L’affermazione sconcertante di Walter Ricciardi e per questo sostiene che “dobbiamo vaccinare il più possibile”. Protezione dal rischio assoluto solo dell’1% secondo un recente studio.
E’ un’esternazione che ha fatto discutere non poco, quella dell’igienista Prof. Walter Ricciardi, a proposito dell’efficacia dei vaccini contro il Sars-Cov-2.
Ricciardi di certo non è un no-vax. Tutt’altro. Il medico, co-fondatore del partito “Azione” di Carlo Caldenda, vanta una intensa collaborazione con case farmaceutiche produttrici di vaccini, tra cui Pfizer, cosa che gli ha procurato qualche grana, come un esposto di Codacons per conflitto di interessi (quando Ricciardi era a capo dell’ISS) e un’inchiesta da parte de “Le Iene”, che lo ha poi portato nel 2018 a rassegnare le dimissioni da Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.
L’affermazione di Ricciardi, dello scorso 1 luglio (“Se prendi il Covid da vaccinato il rischio è simile”), è la traduzione sostanziale di un tweet di Yaneer Bar-Yam, scienziato statunitense fondatore di EndCoronavirus.org, che riporta in sintesi una delle conclusioni di un recente studio, secondo la quale i vaccinati e i non vaccinati contro il Covid avrebbero le stesse possibilità che l’infezione possa portare a ospedalizzazione, malattia grave o morte.
Così twittava Yaneer Bar-Yam alla fine di giugno:
“If you are one of the vaccinated people who get a covid breakthrough case, data indicate you have the same chance as an unvaccinated person that your covid infection results in hospitalization, severe desease or death.”
Alla lettura di questo tweet, un utente ha chiesto spiegazioni proprio a Ricciardi: “mi scusi, sono settimane che tutti gli esperti vanno ripetendo che i vaccini proteggono dalla malattia grave/ospedalizzazione prima che dall’infezione (vedi dati UK su Delta) e oggi all’improvviso si sostiene l’esatto contrario?”
Quindi interviene Ricciardi:
“E’ così, e per questo dobbiamo vaccinare quanto più possibile, ma @yaneerbaryam diche che se ti prendi il COVID da vaccinato il rischio è simile per cui è bene stare attenti”. Ne è scaturito un vespaio di polemiche, fino alla richiesta di dimissioni da Consulente del Ministero della Salute.
Uno studio recente: efficacia del vaccino al 90% solo su sintomi lievi. Sui sintomi gravi solo dell’1%
Che il vaccino non protegga dalle forme gravi di COVID risulterebbe anche da un recente studio indipendente a firma di Pietro Olliaro, Els Torreele e Michel Vaillant, dal titolo “COVID-19 vaccine efficacy and effectiveness- the elephant not in the room”, pubblicato su diversi siti tematici, tra cui PubMed e The Lancet Microbe, basato su quattro pubblicazioni scientifiche relativi ai dati clinici di questi primi mesi di somministrazione e tre studi relativi ai documenti informativi sui vaccini attraverso la Food and Drug Administration (FDA).
Questo studio critica fortemente gli studi forniti dalle cause farmaceutiche per ottenere autorizzazione alla commercializzazione del vaccino.
Il primo aspetto che emerge è che la tanto decantata efficacia del 90% riguarderebbe il rischio “relativo” e non quello “assoluto”. In sostanza quel 90% sarebbe riferito ai soli sintomi lievi legati al COVID, non a quelli che portano ad ospedalizzazioni e forme gravi. La protezione dal rischio assoluto sarebbe di circa l’1%.
L’affermazione di Yaneer Bar-Yam, seguita da quella di Ricciardi, si ricollegherebbe a questo 1% di protezione dai rischi di malattia grave che il vaccino sarebbe in grado di garantire e che sostanzialmente si risolverebbe in un beneficio pressoché insignificante.
Un secondo aspetto critico è relativo alla distinzione tra efficacia ed effettività (“efficacy” e “effectiveness”), dove la prima sta ad indicare la capacità del vaccino di far produrre anticorpi all’organismo, mentre il secondo concetto esprime l’efficacia clinica, sul campo, l’efficacia, ossia l’effettiva capacità di contrastare lo sviluppo della malattia. Quel 90% di efficacia dichiarato non corrisponde al dato di “effectiveness”.
Ulteriori critiche riguardano il metodo utilizzato per valutare gli effetti del vaccino durante la prima fase di sperimentazione.
“Per questo dobbiamo vaccinare quanto più possibile”. Ma il vaccinato può trasmettere il virus come il non vaccinato.
Ricciardi, però, insiste sulla necessità di vaccinare il più possibile, proprio perché il vaccino non protegge dai rischi di malattia grave.
L’affermazione sembra un ossimoro, come un’esortazione a vaccinare di più perché il vaccino non sarebbe molto efficace.
In realtà Ricciardi si riferirebbe all’importanza della campagna vaccinale per contenere la trasmissione del virus. Ma come risulta dai documenti prodotti dalle stesse case farmaceutiche e come risulta dai dati “sul campo”, questi vaccini non bloccano la trasmissione del virus, ma stimolerebbero la produzione di anticorpi in grado di contrastare lo sviluppo della malattia (fermo restando che l’efficacia sarebbe limitata ai sintomi lievi). Ma un vaccinato può diventare positivo al Sars-Cov-2 e contagiare altre persone, come confermato, peraltro, dall’Istituto Superiore di Sanità.