I debitori perenni cercano sempre soldi “in prestito” con promessa di pronta restituzione. Ma al suo posto arriva un’altra richiesta. Come loro ci sono anche debitori di diritti e libertà.
Avete presente quelli che cercano sempre soldi “in prestito” con la promessa giurata su divinità, parenti (vivi e defunti), di restituire il prestito subito subito, ma che poi trovano sempre una scusa diversa, sempre più fantasiosa, per tergiversare e differire in continuazione il termine di restituzione del prestito?
Sono debitori perenni, vivono di espedienti con l’intento di non restituire mai quanto gentilmente ricevuto. Approfittano talvolta della generosità, talvolta anche dell’ingenuità, della pigrizia, dell’inerzia o persino della paura della gente, che non intraprenderà alcuna iniziativa di “recupero crediti”.
Spesso non solo non restituiscono il capitale iniziale, ma chiedono ulteriore liquidità e sovente vedono soddisfatte le loro pretese. Hanno la capacità di saperti prendere e intenerirti o intimorirti, a seconda della tecnica usata, e più passa il tempo più affinano la tecnica di persuasione e più avanzano pretese.
I creditori, a loro volta, sono un po’ rassegnati dal fatto che non rivedranno più il denaro “prestato”, e un po’ ingenui, se credono che effettivamente il debitore onorerà le promesse fatte.
Ai debitori perenni i piani riescono bene, almeno fino a quando non trovano qualcuno che, con le buone o con le cattive, rompe la catena si fa ridare il maltolto, magari con gli interessi.
I debitori perenni non sono solo quelli che chiedono soldi, magari pochi euro, come spesso fanno, ahimè, le vittime di alcune dipendenze, come droga (quella ufficiale) o vizio di gioco (scommesse, videopoker, slot machine, ecc…) o generici truffatori.
Ci sono anche i debitori di diritti e libertà, quelli che ti chiedono di rinunciare diritti e libertà mettendoli nelle loro mani, in cambio di sicurezza, per poi restituirti tutto entro poco tempo. Giusto un paio di settimane affinché il pericolo cessi.
Poi passano quattro settimane, ma i diritti non tornano indietro, perché il pericolo ancora incombe. Allora occorrono altre quattro settimane, che poi diventano sei, otto, dieci.
Piano piano il debitore restituisce qualcosa, ma è un’illusione, prima che ti chieda nuovamente un nuovo “prestito”. Ma tirate le somme, il credito si fa sempre consistente e ci si ritrova spogliati della disponibilità dei propri diritti e delle proprie libertà.
Il debitore non estinguerà il suo debito spontaneamente e se decide di farlo lo farà sotto condizione, con il cavallo di ritorno. Una volta che la disponibilità di questi beni non ce l’hai più tu, li userà a proprio favore, non nel tuo interesse.
Il debitore non cederà quello che gli è stato dato dagli ingenui, inerti, pigri o rassegnati che siano. Non fino a quando il creditore non prenderà coscienza e non deciderà di non sottostare più ai raggiri, per riprendersi finalmente ciò che gli spetta.
A tal proposito ricordiamo un passo del discorso del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciato il 25 aprile 2019, che riletto oggi fa un certo effetto:
“La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva. ”