Nella scorsa notte sono stati trasportati e depositati i jersey presso l’area della Masseria del Capitano, con mille difficoltà dovute al pantano (causato dalla forte pioggia) e dai No TAP, che sono rimasti fino a mattina sotto la pioggia a tentare di ostacolare il transito dei mezzi.
La lotta contro il gasdotto TAP non si ferma. Non sarà certo l’ennesimo governo favorevole al progetto a scoraggiare cittadini, amministratori, associazioni e indurli a rassegnarsi.
Ormai da anni la vigilanza della cittadinanza attiva nelle zone interessate dai lavori TAP è costante, ogni giorno, 24 ore su 24. Così, ieri, in tarda serata, non sono passati inosservati i movimenti dei mezzi delle forze dell’ordine e mezzi di TAP in corrispondenza del deposito di Almaroma (istituto di vigilanza privato a cui si è affidata la società TAP) e nella vicina area della Masseria del Capitano, a Melendugno, dove dovrà sorgere la centrale di depressurizzazione (PRT).
Gli attivisti hanno subito lanciato l’allerta e in poco tempo sono accorsi in tanti, nonostante la forte pioggia. Una pioggia che non ha ostacolato la protesta, ma che ha creato non pochi problemi ad alcuni camion di TAP, rimasti impantanati nel fango, tanto da rendere necessario l’intervento dell’escavatore, sia per trainare i camion fuori dal pantano, sia per tentare di rassettare la strada e renderla almeno minimamente percorribile.
Ma la pioggia e il fango non sono stati gli unici ostacoli alle attività di TAP. Infatti i No TAP hanno tentato di ostacolare il transito dei mezzi sulla strada asfaltata, mettendosi di traverso. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha permesso di sgomberare la strada e liberare il passaggio. Ma di certo le operazioni non sono state agevoli. Ci sono stati numerosi momenti di tensione in questa lunga notte, tanto che alcuni mezzi sarebbero tornati indietro nel deposito.
Le operazioni effettuati questa notte sono consistite nel trasporto e nella sistemazione dei jersey di cemento armato intorno all’area in cui dovrà realizzarsi la centrale.
A metà mattinata i lavori erano già sospesi, forse l’impossibilità di lavorare in quelle condizioni.
Il Movimento No TAP contesta alla multinazionale anche le ‘cattive abitudini’ di ‘lavorare di notte per cercare di scappare all’occhio vigile della popolazione’.
‘Ma non hanno capito ancora – scrivono gli attivisti – che noi saremo sempre lì, a qualsiasi ora, anche sotto la pioggia!’
‘Siccome noi le promesse le manteniamo – chiosa Gianluca Maggiore, del Movimento No TAP – siamo qui per bloccare tutto quanto’.