Francesca Sòdero, Consigliere di minoranza del Comune di Tricase, denuncia ripetuti insulti sessisti da parte di un collega. Dello stesso tenore alcuni commenti alla notizia.
E’ molto grave quanto denunciato da Francesca Sòdero, Consigliere di minoranza del Comune di Tricase, attivista del M5S, di professione commercialista. Un altro Consigliere, di cui non fa il nome, le avrebbe ripetutamente rivolto degli insulti sessisti, fin dall’inizio del mandato amministrativo, cioè dal 2017. Il tutto sarebbe accaduto a margine delle sedute consiliari.
La vicenda è stata resa pubblica in un post pubblico sul suo profilo Facebook il 27 dicembre, preceduto da un altro post in cui denunciava un episodio simile (con protagonista in negativo il Consigliere della Regione Veneto – Sergio Berlato, di FDI – il quale rivolgeva insulti dello sesso tenore ‘a tutte le signorine animaliste e vegane’) e annunciava ‘un resoconto anche sul nostro Comune’ (Tricase), affermando che ‘purtroppo di questi personaggi è infestata la classe politica’.
E il resoconto di Francesca Sòdero è arrivato:
‘Se una donna esprime idee con forza e durezza ed in generale si dimostra rigorosa ed intransigente su alcuni valori e principi, è facile che le tocchi scontrarsi con uno dei (purtroppo) numerosi esponenti di uno strisciante maschilismo di cui ahi noi sono infestate anche la politica e le Istituzioni.
A questi personaggetti proprio non scende che una donna non risponda a certi canoni (dolcezza, fragilità, rassegnazione, remissività) che consentono loro di sentirsi machi e superiori, e quando ne incontrano una che non le manda a dire, arrivano a concludere che “dovrebbe trombare più spesso”.
Questo avviene anche nel Consiglio Comunale di Tricase, in seno al quale ho dovuto sopportare sin dal principio del mandato, aggressioni sessiste ed esternazioni maschiliste da manuale. Ho sempre risposto con leggerezza ed a tono, perché sotto sotto percepisco la frustrazione degli uomini che si dedicano a tali tristi pratiche e ne ho solitamente compassione.Tuttavia, a tutto c’è un limite e non intendo tollerare oltre queste “confidenze”, ragion per cui chiederò alla Presidente della Commissione per le Pari Opportunità Alessandra Ferrari di farsi portavoce, nel prossimo Consiglio Comunale, di una richiesta di scuse da parte del consigliere comunale che mi ha inviata a “trombare più spesso”, dopo l’ultimo Consiglio del 19 dicembre, alla presenza del Presidente del Consiglio e di altri consiglieri e cittadini.
Al consigliere farò notare come nessuna uscita malsana come questa egli abbia mai indirizzato ai consiglieri uomini che pure in Consiglio Comunale perdono la pazienza.
Dirò che al di là del sessismo insito in queste basse esternazioni, c’è un dato preoccupante che non deve passare inosservato. La durezza, il rigore, la forza con la quale si difendono certi valori, anche in politica, è sintomo di tensione morale e prova di una coscienza non sopita dinanzi a malefatte e falsità. Ad una madre che rimprovera un figlio non si direbbe mai che “dovrebbe trombare più spesso”! Perciò, cari signori maschilisti, se non vi scende che le donne spesso portano nella vita politica ed istituzionale questa tensione morale, ve ne dovrete fare sempre di più una ragione!’
Sono stati numerosi gli attestati di solidarietà per gli attacchi subiti dalla Sòdero e la condanna dell’atteggiamento sessista e maschilista del suo collega al Consiglio comunale, che ancora non ha un nome. Tuttavia c’è stato chi ha rincarato la dose e ha reiterato gli insulti sessisti nei commenti alla notizia, non solo uomini, ma anche donne.
La Costituzione e le leggi hanno portato alla parità di diritti tra uomini e donne, ma un vecchio retaggio culturale ne vanifica gli sforzi e impedisce una sostanziale parificazione delle opportunità
In questo contesto una donna non può avere un confronto dialettico, per quanto acceso, con i suoi interlocutori, non può avere diritto ad esprimere un’opinione o un’emozione, senza essere etichettata: “ha le sue cose…”, “sono gli ormoni a parlare….”, “deve sc….e di più”, “ha bisogno del c…o”, “è una p…..a”…
E se una donna osa difendere una persona straniera, può andare ancora peggio. Non ci si deve meravigliare, quindi, se un italiano su quattro pensa che se una donna viene stuprata è perché se l’è andata a cercare. E’ quasi pleonastico affermare che gli insulti sessisti siano il frutto della carenza di argomenti e di una sostanziale ignoranza.