Il PRT del gasdotto TAP sorge a ridosso dell’antica Via Francigena, candidata a diventare patrimonio Unesco. Le potenziali interferenze sono dichiarate dalla stessa multinazionale. Ieri Mamme No TAP e Movimento No TAP hanno percorso sotto la pioggia parte dell’itinerario, per richiamare l’attenzione su questo aspetto.
Nell’ambito della procedura di valutazione d’impatto ambientale (VIA), il Ministero dei Beni culturali non diede parere positivo al progetto TAP, ma con una delibera del Consiglio dei Ministri, all’epoca presieduto da Matteo Renzi, il suo dissenso fu superato.
La questione legata alle possibili interferenze dell’infrastruttura con il patrimonio archeologico salentino è di nuovo sotto ai riflettori, ora che TAP si accinge ad allestire il terzo cantiere, presso l’area della Masseria nel Capitano, dove dovrebbe sorgere il PRT, una centrale di 12 ettari, certamente non invisibile.
Siamo a ridosso dell’antica via Francigena, la strada percorsa per secoli dai pellegrini di tutta Europa, che parte dall’Inghilterra, attraversando la Francia e tutta Italia, fino a raggiungere nel Salento i porti di imbarco verso la Terrasanta, come Gallipoli, Otranto, Leuca, Brindisi.
Nel 1994 la Via Francigena è stata dichiarata “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”. Come il famoso Cammino di Santiago di Compostela, questo itinerario ha una rilevanza internazionale, tanto da essere candidato a diventare patrimonio dell’umanità Unesco. Sette Regioni italiane hanno firmato nel 2017 un protocollo d’intesa per sostenerne la candidatura.
La Regione Puglia, in particolare, ha elaborato un “Piano di valorizzazione della via Francigena del Sud”. Altri progetti stanno sorgendo intorno all’obiettivo di valorizzare questo patrimonio storico-culturale, anche attraverso le iniziative di organizzazioni e associazioni culturali. C’è soprattutto una presa di coscienza di quello che rappresenta questo percorso, con il recupero anche di documenti storici finiti nel dimenticatoio negli anni passati, che raccontano di momenti di condivisione, armonica convivenza, unione di culture e tradizioni, anche musicali, tra pellegrini di diverse provenienze, diverse religioni, diverse lingue, che avevano luogo questo percorso.
Ed è proprio a ridosso della via Francigena che sorgerà il PRT di TAP, con la sue tubazioni, con 50 tonnellate di gas naturale contenuto al suo interno (secondo fonti TAP), con le alte torri per gli sfiati freddi per lasciare fuoriuscire tutto questo gas (nelle fasi di avvio e stop, in caso di manutenzione e in caso di emergenza), con le caldaie di combustione del gas (al fine di ridurre la pressione), i suoi continui rumori e le sue emissioni.
E’ proprio TAP a scriverlo, già nel 2011 con la presentazione del precedente progetto (che fu poi bocciato):
‘Il PRT genererà emissioni in atmosfera e rumore. Potrà avere un potenziale impatto sul paesaggio comparabile a quelli di piccole centrali alimentate a gas.’
Nella sintesi non tecnica del progetto approvato si legge che ‘il terminale di ricezione (PRT, ndr), in quanto struttura permanente, determinerà una potenziale interferenza con il paesaggio’ e ‘potenziali interferenze sul patrimonio culturale correlate al progetto e causate da disturbo fisico e potenziale danneggiamento di manufatti archeologici dovuti alle attività di scavo on-shore e al passaggio di veicoli pesanti’, aggiungendo che per chi vive entro 500 metri l’impatto sulla vita delle persone sarà medio-alto.
Un’infrastruttura con queste caratteristiche non sembra conciliarsi molto bene con un itinerario di importanza internazionale, candidato a diventare patrimonio dell’umanità.
Per richiamare l’attenzione su questo aspetto, ieri mattina Mamme No TAP e Movimento NO TAP hanno dato vita ad una manifestazione, consistente in una passeggiata a partire dal Dolmen Gurgulante – anch’esso parte del patrimonio archeologico del Salento, posizionato vicino alla Masseria del Capitano – e procedendo lungo un tratto dalla via Francigena, passando per il nascente terzo cantiere TAP.
‘Lungo il tracciato del “tubo”, la campagna è viva e si racconta. La rabbia per la devastazione attuata a danno di questa Terra innocente – scrivono le Mamme No TAP – è palpabile ma, nonostante tutto, non riusciranno mai a soffocare i nostri sorrisi e la nostra determinazione.’
‘La terra lotta per difendere la vita e la bellezza e noi saremo lì – aggiungono – per frenare la furia devastatrice di coloro che vogliono trasformare quei luoghi in un deserto di tubi e cemento. Un fiore sarà sempre lì a darci il “Buongiorno resistente”‘.
Così ieri, domenica 18 novembre, sotto la pioggia in tanti si sono ritorovati, muniti di ombrello, ‘per passeggiare insieme alla scoperta del patrimonio culturale ed archeologico di quell’aerea’.
‘Questa terra va esplorata, amata e difesa. Conoscere ad apprezzare il nostro territorio – concludono – è il primo e fondamentale passo per difenderlo’.
La pioggia non ferma i propositi di chi si oppone a quest’opera, ma costituisce un serio problema per i mezzi di TAP, che si ritrovano molto spesso a lavorare nel pantano e spesso a rinviare il compimento delle operazioni in programma.
Sembra che sia anche la terra ora a ribellarsi. Ma contro la terra nulla possono i “Daspo“, le multe, le denunce e le zone rosse. La terra segue regole proprie.