Contestatori aspettano il comico genovese fuori dal teatro e invitano i cittadini leccesi a ‘non dare soldi a uno che ha tradito questo territorio’. Grillo è arrivato scortato dalla Polizia. Preso di mira per l’incoerenza del M5S, soprattutto su TAP, Ilva e trivelle.
Non è stata certo l’accoglienza che avrebbe voluto ricevere Beppe Grillo, ieri ospite del Teatro Politeama a Lecce per il suo spettacolo “Insomnia – ora dormo”. Fuori dal teatro, infatti, ad attenderlo c’erano i contestatori.
La carriera di Beppe Grillo è tanto interessante quanto singolare. Comico dal grande talento, vulcanico, trascinatore, fu esiliato dalla televisione alla fine degli anni ’80, dopo alcune battute sul Partito Socialista Italiano, che alludevano a quello sarebbe venuto fuori qualche anno dopo con l’inchiesta di Mani Pulite.
Per i due decenni successivi ha girato l’Italia proponendo i suoi spettacoli in cui denunciava il malaffare e il decadimento nella politica e nell’imprenditoria italiana, arrivando addirittura ad annunciare in anticipo il crack della Parmalat. Ha sostenuto delle campagne ambientaliste e condotto crociate contro le speculazioni, contro le “grandi opere” considerate utili solo per gli affaristi.
Sempre acuminati gli attacchi alla “vecchia politica”, uno dei partiti che più ha preso di mira è stato la Lega Nord, soprattutto per il suo pensiero secessionista, antimeridionalista e anti-italiano, ricordando in uno dei suoi spettacoli un episodio poco edificante, quando a Lugano in una manifestazione del Carroccio del 2005 – alla quale avrebbero partecipato anche gli ex Ministri Umberto Bossi, Roberto Calderoli, Roberto Castelli e Giulio Tremonti – fu intonato il canto “Siamo padani, abbiamo un sogno nel cuore: bruciare il tricolore”.
‘Cinque Ministri che cantano insieme a cinquecento cialtroni questa canzone. Così ci rendiamo conto in che Paese siamo’, commentò Grillo, facendo notare che proprio in quelle ore nel tricolore ci stavano fasciando, a Roma, la bara di Nicola Calipari, caduto in Iraq.
Passano gli anni e il suo ruolo di comico impegnato, di “megafono” del popolo, lascia sempre più il passo al politico, promotore di un nuovo sistema di valori trasversale, che crede nella democrazia liquida, votato all’onestà e con l’intento di rappresentare qualcosa di diverso rispetto alla brutta politica di questi anni. Dapprima prestando il suo nome alle liste civiche che incarnavano quei valori, per poi fondare un proprio movimento politico, quello che oggi è al Governo insieme a quella Lega Nord che il comico genovese ha sempre definito “ciarpame”.
Ma l’alleanza (o “contratto di governo”, come i pentastellati preferiscono definire questo sodalizio politico) con uno dei partiti della vecchia politica – rimasto coinvolto in diversi scandali, dalla tangente Enimont ai famosi 49 milioni da restituire in comode rate – non è l’unico elemento di incoerenza in cui è caduto il movimento fondato da Beppe Grillo.
Il Movimento 5 Stelle in meno di un anno di governo ha ceduto su diversi pilastri delle loro battaglie, tra cui, per quanto riguarda più da vicino il Salento, sulle questioni Ilva, trivelle, TAP e xylella.
E se parte della popolazione del Mezzogiorno ha scordato il passato e la considerazione che la Lega Nord ha avuto per i cittadini del sud per decenni, non tutti hanno dimenticato le promesse del Movimento 5 Stelle disattese. Tra questi i movimenti ambientalisti e a tutela della salute, i comitati locali di contrasto ad opere ritenute impattanti, come TAP e alle trivelle, ma anche ex militanti ed elettori del M5S.
Il comico-politico non ha scomunicato i Ministri del M5S che hanno fatto dietrofront su tali questioni, né vi ha preso le distanze.
Per questo, a presentargli il conto fuori dal Politeama, c’era un nutrito gruppo di contestatori, muniti di bandiere No TAP, striscioni e cartelli, i quali invitavano i cittadini a ‘non dare soldi a uno che ha tradito questo territorio’. E’ stata anche bruciata una bandiera del M5S.
Grillo è arrivato scortato dalla Polizia, mentre nelle vicinanze del teatro c’era un imponente schieramento di forze dell’ordine. A settembre 2014 il fondatore del M5S aveva partecipato alla marcia No TAP insieme a cittadini e militanti, conquistando la loro fiducia, i quali avevano riposto le speranze residue di avere una rappresentanza politica proprio in quel movimento di popolo. I tempi cambiano.