollate’, scrive in una nota il Movimento No TAP. L’allusione è chiaramente rivolta al Ministro per il Sud Barbara Lezzi, che con un video pubblicato domenica 28 ottobre, ha attaccato Potì, Gianluca Maggiore, la giornalista Tiziana Colluto e lanciando accuse a sedicenti No TAP che per chissà quali oscuri interessi non avrebbero accolto le denunce presentate dal Movimento 5 Stelle.
In realtà molti dei cittadini No TAP hanno dialogato e collaborato con i pentastellati, con l’obiettivo di bloccare l’opera, per cui non sembra che sia stato eretto alcun muro di gomma dai No TAP.
‘Puntare il dito contro un cittadino – prosegue la nota, con riferimento a Gianluca Maggiore – che dal 2011 si occupa del gasdotto Tap è la soluzione palliativa per chiarire le nebbie e le incoerenze di questo governo sulla questione di questa grande opera inutile? Si cerca di distogliere l’attenzione dal problema principale?’.
‘Rilancio al mittente il tentativo di far andare tutto nel dimenticatoio. Venite a San Foca a spiegare che cosa non ha fatto il governo, è una vostra precisa responsabilità politica, aggiunge Gianluca Maggiore.
Il punto è che chi ha bruciato la bandiera del Movimento 5 Stelle e le tessere elettorali ha messo in atto un gesto forte, discutibile, ma che dimostra inesorabilmente che tanti cittadini avevano ripiegato le ultime speranze proprio nei grillini ed ora si sentono abbandonati e traditi dalla politica, che avrebbe anteposto gli interessi degli investitori a quelli del territorio e dei cittadini. Attaccarli, insinuando che siano pagati dai PD per parlare male del M5S, non può cancellare questa triste realtà e va ad offendere queste comunità, che oltre al danno devono sorbirsi la beffa.