TAR Lazio rinvia la trattazione al 5 dicembre senza accogliere la richiesta di TAP di sospendere l’ordinanza del Sindaco di Melendugno che vieta attività di cantiere a San Basilio. Il collegio ha ordinato ad ARPA di fornire la documentazione sull’inquinamento della falda.
In attesa di conoscere le risultanze della relazione dei consulenti della Procura sull’applicabilità della normativa Seveso al gasdotto TAP, che potrebbe portare anche a conseguenze estreme le sorti del progetto, la cronaca giudiziaria inerente questa controversa infrastruttura, oggi si concentra sull’inquinamento della falda di San Basilio, località dove TAP ha aperto il suo primo cantiere e dove fino a quest’estate erano in corso i lavori di realizzazione del microtunnel e del pozzo di spinta. Fino a quest’estate, fino al 24 luglio per l’esattezza, quando il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente che stabilisce il divieto di emungimento di acqua da pozzi nell’area cantiere TAP e il divieto di svolgimento di qualsiasi attività lavorativa da parte di TAP in località San Basilio.
L’ordinanza era stata emanata dopo che il Comune di Melendugno aveva avuto conoscenza dei dati che attestavano che la falda fosse inquinata, a causa dello sforamento dei parametri di Nichel, Nitriti (Azoto Nitroso), Cromo VI, Solfati e Arsenico, già rilevato da novembre 2017, con un ulteriore aumento a giugno 2018, quando sono stati effettuati nuovi prelievi di campioni.
In un primo momento, i divieti avevano effetto fino al 30 settembre 2018. Successivamente, il 28 settembre, il Sindaco ha stabilito il loro perdurare e il 29 ottobre, con una nuova ordinanza, è stata disposta la reiterazione dell’ordinanza di luglio, confermando quindi il blocco del cantiere e il divieto di emungimento di acqua dai pozzi di San Basilio.
TAP si è opposta a tutti questi provvedimenti interdittivi presentando ricorso al TAR Lazio, chiedendone l’annullamento e – in attesa di conclusione del procedimento – anche la sospensione del divieto di svolgere attività di cantiere.
Ma il collegio giudicante il 14 novembre ha deciso di rinviare la trattazione del ricorso al 5 dicembre, senza concedere a TAP la sospensiva, ordinando all’ARPA Puglia di fornire la documentazione relativa agli accertamenti effettuati riguardanti le concentrazioni della soglia di contaminazione (CSC) nell’area di cantiere entro 10 giorni.
In giudizio si sono costituiti, oltre a TAP e al Comune di Melendugno, anche l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) e il Ministero dell’Ambiente.
Sull’inquinamento della falda di San Basilio è in corso anche un procedimento penale aperto di recente dalla Procura di Lecce. Al momento TAP ha due cantieri bloccati, mentre un terzo è in fase di allestimento nell’area della Masseria del Capitano e anche qui i problemi non mancano. In particolare è stato osservato che il progetto interferirebbe con la via Francigena e beni archeologici, sebbene TAP neghi tale affermazione. Va detto che in fase di valutazione di impatto ambientale, il Ministero dei Beni culturali diede pare negativo al progetto, dissenso superato grazie ad un’apposita delibera del Consiglio dei Ministri.