Comune di Melendugno e Rete No TAP accusano la società SNAM di aver iniziato le operazioni di espianto degli ulivi monumentali prima del parere positivo della Commissione.
Il gasdotto TAP, opera monca, non si ferma a Melendugno. Giunto al terminale di ricezione, infatti, il gas dovrà essere trasportato fino a Brindisi, presso Masseria Mataggiola, dopo aver percorso circa 55 km per le campagne delle province di Lecce e Brindisi, dove insistono decine di ulivi, di cui buona parte monumentali.
Per farlo si dovrà procedere alla costruzione di un ulteriore gasdotto, ossia l’Interconnessione TAP-SNAM, strettamente funzionale al gasdotto TAP. Si tratterebbe di un’unica opera, divisa in due distinti progetti. L’Interconnessione, però, sarà interamente realizzata dalla società pubblica SNAM, peraltro proprietaria del 20% delle azioni di TAP.
Anche sull’Interconnessione TAP-SNAM ci sono state numerose riserve critiche da parte di movimenti e associazioni a tutela del territorio, soprattutto sull’impatto ambientale, paesaggistico, sanitario dell’opera. Il suo percorso attraversa anche siti sensibili dislocati in otto Comuni tra le province di Lecce e Brindisi.
Ancora una volta ci sono gli ulivi a “infastidire” le operazioni. Queste piante, una volta perno dell’economia salentina, sono diventati da alcuni anni un intralcio alla realizzazione di infrastrutture e a dei piani di sviluppo industriale e agricolo di questa terra.
Sono 8.647 gli ulivi da espiantare e ripiantare nei Comuni di Melendugno, Castrì, Lizzanello, Surbo, Vernole e Lecce, di cui 178 monumentali. In principio erano 182, ma 4 sono stati abbattuti dopo essere risultati positivi al batterio della xylella fastidiosa.
Solo nel territorio di Lecce sono 96 gli alberi monumentali da espiantare, di cui molti ricadenti nel Parco di Rauccio nella a ridosso dell’Abbazia di Santa Maria a Cerrate.
Comune di Melendugno: ‘Nulla-osta rilasciato dopo gli espianti’
Oggi a far discutere e alimentare nuove polemiche non è tanto il numero di ulivi, ma l’inizio degli espianti che sarebbe avvenuto – secondo quanto denunciato dal Comune di Melendugno – senza la preventiva autorizzazione della Commissione tecnica per la tutela degli alberi monumentali, forse addirittura già dal mese di maggio. Autorizzazione che, invece, sarebbe stata rilasciata posteriori, il 24 ottobre scorso.
Ecco come sarebbero andati i fatti. Come previsto dalle prescrizioni contenute nel decreto di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), SNAM avrebbe dovuto attendere il rilascio del pare positivo all’espianto da parte della Commissione. Ma il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, aveva inviato una nota con la quale portava agli atti una serie di segnalazioni secondo le quali ‘gli ulivi monumentali oggetto della richiesta di spostamento in deroga presentata da SNAM, sarebbero in parte già espiantati’ e per questi motivi aveva chiesto ‘la sospensione del procedimento di deroga avviato, onde accertare l’avvenuto espianto (in nessun modo autorizzato) di alberi di ulivo monumentali’.
A tal proposito la Commissione aveva chiesto al Comune ulteriori informazioni su questi ulivi e aveva convocato per l’11 ottobre scorso tutti i Comuni del leccese interessati dagli espianti a presentare osservazioni e ogni ulteriore elemento utile, anche per meglio definire il numero di ulivi monumentali e il numero di ulivi infetti. Ricordiamo che il censimento degli alberi monumentali è un compito che spetta ai singoli Comuni e non tutti vi hanno provveduto.
A parte il Comune di Melendugno, che nel suo territorio ha 6 ulivi monumentali interessati dagli espianti, nessun altro Comune ha presentato obiezioni. Così il 24 ottobre si è proceduto al rilascio del parere positivo.
Da Melendugno parlano di ‘doppia beffa‘. A far circolare la notizia, stigmatizzando l’accaduto, è stata la Rete No TAP, che in una nota, intrisa di ironici riferimenti a organizzatori e partecipanti all’evento “Conversazioni sul futuro”, scrive:
‘L’11 ottobre in Commissione Ulivi Monumentali c’è stata una Conversazione #sulfuturo , e si è deciso di fare un passo nel passato, per risolvere postumi i problemi autorizzativi di SNAM.
Naturalmente, come al solito, si è opposto solo il comune di Melendugno, per gli altri va bene che si dia un autorizzazione prescrittiva dopo che i lavori sono cominciati 8 mesi fa.L’11 ottobre scorso, in Commissione Ulivi Monumentali, sono stati convocati TUTTI i comuni interessati dal tracciato Snam, e lì si è deciso il suo destino (il riferimento è all’albero monumentale in foto, ndr).
Ma cosa è successo quel giorno? Come da verbale presentato, il comune di Melendugno, tramite i suoi rappresentanti, ha fatto rilevare che lungo il tracciato i lavori sono già cominciati da tempo e molti ulivi monumentali, come potete vedere nelle foto (addirittura risalenti a maggio scorso!), o sono già stati spostati o addirittura triturati!
Tutto questo al contrario di quanto indicato dalla VIA e dalle prescrizioni!
A questo NESSUNO DEI COMUNI INTERESSATI dai lavori, a parte il già citato Melendugno, ha posto alcuna osservazione, o prova dei fatti evidenti!Tra questi comuni neanche Lecce, interessata da 22Km di tracciato e ATTUALMENTE devastata da una decina di cantieri, ha ritenuto opportuno di aggiungere altro.
Si pretendeva forse che i vigili di Melendugno o l’ufficio tecnico, dove i i lavori SNAM non sono cominciati, producessero prove per tutto il tracciato? Dove sono tutti quei comuni che nell’aprile del 2017 facevano le sfilate di rappresentanza in piazza sant’Oronzo, davanti a 5000 persone? E quei sindaci , che fine fanno quando dalla retorica bisogna passare ai fatti? Dove sono quei “poltronai” che organizzano convegni e conferenze in difesa del clima e dell’ambiente, per poi nascondersi dietro al dito della codardia?
Che cosa possiamo dire del nostro ulivo di Cerrate e i suoi compagni millenari? Ciò che è certo, è che questi avi di una terra martoriata sono oggi segnati con un nastro bianco e rosso, e l’allegra Commissione Ulivi Monumentali non ha ritenuto opportuno richiedere la verifica delle analisi molecolari, relative alla positività sulla xylella. Vuol dire quindi che quest’albero verrà triturato sul posto, come è già successo a tanti altri sul tracciato e come chissà quante altre volte accadrà.
Attendiamo il primo novembre, quando, come da prescrizioni VIA, la beffa del nulla osta concesso postumo si chiuderà. Intanto, vorremmo che tutti i rappresentanti di quei comuni ignavi, si guardino allo specchio e si vergognino delle menzogne che mettono in pratica”.
Gli espianti potranno iniziare non prima di novembre. A tal proposito, i No TAP concludono:
‘Attendiamo il primo novembre -rimarcano i NoTap- quando, come da prescrizioni VIA, la beffa del nulla osta concesso postumo si chiuderà. Intanto vorremmo che tutti i rappresentanti di quei comuni ignavi si guardassero allo specchio, vergognandosi delle belle parole che mai hanno tradotto in fatti’.