In 18 Comuni del Salento, il presepe viene realizzato da richiedenti asilo, organizzazioni e diocesi locali, Comuni, liberi cittadini, nell’ambito dell’iniziativa ‘Sicuri di essere umani’. Oggi Gesù bambino potrebbe restare nella grotta con il decreto sicurezza?
Se le pagine di cronaca sono piene di polemiche sui “presepe sì” o “presepe no” nelle scuole, è anche vero che ci sono tante iniziative di condivisione che vedono la collaborazione tra cittadini italiani (cristiani e non) e immigrati, anche musulmani, nell’allestimento del presepe e nel rinnovo delle tradizioni natalizie, mossi non da una sterile ripetizione della tradizione, ma in vista di qualcosa di più importante e profondo.
E’ il caso della campagna ‘Sicuri di essere umani’, inaugurata oggi, domenica 23 dicembre, una iniziativa che unisce richiedenti asilo, organizzazioni e diocesi locali, Comuni, liberi cittadini nel promuovere iniziative con oggetto il presepe e la natività.
L’occasione è anche ribadire il “no” alle politiche discriminatorie introdotte dal Governo nei confronti dei cittadini stranieri, con l’obiettivo comune di far conoscere le conseguenze umanitarie di politiche simili, in aperto contrasto con lo spirito natalizio di solidarietà e pace.
Tante le iniziative in programma unite nella campagna social con l’hashtag #sicuridiessereumani.
La rappresentazione della natività è il simbolo di questa campagna di informazione per far conoscere le conseguenze dell’entrata in vigore del nuovo testo sull’immigrazione voluto dal Governo. Oggi il “Bambin Gesù” non potrebbe restare nella grotta perché verrebbe immediatamente espulso ai sensi del Decreto sicurezza.
Richiedenti asilo ospiti nei progetti di accoglienza Cas e Sprar, gestiti da Arci Lecce, sono protagonisti di molteplici attività sul territorio: a Sternatia, nell’ambito di “Preseparte”, manifestazione organizzata dall’associazione “Antama” e promossa dal Comune, è stato realizzato un presepe con l’antica arte dell’intreccio dagli ospiti del Cas e sarà esposto fino al 6 gennaio con gli slogan ‘Ogni uomo è mio fratello’ e ‘Sicuri di essere umani’.
Slogan che stanno accompagnando ragazze e ragazzi richiedenti asilo protagonisti nei presepi viventi nelle città di Galatina, Acquarica di Lecce, Diso, Lequile, Caprarica, Trepuzzi, Alessano, Castiglione d’Otranto, Campi Salentina, Sogliano, Tricase, Castrignano De’ Greci, Patù e Lecce
Un’azione che vede nei Comuni interessati anche il sostegno delle diocesi locali. Significativa l’iniziativa a Cavallino, dove nella chiesa Santissima Maria Assunta, dopo la messa serale, i Re Magi, giunti in anticipo, restano increduli di fronte alla natività sgomberata nella grotta parrocchiale.
A Surbo e San Pietro Vernotico è invece protagonista la “luce della pace“, promossa dai gruppi scout dell’Agesci, giunta da Betlemme in piazza Duomo a Lecce lo scorso 16 dicembre. Questa mattina ragazze e ragazzi richiedenti asilo ospiti nei due paesi hanno donato alle comunità parrocchiali la fiammella e per poi presenziare con un presepe vivente, rispettivamente sul sagrato della Chiesa matrice a Surbo e nella Parrocchia Don Bosco a San Pietro Vernotico.
L’intera campagna di sensibilizzazione, promossa dal Coordinamento Leccese Contro Il Decreto Sicurezza (Link, Uds, Caritas, Coop.Rinascita, Rete Antirazzista, Casa della Carità, Gus, Arcigay, Philos, Arci Lecce, Missionari Comboniani, LeA, Lecce Bene Comune, Casa delle Donne, Insegnanti Cpia, Agedo, Cgil, Anpi, Amis Onlus), avrà il suo culmine domenica 6 gennaio a Lecce, giorno dell’Epifania, con un grande corteo che in accordo con la Diocesi di Lecce si concluderà in Piazza Duomo, simbolo della religiosità leccese, dove quest’anno è stato allestito il Presepe della città barocca.