Convertito in legge il D.L. n. 127 sul green pass nei luoghi di lavoro, nonostante le evidenze scientifiche lo qualifichino come infondato, inefficace e pericoloso, oltre che incostituzionale.
Il famigerato D.L. n. 127/2021, che estende l’obbligo del green pass ai luoghi di lavoro, è stato convertito con legge n. 126, pubblicata il 16 novembre scorso, nonostante le polemiche e le contraddizioni, l’infondatezza e i profili di illegittimità della norma, autorevolmente esposti dagli esperti invitati in Commissione Affari Costituzionali del Senato alle audizioni del 6 e 7 ottobre 2021.
Gli esperti nelle materie medico-scientifiche hannodefinito, praticamente all’unanimità, come
misura di natura non sanitaria, scientificamente infondata e pericolosa, in quanto instilla nelle persone vaccinate una falsa sicurezza di non contagiarsi e non contagiare.
Il parere degli esperti ascoltati alla Commissione Affari Costituzionali
La pofessoressa Maria Luisa Chiusano, biologa molecolare, docente all’Università degli Studi di Napoli Federico II, ritiene fondamentale non istigare a discriminazioni infondate, perché la vaccinazione per COVID-19 è una scelta di “tutela personale” (perché protegge dalla malattia) e non “altruista” (in quanto, non previene la diffusione del contagio).
Per il professor Marco Cosentino, dottore di ricerca in Farmacologia e Tossicologia, docente ordinario nella scuola di Medicina presso l’Università dell’Insubria di Varese, nell’analizzare la recente pubblicazione dell’Università di Oxford, afferma che la vaccinazione anti-covid porterebbe ad una riduzione media del 50% della contagiosità, ma non per non più di due tre mesi, precisando che in ogni caso “i positivi asintomatici, vaccinati o meno, sono contagiosi tanto quanto i vaccinati, ma nei primi due-tre mesi”.
Il docente sottolinea, inoltre, come -secondo lo studio di Oxford- “l’80% dei contagi si verifica ambiente domestico, mentre solo il 20% in luoghi pubblici” (scuola, luogo di lavoro, università, ecc..).
“Quindi io credo -afferma il prof. Cosentino-che non si possa non condividere che l’assunto principale su cui si regge il pass, cioè che vaccinati non contagino, è totalmente infondato”.
Il dott. Alberto Donzelli, Medico, membro Consiglio Direttivo-Comitato Scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute, esperto di Sanità Pubblica, agganciandosi alla limitata copertura nel tempo di questi vaccini, afferma -citando le ultime risultanze scientifiche (in particolare basate sui dati di due dei Paesi con più vaccinazioni al mondo)- che chi ha contratto il virus ha un’immunità da 13 a 28 volte di più rispetto ai vaccinati e che, decorsi 5 mesi dal vaccino, il rischio di infezione per i vaccinati sarebbe addirittura maggiore rispetto al periodo precedente alla somministrazione.
Sulla stessa lunghezza d’onda il professor Mariano Bizzarri,oncologo, ricercatore presso il dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma, il quale ricorda recente report del CDC di Atlanta, dove si evince “chiaramente che le persone vaccinate come quelle non vaccinate possono essere altrettanto infettive a prescindere dalla vaccinazione. Questo è un punto decisivo: non ci sono differenze nella possibilità di trasmettere. Quindi non si capisce con quale criterio io individuo nel green pass una persona che sarebbe sana e non infettante, mentre precludo una serie di attività a chi non è portatore del green pass sulla base dello status vaccinale.”
Il docente ricorda, inoltre, che questi “non sono report isolati e sono riportati da Nature e dal New England journal medicine”.
Per il Dottor Leonardo Salmaso, specialista in malattie infettive e tropicali e in igiene e medicina preventiva, “l’obbligo green pass è pericoloso per le singole persone e controproducente per la comunità nazionale” e aggiunge che “l’immunità di gregge è stato definitivamente smontato”.
Crisanti: “Sbagliata caccia alle streghe sui no vax”
Qualche giorno fa anche il prof. Andrea Cristanti, che già in precedenza aveva giudicato pericolo il green pass, ha affermato alla trasmissione “L’aria che tira” che“questa caccia alle streghe sui no vax distoglie dall’obiettivo principale, perché in Inghilterra si è vaccinato il 74% della popolazione e hanno 40mila casi al giorno”, mentre “l’Irlanda dove si è vaccinato il 93% della popolazione con età superiore a 18 anni, con una media dell’84%, in questo momento è la nazione che ha più contagi al mondo: c’è qualcosa che non capiamo e bisogna metterselo in testa”.
“Stigmatizzare i non vaccinati non è giustificato”
Un articolo pubblicato sulla rivista medica The Lancet, dal titolo “COVID-19: stigmatising the unvaccinated is not justified”, pubblicato il 20 novembre 2021, a firma di Günter Kampf, smonta tesi della “pandemia dei non vaccinati”, forgiata negli Stati Uniti e in Germania, ma che ha preso piede anche nel nostro Paese e che avrebbe, in maniera erronea, “incoraggiato uno scienziato a sostenere che “i non vaccinati minacciano i vaccinati per il COVID-19″”.
In verità, nell’articolo si sostiene che “ci sono prove crescenti che gli individui vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione” e sarebbe, pertanto, “sbagliato e pericoloso parlare di pandemia dei non vaccinati.”
L’articolo, infine, avverte su delle pericolose implicazioni sociali che potrebbe avere la “stigmatizzazione dei non vaccinati”:
“Storicamente, sia gli Stati Uniti che la Germania hanno generato esperienze negative stigmatizzando parti della popolazione per il colore della pelle o la religione. Invito gli alti funzionari e gli scienziati a fermare la stigmatizzazione inappropriata delle persone non vaccinate, che includono i nostri pazienti, colleghi e altri concittadini, e a impegnarsi maggiormente per riunire la società.”