Avvocati, giudici e professori universitari scrivono lettera aperta al premier, chiedendo di ripristinare “la normalità costituzionale”. Per i firmatari queste restrizioni delle libertà fondamentali “rappresentano un pericoloso precedente per lo Stato di diritto che non può essere replicato nella Fase 2”.
Continuano le iniziative e le prese di posizione di costituzionalisti, medici e cittadini che sollevano la questione dell’incostituzionalità del sistema di gestione emergenziale e la sospensione della Costituzione messi in atto dal premier Conte.
Perfino la Presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia, che tra l’altro ha contratto il Covid-19, guarendone, ha scritto nella relazione annuale sull’attività della Corte per l’annualità 2019 che “la leale collaborazione tra le Istituzioni è la chiave per affrontare l’emergenza”, sottolineando che “anche in situazioni eccezionali la Costituzione non contempla un diritto speciale”. Dunque la gestione d’emergenza, anche con delle compressioni dei diritti e delle libertà fondamentali (nei limiti del necessario per il contenimento del Coronavirus), avrebbe comunque dovuto realizzarsi entro il quadro costituzionale.
A rincarare la dose c’è stato il suo predecessore, il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassare, che intervistato da Stefano Molinari a “Lavori in Corso” ha parlato di “atti contro la Costituzione” e “curvatura autoritaria delle istituzioni“, paragonando tra l’altro la situazione italiana a quella ungherese, in cui il premier Orbàn ha acquisito pieni poteri suscitando forti preoccupazioni in tutta Europa.
“Anche di fronte a fatti come una pandemia, che comporta una serie di limiti forti e stringenti alle libertà fondamentali dell’individuo stabilite in Costituzione, ci vuole una legge. Quindi il Parlamento deve dire in che modo vanno limitate queste libertà e dare i poteri al Governo. Invece in questo caso sono stati fatti a monte dei decreti legge, però a maglie molto larghe. Infatti i limiti alla libertà, come quello di movimento, sono stati fatti con lo strumento del DPCM.
Un atto amministrativo che viene preso dal Presidente del Consiglio dei ministri da solo, senza alcun controllo, non passa dal Presidente della Repubblica per la promulgazione, non passa per il Consiglio dei Ministri che vengono esautorati, compreso il ministro della Sanità. Tutto questo è contro la Costituzione”.
Non sarebbe stato ravvisata l'”incostituzionalità” di questi atti, ma addirittura l’“anticostituzionalità”, ipotesi molto più grave dell’incostituzionalità, che l’assetto democratico-costituzionale.
“Era ora che un’alta carica dello Stato, come la Presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia, si facesse sentire, visto che gli altri hanno taciuto finora. E’ un buon segno di carità democratica del nostro Paese. E’ veramente strano -prosegue Baldassarre- che a parte il professor Cassese e chi le sta parlando in questo momento, prima dell’intervento della Presidente della Corte Costituzionale, nessuna autorità e soprattutto pochissimi costituzionalisti hanno fatto osservazioni su questo modo abbastanza disinvolto e che comporta un’implicita curvatura autoritaria delle nostre Istituzioni.”
“Ci lamentiamo che Orban fa il dittatore all’interno di un Paese della comunità europea, ma se noi facciamo la stessa cosa poi non possiamo dire che Orban è un’autorità contro la democrazia. Se si fa la stessa cosa che fa Orban evidentemente dobbiamo solo stare zitti”.”
Il Presidente emerito spiega poi per quale ragione Conte avrebbe dovuto scegliere la strumento del Decreto Legge, in modo da assicurare tempestività di azione e coinvolgimento del Parlamento (che è l’unico organo elettivo).
“Poteva essere sufficiente anche un Decreto Legge. Il Governo lo preparava e poi il Parlamento se voleva lo correggeva. Invece in questo modo il legislatore non è intervenuto per nulla. Il Parlamento è stato messo totalmente fuori e decide soltanto un uomo: il Presidente del Consiglio. Con una pletora di esperti o sedicenti tali che gli danno dei consigli. Mi pare che non è quello che prevede la nostra Costituzione.”
“O il Presidente del Consiglio attiva un processo di coinvolgimento del legislatore o se non lo fa lui penso che qualcuno deve indurlo a farlo… Il Presidente della Repubblica, i Presidenti di Camera e Senato, la Presidente della Corte costituzionale (che ha già parlato)”.
In tutta Italia sono diverse le associazioni, i comitati o singoli cittadini che stanno adottando iniziative volte al ripristino della “legalità costituzionale”, tra cui richieste di annullamento in autotutela, petizioni e perfino alcune denunce penali per “alto tradimento” nei confronti del Presidente del Consiglio.
Con una iniziativa più “soft” nel metodo, ma non meno pregnante di altre, un gruppo di avvocati, giudici e docenti universitari, di cui fa parte il prof. Ugo Mattei, ha pubblicato una lettera aperta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Gli aderenti si interrogano su ““quelle sagge restrizioni che rendono liberi” spiegando che le restrizioni delle libertà fondamentali messe in campo dal Governo nazionale e dalle Regioni, per fronteggiare l’emergenza Covid-19, generano gravi dubbi di costituzionalità e rappresentano un pericoloso precedente per lo Stato di diritto che non può essere replicato nella Fase 2, invitando il Governo a ripristinare la normalità costituzionale e il funzionamento della Giustizia, evitare gli abusi nei controlli da parte delle forze dell’ordine, fare in pieno la sua parte sui test e instaurare una comunicazione chiara, piena e trasparente.”
La lettera può essere sottoscritta sulla piattaforma https://generazionifuture.org/bacheca/lettera_aperta.php. E’ sufficiente inviare un’email indicando nome, cognome e numero di telefono.
“I motivi, che hanno spinto il gruppo di professionisti -concludono- a prendere in mano carta e penna e rivolgersi al premier Conte, sono stati illustrati dal Professor Ugo Mattei ordinario di diritto civile all’Università di Torino in un video-messaggio.”