Rinvio a giudizio per TAP, vertici Saipem e rappresentanti di ditte appaltatrici per inquinamento falda e opere abusive. Otto Comuni, Regione, Ministero dell’Ambiente e alcune associazioni tra le parti offese. TAP difesa da Paola Severino e Francesco Paolo Sisto.
Le lunghe indagini relative all’attività di TAP hanno portato i primi frutti. Sono 19 le persone rinviate a giudizio per reati a vario titolo, tra cui la stessa società Trans Adriatic Pipeline, l’ex country manager di TAP Michele Mario Elia (già condannato in secondo grado nella cosiddetta “Strage di Viareggio”), il project manager della società, Gabriele Lanza, direttore dei lavori, Marco Paoluzzi, ma anche i rappresentanti legali di alcune società appaltatrici della multinazionale che hanno provveduto all’esecuzione dei lavori.
Le indagini, condotte dalla PM Valeria Farina Valaori riguardano le attività di espianto degli ulivi, che sarebbe avvenuto senza le autorizzazioni paesaggistiche prescritte e fuori dal periodo consentito, la realizzazione di opere su aree sottoposte a vincoli e l’inquinamento della falda con materiali industriali e metalli pesanti.
Espianto ulivi e attività su aree sottoposte a vincolo
Per quanto riguarda il primo filone dell’inchiesta, gli ulivi sarebbero stati espiantati in località Le Paesane, fuori dal periodo consentito (coincidente col periodo di riposo vegetativo, nei mesi freddi), esponendo pertanto gli alberi ad un elevato stress e riducendo le stesso possibilità di ripresa al momento del reimpianto. Tanto più se si considera la drammatica situazione del disseccamento degli ulivi, che va a colpire proprio le piante più vulnerabili.
Inoltre la costruzione delle recinzioni con jersey, reti e filo spinato in zone agricole (località San Niceta) di “notevole interesse pubblico”, sarebbe avvenuta su aree sottoposte a vincolo paesaggistico (circa 20 mila metri quadrati), senza la Valutazione di impatto ambientale (VIA) favorevole e in violazione delle prescrizioni contenute nel provvedimento autorizzativo. Inoltre stato eluso il divieto di realizzazione di strutture e infrastrutture finalizzate ad attività produttive su soprassuoli percorsi da fuoco (incendio del 10 ottobre 2011) e comunque in assenza della prescritta autorizzazione paesaggistica’.
Sotto la lente dell’accusa sono fine anche l’estirpazione di macchia mediterranea nelle operazioni effettuate da alcune ditte appaltatrici di TAP e l’installazione di una recinzione in località di San Basilio (la cd. zona rossa), che sarebbe avvenuta senza la necessaria autorizzazione.
Inquinamento delle acque di falda
Il secondo filone è relativo all’inquinamento delle acque di falda con sostanze estremamente pericolose e tossiche, dovute – secondo le tesi inquirenti – allo scarico dei reflui industriali e alla mancata impermeabilizzazione delle aree di cantiere inerenti il pozzo di spinta e il microtunnel, che avrebbe dovuto da assicurare che i materiali impiegati per eseguire le operazioni non penetrassero nel sottosuolo. Inoltre sarebbe stato utilizzato un cemento non a norma. Il risultato, complice la pioggia, sarebbe stato l’inquinamento della falda con metalli pesanti e sostanze altamente tossiche, primo fra tutti il cromo esavalente, oltre a Nichel, Manganese, Arsenico, Azoto Nitroso, ben oltre la soglia di legge.
Una coppia di legali “eccellenti” per TAP
Balzano all’occhio i nomi eccellenti che formano la coppia di difensori della società TAP, rappresentata da Paola Severino e Francesco Paolo Sisto. La Severino è meglio conosciuta per essere stata Ministro della Giustizia nel Governo Monti. E’ sposata con l’ex Commissario Consob Paolo Di Benedetto ed è attualmente Vice Presidente della prestigiosa Università Luiss di Roma, dopo essere aver ricoperto la carica di Rettore. Nella sua carriera di avvocato ha difeso Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, Giovanni Acampora (legale della Fininvest) nel processo IMI-SIR, il boss Salvatore Buscemi nel processo per la strage di via d’Amelio, Francesco Gaetano Caltagirone, nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi, per il crac della Cirio. Ha anche fornito le sue prestazioni professionali a Eni, Enel e Telecom Italia.
Francesco Paolo Sisto, con un passato da parlamentare in Forza Italia e nel PDL, è stato relatore della legge elettorale “Italicum”, frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi, e della riforma costituzionale, poi bocciata con il referendum del 4 dicembre 2016. Ha fatto parte della Commissione Giustizia e della Commissione antimafia e della Commissione Affari Costituzionali.
Prima udienza l’8 maggio
Ora 19 persone passano da indagati ad imputati, in virtù di un decreto di citazione diretta a giudizio emesso dalla PM Valeria Farina Valaori.
La notizia è stata accolta positivamente da chi da anni si batte contro il gasdotto TAP e giunge a due giorni dall’ennesimo incontro pubblico “Befana No TAP”, in cui tanto i diretti interessati, quanto gli avvocati del “Legal Team” – che si sono offerti di difendere gratuitamente i No TAP sotto processo per delle azioni di protesta – avevano denunciato una giustizia a due velocità, oltre troppo severa con chi protesta, molto meno con TAP.
Tra le parti offese figurano i sindaci di otto Comune della provincia di Lecce (Melendugno, Martano, Vernole, Castrì, Calimera, Lizzanello, Corigliano, Zollino), il Governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, il Ministero dell’Ambiente, le associazioni Vas Onlus, Codacons, Italia Nostra e il Comitato No Tap Salento (uno dei diversi soggetti che rientrano in generale nel movimento No TAP).
Questi avranno la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento penale e chiedere il risarcimento dei danni, nei limiti degli interessi che rappresentano.
Gli indagati
TAP
- società TAP
- Michele Mario Elia ex country manager di TAP;
- Gabriele Lanza, direttore dei lavori;
- Marco Paoluzzi, project manager della società;
Saipem
- Luigi Romano, “fabrication operation manager”;
- Adriano Dreussi, “offshore constructione manager”;
- Piero Straccini, “offshore constructione manager”,
- Luca Gentili, procuratore della Società;
I.CO.P. spa
- Yuri Picco, responsabile di commessa;
- Aniello Fortunato, direttore tecnico di cantiere;
Altre aziende
- Lucio Mello, titolare Ditta Mello;
- Massimiliano Greco, rappresentante società Greco Cosimo sns;
- Antonio Vallone, titolare coop Montaggi Industriali;
- Mariano Giuseppe, direttore di cantiere SME Strade srl;
- Pino Calò, datore di lavoro presso la Geoambiente srl;
- Maurizio Luigi De Pascalis, rappresentante Ditta Pietro De Pascalis;
- Claudio Coroneo amministratore Nova Montaggi;
- Pantaleo Notaro, amministratore Nova Montaggi; subappaltatore del montaggio della recinzione;
- Alessandro Niccoli, amministratore unico della R.A. Costruzioni srl di Brindisi, esecutrice dei lavori.